A ottobre le assenze degli insegnanti
sono cresciute del 41% (26,7 nel Nordest)

 Il Gazzettino, 27.11.2009

VENEZIA (27 novembre) - L’influenza scompagina le statistiche del ministro Renato Brunetta. Altro che calare: le assenze nelle scuole hanno conosciuto a ottobre un’impennata. Un 40 per cento in più, come media nazionale, è dato da Guinness. E questi numeri non consentono di leggere, nella sua reale portata, la notizia arrivata da Treviso relativa alla lunga assenza di un’insegnante elementare. Non si è mai presentata in classe. Ma ha fatto pervenire certificati medici attestanti periodi di malattie. E così gli alunni hanno dovuto affrontare una raffica di supplenti.

INSEGNANTI VIRTUOSI. Nelle statistiche della Ragioneria dello Stato, gli insegnanti sono una categoria virtuosa. Le assenze per malattia (o comunque retribuite) hanno raggiunto nel 2007 i 10,4 giorni di media. Oltre la metà dei corpi di Polizia (21,8 giorni), quasi la metà di Ministeri (18,3 giorni) e sanità (18,1 giorni).

OTTOBRE DEVASTANTE. Ma a ottobre la situazione è peggiorata. Le assenze (rispetto a ottobre 2008) per malattia degli insegnanti con contratto a tempo indeterminato sono cresciute del 41.1 per cento, quelle dei non docenti 38.8 per cento. A ottobre 2008 i giorni di assenza degli insegnanti furono 458 mila, nel 2009 sono saliti a 647 mila. L’incremento per malattie ha colpito innanzitutto le medie (45.7 per cento in più), quindi le elementari (43.3 per cento in più), seguono infanzia (40.1 per cento) e superiori (35.7 per cento).

CLASSIFICA GEOGRAFICA. Le malattie sembrano colpire più gli insegnanti al Sud e nelle Isole, con un incremento pari al 46 per cento. Seguono il Centro (40.3 per cento) e il Nord Ovest (39.4 per cento). Il Nord Est è molto più resistente, visto che la crescita si è limitata al 26.7 per cento. E il personale non docente segue lo stesso andamento: al Sud crescita del 44 per cento, al Centro del 43,7, a Nord Ovest del 35.6. E a Nord est solo del 23.2 per cento, la metà che nel Meridione. Gli insegnanti friulani sono sani come pesci, visto che l’aumento di assenze è arrivato solo 15.9 per cento; i colleghi veneti sono rimasti a casa il 24.5 per cento in più rispetto a ottobre 2008. Per avere un dato di raffronto, in Campania si è arrivato al 60.5 per cento, in Toscana al 49.1 per cento, in Sicilia al 47.1 per cento e in Lazio al 42.6.

CASI STRANI? Che vi possano essere casi-limite, come quello emerso a Treviso, è innegabile. Ma i rappresentanti dei lavoratori dicono la loro. «Con buona pace di Brunetta, la scuola è uno dei settori meno assenteisti. L’influenza si è propagata soprattutto nelle scuole: lo sanno tutti che i picchi sono stati registrati lì. E quindi anche gli insegnanti si ammalano» spiega Luigi Rossi, segretario veneto Cgil-Scuola. E con i casi di certificati a ripetizione? «È il solito problema. Di fronte a un certificato medico l’amministrazione non può che ottemperare. E poi decidere se effettuare una visita ispettiva oppure, nei casi sospetti, chiedere una visita collegiale per verificare la prognosi». «Non esiste dato geografico scorporabile relativo alla distanza tra la residenza dell’ammalato e il posto di lavoro. E quindi non possiamo dire nulla su eventuali casi singoli. - avverte Gianna Fracassi, della segretaria nazionale della Cgil-Scuola - Noi facciamo riferimento al Conto Annuale della Ragioneria dello Stato, che è il più attendibile. Attendiamo con ansia quello del 2008 per verificare se i numeri forniti da Brunetta sono fondati».