Quel decreto sulla condotta
'ucciso in fasce'

da Tuttoscuola, 21 marzo 2009

Nelle norme transitorie e finali del Regolamento di coordinamento delle norme sulla valutazione, approvato venerdì dal consiglio dei Ministri, si prevede che "È abrogato il decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 16 gennaio 2009, n. 5."

Una formuletta laconica e stringata con cui viene cancellato d'un colpo quel decreto varato a ridosso del primo quadrimestre dal ministro Gelmini con il quale, tra l'altro, si prevedeva che il cinque in condotta potesse essere assegnato in presenza di "sanzioni disciplinari che comportino l'allontanamento temporaneo dello studente dalla comunità scolastica per periodi superiori a quindici giorni (art. 4, commi 9, 9 bis e 9 ter dello Statuto)".

Proprio quel limite di una sospensione superiore ai quindici giorni aveva provocato critiche contrapposte, soprattutto quando le rilevazioni sugli scrutini intermedi avevano messo in evidenza maggiori insufficienze in condotta in quelle scuole che avevano effettuato scrutini prima dell'uscita del decreto. Scuole che, insomma, in assenza di criteri nazionali, avevano mostrato maggiore severità del decreto ministeriale n. 5.

La nuova formula prevede ora due fasi in successione dalle quali può derivare l'insufficienza nel comportamento. Vi deve essere prima una sanzione che comporti sospensione da scuola anche per un breve tempo (non necessariamente di quindici giorni).

Si tratta di una sospensione che ha anche valore di preavviso. Se lo studente incorre successivamente in altri comportamenti di particolare gravità nei quali viene individuata la sua personale responsabilità oppure in comportamenti con violazione dei doveri sanciti dallo Statuto degli studenti e dal regolamento di istituto, il cinque in condotta è assicurato.

I due tempi per arrivare al cinque in condotta possono avere, dunque, una valenza educativa, visto che danno un segnale preventivo che serve da campanello d'allarme, ma costituiscono anche un strumento di maggiore discrezionalità e severità messo in mano alle scuole.