La scuola del videogioco Vittorio Vandelli, DocentINclasse 9.3.2009
Il videogioco è la più grande rivoluzione
epistemologica di questo secolo. Ti dà una scioltezza, una densità,
una percezione delle situazioni e delle operazioni che puoi fare al
loro interno che permette di esaltare dimensioni dell’intelligenza e
dello sta bene al mondo finora sacrificate dalla cultura astratta
Il suono della campana mi ricorda che sono a scuola, nell’aula audiovisivi, durante il normale orario mattutino di lezione. L’ora è quella di educazione fisica e invece di far praticare la secolare disciplina del mens sana in corpore sano (oggi più che mai importante in un’era di sfascio psico-fisico giovanile degno di una società del benessere che si rispetti), l’insegnante è costretto nelle sue ore curriculari a “porre in essere” il progetto di educazione stradale che comporta l’uso del simulatore virtuale per far sì che gli studenti appena sedicenni possano prendere subitissimo il “patentino” con un esame agevolato che si svolgerà naturalmente a scuola durante altre ore di lezione. Io mi trovo qui per caso: i miei studenti di ‘quinta’ sono alla “Fiera di Bologna”, nella stessa area che ha da poco terminato di ospitare il Motor Show. È lì che oggi una delle Università più secolari al mondo sta facendo marketing grazie alla prostituzione di qualche docente che accetta di adescare clienti come un venditore di auto di ultima generazione. Istruzione e Motori sembra vadano proprio a braccetto di questi tempi.
‘Maggiore attenzione (…) dovrebbe essere data (…) all’impiego delle
macchine della conoscenza e dell’elaborazione di informazione e
problemi. In particolare gli strumenti multimediali sono
estremamente motivanti per bambini e ragazzi, perché non hanno
affatto odore di scuola, danno loro il senso di disporrei risorse
per il saper fare e consentono di non disperdere, ma valorizzare, in
un quadro intellettuale più strutturato, forme di intelligenza
intuitiva, empirica, immaginativa, assai diffuse tra i giovan’i [La
commissione dei quaranta saggi, 1997, citato in Lucio Russo, cit.,
p. 91].
La nuova seconda classe che sta ora entrando in “sala giochi”, tutta
eccitata all’idea che a scuola si giochi gratuitamente alla Wii di
Mario Kart, è la testimonianza che “l’odore di scuola” è ormai del
tutto svanito e che l’ Istruzione deve abdicare sempre più alla
propria funzione di educare per dedicarsi alla progettazione e al
“porre in essere” progetti spendibili sul mercato di una clientela
giovanile potenzialmente assai redditizia, realizzando così appieno
il sogno dai 40 saggi (o ladroni?). Mi piacerebbe che il Collegio
Docenti di inizio settembre, oltre a controllarsi l’abbronzatura e a
chiacchierare di spiagge e mari e bambini, avesse uno scatto di
orgoglio e la smettesse di votare distrattamente, e senza nemmeno
sapere di cosa si tratta, tutti i progetti del POF che il Direttore
Responsabile e il Consiglio di Amministrazione hanno preparato
durante l’estate. La voce del mio alunno in attesa di sedersi dietro al volante mi distrae. “Veramente…” “Lei che è l’icona dell’andare in bici o a piedi, del go-green come lo chiama lei” “Veramente…” “Non ce la vedo rinchiuso in un’automobile a maledire i suoi simili al mattino presto” La professoressa di educazione fisica invita l’alunno a prendere posto al simulatore. In un attimo è dentro al personaggio: ora lui è Mario Kart e l’obsoleto professore dall’animo verde che odora sempre troppo di scuola è immediatamente svanito dalla sua mente.
Che abbia allora ragione Gianfranco Giovannone quando afferma che ‘più
dell’indifferenza dei politici o dell’incapacità dei sindacati,
siano gli insegnanti stessi i primi responsabili della loro
mortificante condizione socio-economica, una condizione accettata
non solo con rassegnazione ma con una sorta di condivisione delle
pseudo-spiegazioni con cui dall’esterno si giustifica tale
condizione’? Anch’io, come Gianfranco, ‘spero, naturalmente, di
essere smentito.’ |