Scuola

Scuole vecchie e insicure,
Legambiente lancia l'allarme

Ma c'è qualche miglioramento. Presentate regole del 5 in condotta

 ApCOM 13.3.209

Roma, 13 mar. (Apcom) - Si svolgono regolari prove di evacuazione, ma ci sono poche scale di sicurezza. Ci sono le porte antipanico, ma gli edifici non hanno la certificazione di prevenzione antincendio. E' una scuola 'verde', ma si pratica poco sport. Soprattutto ben il 93% degli istituti è vecchio o ha urgente necessità di manutenzione e uno su dieci è costruito con parti in amianto: 42 mila edifici scolastici in Italia necessitano di manutenzione straordinaria ed ordinaria, messa a norma e bonifiche.

E' una situazione dalle mille contraddizioni quella dell'edilizia scolastica italiana, in parte già nota e di nuovo fotografata da Legambiente nel rapporto Ecosistema Scuola 2009: accanto alle note criticità si intravedono però dei segnali incoraggianti, come l'aumento degli istituti che hanno ottenuto la certificazione igienico-sanitaria e statica e la buona diffusione della raccolta differenziata.

Secondo il dossier - realizzato con i dati di 95 Comuni (su circa 8.000) e 62 Province (su un centinaio) - un alunno che oggi in Italia entra nel mondo della scuola rischia di studiare ancora in un edificio troppo vecchio (nel 55,62% dei casi costruito prima del 1974) o con urgente necessità di manutenzione (38,14%). Nemmeno la metà degli edifici è poi dotato della certificazione di prevenzione antincendio (43,71%), pochi quelli con scale di sicurezza (56,72%), più diffuse le porte antipanico (presenti nel 91,55% degli istituti), come le regolari prove d'evacuazione (svolte nel 95,03% delle scuole).

Le scuole sono però, in molti casi, situate in prossimità di zone inquinate e a rischio: nel 6,71% vicino ad antenne ed emittenti radio Tv, nel 6,39% ad aree industriali, 4,03% a elettrodotti ad alta tensione. In una scuola su dieci (11,83%) è anche certificata la presenza di amianto.

Osservando la mappa geografica dell'edilizia scolastica, il centro nord si conferma l'area nella quale si consolidano le migliori politiche nelle condizioni strutturali degli edifici: Prato è la città italiana con la migliore qualità degli edifici scolastici, seguita da Biella e Terni. Quarta Lecce, nonostante il sud continui a spendere troppo poco per la sicurezza (Palermo 66ma, Messina 86ma, Salerno 84ma, Sassari 83ma). Tra le grandi città Torino è 30ma, Roma 35ma, Napoli 51ma, Milano 73ma. In fondo alla classifica Genova, 79ma.

Negli ultimi anni, in ogni caso, alcuni aspetti iniziano a migliorare: nel 2008 sono salite al 62,82% le scuole che negli ultimi 5 anni hanno goduto di interventi di manutenzione (erano 47,11% nel 2007) e, sempre nello stesso anno, nell'80,07% dei casi gli istituti hanno ottenuto la certificazione igienico sanitaria (61,75% nel 2005) e nel 70,33% l'agibilità statica (63,35% quattro anni fa).

Quella italiana è anche una scuola 'verde', risultando diffusissima la raccolta differenziata, praticata nel 94% delle scuole: la carta rimane il materiale più differenziato (93,58%), seguita da plastica (62,93%), vetro (51,37%), organico (43,91%) e altri materiali come pile (47,23%) e toner (39,01%). Diffuse anche le mense biologiche (soprattutto pasti parzialmente bio, 76,66%, solo nel 4,88% pasti interamente bio). E' però ancora troppo alta la percentuale di scuole che non offre possibilità agli studenti di fare sport per mancanza di strutture (33,42%), anche se il 78,97% degli istituiti possiede spazi verdi.

Oggi, intanto, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha presentato il nuovo Regolamento sulla valutazione deli alunni, approvato dal Consiglio dei Ministri. Si definiscono i criteri per l'attribuzione del voto in condotta: con il 5 non si passa l'anno e non si viene ammessi agli esami finali, ma per avere l'insufficienza dovranno essere compiute "gravi violazioni dei doveri degli studenti" e, in ogni caso, i docenti dovranno aver impartito una sanzione disciplinare precedente (nota o sospensione). Una sorta di 'cartellino giallo'.

Nella scuola primaria e secondaria di I grado vengono confermati i giudizi in voti numerici (in scala 10) e l'Educazione fisica concorrerà alla media, mentre nella scuola secondaria di II grado gli studenti 'ottisti' (chi nel quarto anno ha avuto 8 in tutte le materie e nel comportamento e ha riportato, al secondo e terzo anno, almeno 7 in ciascuna disciplina e 8 in condotta) potranno essere direttamente ammessi all'esame di maturità.

Commentando il Regolamento, il ministro ha sottolineato che "la valutazione del comportamento non sarà un modo per punire gli alunni, ma per premiare i tanti che si comportano bene ed educare senza lasciare soli gli indisciplinati. Così si restituisce alla scuola la sua funzione educativa". Critici i sindacati: per la Flc-Cgil "Con l'imposizione del voto numerico nella scuola dell'obbligo, il Governo sancisce il ritorno ad una scuola vecchia e ne cancella la migliore esperienza pedagogica degli ultimi anni".