LA POLEMICA Crocifisso, Berlusconi attacca l'Ue
Il premier: «Sentenza inaccettabile» La Stampa 4.11.2009
CITTÀ DEL VATICANO Intervenuto a una conferenza stampa all’ospedale Bambin Gesù, il card. Bertone ha parlato con i giornalisti senza riserve. «La nostra reazione - ha detto - non può che essere di deplorazione». Questa Europa «ci toglie i simboli più cari» come il crocifisso «simbolo di amore universale, non di esclusione ma di accoglienza». La Santa Sede non può e non vuole interferire con le decisioni della Corte di Strasburgo, ha poi spiegato, ma certo «apprezza» il tempestivo ricorso del governo. «Ora - è stato l’invito del card. Bertone - dobbiamo cercare con tutte le forze di conservare i segni della nostra fede per chi crede e per chi non crede». La sentenza è «assolutamente inaccettabile» ha sottolineato invece Berlusconi. «Che l’Italia sia un paese in cui il cristianesimo è la sua stessa storia, lo sappiamo da sempre», ha aggiunto il premier che, successivamente, ha anche rincarato la dose: «si tratta di una di quelle decisioni che ci fanno dubitare del buon senso dell’Europa». Sulla vicenda è tornata oggi, sempre sul fronte del Governo, anche il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, che ha ribadito come la sentenza sia un «atto grave» e rappresenti «un messaggio sbagliato soprattutto per i giovani». Duri nei confronti della Corte di Strasburgo anche il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, (la sentenza è «una stronzata»), il ministro della Difesa La Russa, («possono morire, loro e quei finti organismi internazionali ma il crocifisso resterà in tutte le aule delle scuole»), il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi («Il crocifisso non si toccherà mai e poi mai da nessun luogo, laico e non, della nostra Italia»). Sul fronte delle opposizioni il leader dell’Udc Pierferdinando Casini ha parlato di «un’occasione persa che finirà per alimentare l’integralismo anti-europeo che c’è anche nel nostro Paese» mentre dal Pd Stefano Ceccanti ha invitato a ragionare sulla «soluzione adottata in Baviera che consente in certi casi motivati un bilanciamento tra diritti che può anche portare a una rimozione in alcune specifiche situazioni scolastiche». Tra le poche voci a favore della Corte europea, quella di Paolo Ferrero (Prc). «I politici cattolici - ha detto - vogliono solo ingraziarsi la Chiesa, che gode già di troppi privilegi» mentre l’attacco alla sentenza «indica l’alto tasso di clericalismo e di subalternità di questi politici, compresi alti esponenti del governo, agli interessi del Vaticano». Si tira fuori dalle polemiche, invece, la Commissione Europea che non commenta la sentenza: si tratta di una decisione che «viene da un’istituzione che non appartiene all’Unione europea» ed è «esclusiva competenza dei paesi membri», ha spiegato Michele Cercone, portavoce del commissario Ue alla Giustizia. |