SCUOLA

Troppi stranieri
in alcune scuole nuove norme d'iscrizione

 la Repubblica di Parma 23.3.2009

Mentre si discute di introdurre un limite alla presenza di alunni stranieri per ogni classe, proposta dalla Lega nord al vaglio del ministro Gelmini, il Comune di Parma gioca d'anticipo e per evitare fenomeni di ghettizzazione nelle scuole rivede le modalità d'iscrizione già a partire dal prossimo anno scolastico.

Non è un segreto: quando in una classe sempre più banchi sono occupati da bimbi con diverso colore della pelle, molti genitori italiani storcono il naso. Tanto da decidere di iscrivere i figli in istituti lontani dalle abitazioni per evitare le scuole con più alta concentrazione di alunni immigrati. Il rischio è che si formino delle "classi ghetto", in cui è più difficile per i bambini stranieri affrontare il percorso d'integrazione. Il Comune di Parma ha quindi provveduto a rivedere lo stradario di riferimento dei vari plessi scolastici comunali. Si parte dal presupposto della territorialità: ciascuna scuola deve accogliere gli alunni del proprio territorio, fatta salva la libera scelta dei genitori. Lo stradario è stato modificato per evitare le concentrazioni che negli ultimi anni si sono verificate in alcuni istituti.

"In questo modo - precisa la dirigente del settore Scuola del Comune durante la commissione consiliare Servizi sociali Milena Carpi - la scuola primaria Cocconi, che ha il 70% di alunni stranieri, a partire dal prossimo anno scolastico per la prima volta non avrà più una maggioranza di iscritti stranieri. Ci sarà piuttosto una prima di 27 alunni in equilibrio tra italiani e non". Grazie, come detto, alla rivisitazione dello stradario e alla riorganizzazione della rete scolastica che, nel caso della Cocconi, ha riequilibrato il numero degli scolari con la Corridoni.

Novità positiva, anche se secondo il consigliere comunale del Pd Danilo Amadei restano numerose criticità derivanti dalla riforma Gelmini e da direttive regionali sulla disabilità. Si annunciano meno ore di presenza di insegnanti, quindi anche meno ore di sostegno, a fronte di classi più numerose con alunni con maggiori difficoltà di apprendimento, sostiene Amadei. Altro problema, aggiunge, è la dispersione scolastica: "Il 92% delle persone seguite dal Sert ha lasciato la scuola prima dei 16 anni". Problema di cui è consapevole l'assessore comunale alla Scuola Giampaolo Lavagetto che accetta la proposta di coinvolgere nelle attività del mondo scolastico anche il terzo settore e si dice "fiducioso" sul fatto che il Governo, come garantito, interverrà in caso di necessità.