Una volta tanto c'è lo stato di diritto: di Valerio Vagnoli, dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità, 28.11.2009. Molto positiva la decisione del Consiglio dei Ministri di annullare l'ultimo concorso ordinario per presidi svolto in Sicilia con modalità indegne di qualsiasi contesto storico-geografico europeo degli ultimi secoli. Come molti sanno, la commissione chiamata a valutare i candidati operò, se si vuol credere che abbia lavorato senza cedimenti alla più spudorata delle corruzioni, in modo che va al di là di qualsiasi senso di decoro e appartenenza alla stessa sfera civile. Basti pensare che alcuni vincitori del concorso, peraltro senza neanche rientrare tra gli ultimi classificati, si erano espressi nei loro compiti attraverso errori grammaticali d'inaudita gravità. Per buona parte delle varie fasi del concorso il presidente della commissione( la lettera minuscola non è casuale) è risultato latitante e molti lavori, se si tenesse conto dei tempi di correzione indicati dalla commissione stessa, furono corretti in non più di due-tre minuti. Avete capito bene: pagine e pagine di saggi e progetti( questo richiedevano le due prove scritte) corrette in pochissimi minuti. Bene, benissimo ha fatto la Gelmini ad impegnarsi affinché si cancellasse tale scandalo. Ed è in virtù di questo risultato che ci permettiamo d'insistere su un altro aspetto scandaloso e legato anch'esso all'ultimo concorso. Come molti sanno, la polemica è comparsa questa estate (ce ne siamo ampiamente occupati anche nel nostro blog) grazie ad un documento dell'assessore all'Istruzione della provincia di Vicenza che denunciava come, con la solita manfrina del codicillo inserito all'interno di una legge finanziaria, l'ultima di Prodi, i concorsi a preside avevano improvvisamente assunto carattere nazionale e non più regionale, permettendo così a centinaia e centinaia di "fuori lista", di sistemarsi in quelle regioni del centro-nord, ove le commissioni d'esame, rispettando la legge, non avevano prodotto alcuna graduatoria aggiuntiva rispetto ai posti messi a concorso. Anche questa manfrina non è accettabile, soprattutto se riferita al mondo scolastico, quel mondo che, rivolgendosi ai nostri ragazzi, più di tutti ha la necessità di far capire che l'Italia non è il Paese in cui a vincere sono quasi sempre i più furbi. Confidiamo che il Ministro Gelmini si faccia carico di cancellare anche questa ingiustizia avallata, occorre ribadirlo, nel silenzio-assenso di tutte le sigle sindacali e professionali di categoria. |