La scuola del videogioco

Vittorio Vandelli, DocentINclasse 9.3.2009

Il videogioco è la più grande rivoluzione epistemologica di questo secolo. Ti dà una scioltezza, una densità, una percezione delle situazioni e delle operazioni che puoi fare al loro interno che permette di esaltare dimensioni dell’intelligenza e dello sta bene al mondo finora sacrificate dalla cultura astratta
On. Maragliano, presidente della commissione dei quaranta saggi istituita dal ministro Berlinguer, citato in Lucio Russo, segmenti e bastoncini, dove sta andando la scuola?, Feltrinelli, 1998, p. 90

 


Il teenager al volante del suo scooter virtuale accelera, sorpassa, frena e si piega per affrontare la curva e poi riaccelera. Sul maxischermo le immagini dell’accidentato percorso cittadino scorrono veloci. Gli altri studenti fanno il tifo e poi trattengono d’improvviso il respiro quando un camion taglia la strada al motorino fittizio; infine al termine del viaggio, quando il punteggio finale appare sullo schermo, si sciolgono in un applauso.

Il suono della campana mi ricorda che sono a scuola, nell’aula audiovisivi, durante il normale orario mattutino di lezione. L’ora è quella di educazione fisica e invece di far praticare la secolare disciplina del mens sana in corpore sano (oggi più che mai importante in un’era di sfascio psico-fisico giovanile degno di una società del benessere che si rispetti), l’insegnante è costretto nelle sue ore curriculari a “porre in essere” il progetto di educazione stradale che comporta l’uso del simulatore virtuale per far sì che gli studenti appena sedicenni possano prendere subitissimo il “patentino” con un esame agevolato che si svolgerà naturalmente a scuola durante altre ore di lezione. Io mi trovo qui per caso: i miei studenti di ‘quinta’ sono alla “Fiera di Bologna”, nella stessa area che ha da poco terminato di ospitare il Motor Show. È lì che oggi una delle Università più secolari al mondo sta facendo marketing grazie alla prostituzione di qualche docente che accetta di adescare clienti come un venditore di auto di ultima generazione. Istruzione e Motori sembra vadano proprio a braccetto di questi tempi.

‘Maggiore attenzione (…) dovrebbe essere data (…) all’impiego delle macchine della conoscenza e dell’elaborazione di informazione e problemi. In particolare gli strumenti multimediali sono estremamente motivanti per bambini e ragazzi, perché non hanno affatto odore di scuola, danno loro il senso di disporrei risorse per il saper fare e consentono di non disperdere, ma valorizzare, in un quadro intellettuale più strutturato, forme di intelligenza intuitiva, empirica, immaginativa, assai diffuse tra i giovan’i [La commissione dei quaranta saggi, 1997, citato in Lucio Russo, cit., p. 91].
Mentre gli studenti si dirigono al bar per il meritato riposo dopo le fatiche intellettuali della simulazione, ripenso a queste parole scritte dalla commissione istituita dal ministro Berlinguer nella seconda metà degli anni 90. Lì si gettavano i semi che avrebbero spietatamente ucciso la scuola pubblica di qualità per far nascere l’istruzione commerciale, di basso profilo, neoliberista che abbiamo oggi davanti agli occhi. ‘È evidente che non si allude alle forme di intelligenza usate nello scrivere programmi per elaborare informazione e risolvere problemi. È quindi chiaro che le ‘macchine della conoscenza e dell’elaborazione di informazione e problemi’ si intendono usate solo come videogiochi, coerentemente con le dichiarazioni di Maragliano già citate’, scrive Lucio Russo nel lungimirante saggio citato a commento di tali dichiarazioni. E aggiunge: ‘La nuova scuola deve quindi preparare soprattutto consumatori...[i quali]possono ignorare i processi produttivi e, tanto più, fare a meno di qualunque tipo di cultura generale. (...) È chiaro che deve trattarsi di una scuola di massa, in quanto non deve trascurare alcun settore del mercato, ma qualificarla per questo necessariamente “democratica” richiede una notevole dose di ottimismo. Una tale scuola dovrà fornire educazione stradale, sanitaria, sessuale, alimentare, fiscale e così via: dovrà cioè fornire una serie di prescrizioni alle quali il futuro cittadino-consumatore dovrà attenersi nei vari momenti dell’esistenza.’ [Lucio Russo, cit., pp 90-91; 19]

La nuova seconda classe che sta ora entrando in “sala giochi”, tutta eccitata all’idea che a scuola si giochi gratuitamente alla Wii di Mario Kart, è la testimonianza che “l’odore di scuola” è ormai del tutto svanito e che l’ Istruzione deve abdicare sempre più alla propria funzione di educare per dedicarsi alla progettazione e al “porre in essere” progetti spendibili sul mercato di una clientela giovanile potenzialmente assai redditizia, realizzando così appieno il sogno dai 40 saggi (o ladroni?). Mi piacerebbe che il Collegio Docenti di inizio settembre, oltre a controllarsi l’abbronzatura e a chiacchierare di spiagge e mari e bambini, avesse uno scatto di orgoglio e la smettesse di votare distrattamente, e senza nemmeno sapere di cosa si tratta, tutti i progetti del POF che il Direttore Responsabile e il Consiglio di Amministrazione hanno preparato durante l’estate.

“Professore anche lei vuole prendere il patentino?”

La voce del mio alunno in attesa di sedersi dietro al volante mi distrae.

“Veramente…”

“Lei che è l’icona dell’andare in bici o a piedi, del go-green come lo chiama lei”

“Veramente…”

“Non ce la vedo rinchiuso in un’automobile a maledire i suoi simili al mattino presto”

La professoressa di educazione fisica invita l’alunno a prendere posto al simulatore. In un attimo è dentro al personaggio: ora lui è Mario Kart e l’obsoleto professore dall’animo verde che odora sempre troppo di scuola è immediatamente svanito dalla sua mente.

Che abbia allora ragione Gianfranco Giovannone quando afferma che ‘più dell’indifferenza dei politici o dell’incapacità dei sindacati, siano gli insegnanti stessi i primi responsabili della loro mortificante condizione socio-economica, una condizione accettata non solo con rassegnazione ma con una sorta di condivisione delle pseudo-spiegazioni con cui dall’esterno si giustifica tale condizione’? Anch’io, come Gianfranco, ‘spero, naturalmente, di essere smentito.’
[G. Giovannone, Fenomeni, in Il Dodecalogo, Gilda degli Insegnanti, Modena, 2008].