IL CASO

Classe di soli stranieri,
tregua fra preside e provveditore

Il responsabile dell'ufficio provinciale ha autorizzato la dirigente a tenere aperte
le iscrizioni «per consentire la formazione di una classe più equilibrata»

Annachiara Sacchi Il Corriere della Sera 11.3.2009

MILANO - Nessuna ispezione ufficiale, nessun accorpamento, nessuna «amministra-zione controllata». Hanno fatto pace il provveditore Antonio Lupacchino e Agnese Banfi, la preside dell'elementare di via Paravia, quella con la classe record, quindici bimbi stranieri in una prima. Si sono incontrati ieri mattina, dopo due giorni «di fuoco» e la disperata ricerca di una soluzione «per scongiurare un pericoloso precedente». Risultato: il responsabile dell'ufficio provinciale ha autorizzato la dirigente a tenere aperte le iscrizioni «per consentire la formazione di una classe più equilibrata».

Incontro chiarificatore, quello di ieri mattina tra il provveditore milanese e la preside della scuola più straniera di Milano, 93 per cento di studenti immigrati e una futura prima (da settembre) di soli extracomunitari. Resa dei conti su via Paravia. Con la verifica dei registri, il controllo sugli iscritti (per capire se davvero vivono tutti nella zona popolare di San Siro), un'occhiata ai progetti di integrazione. Ed ecco il risultato: «È vero, i piccoli della futura prima abitano tutti nel quartiere». Non si poteva fare altrimenti, le scuole d'Italia (almeno in teoria) dovrebbero accogliere tutte le richieste di adesione. Ma visto che il problema rimane e che i genitori italiani non vogliono più mandare i loro figli in quella scuola, Lupacchino ha preso una decisione: «Ho autorizzato la preside a tenere aperte le iscrizioni». Un'eccezione, visto che le procedure si sono chiuse il 28 febbraio. Ma in questo modo l'ufficio scolastico spera di poter aggiungere nuovi alunni a quella prima, tanto più che tra una settimana tutti gli istituti milanesi saranno in rete. Lo prevede Start, il super progetto di integrazione firmato da direzione scolastica, Comune e Ismu.

In programma: insegnanti di sostegno, attività di accoglienza, orientamento, contatto diretto con la Prefettura e l' ufficio ricongiungimento, 255 corsi di alfabetizzazione, quattro scuole-polo (una in ogni lato della città), sportelli di aiuto e consulenza. Una task-force per garantire «a tutti i bambini di Milano, da qualunque parte del mondo essi arrivino, le stesse opportunità». Una risposta milanese all'inserimento dei giovani immigrati nel mondo della scuola, una via ambrosiana contro quote e classi ponte. Non che in via Paravia non si sia fatto niente a proposito: la scuola può contare su insegnanti preparati ad affrontare l'emergenza, su un piano di integrazione finanziato dalla Fondazione Cariplo, sulla collaborazione delle famiglie. Niente più ispettori, dunque, in via Paravia. E onore alla preside Agnese Banfi: «Tutto quello che ha fatto finora— conclude Lupacchino — è valido».