Scuola in sciopero il 18

Pasquale Almirante, La Sicilia 15.3.2009

Il 18 marzo è sciopero della scuola. La Flc-Cgil, a cui si è aggiunta la Gilda degli insegnanti, ha aperto le ostilità contro i tagli nella scuola, il disegno di legge Aprea, il trattamento dei precari, il ridimensionamento, le nuove norme sul contratto, la scarsa attenzione per la formazione professionale e pure contro il provvedimento Brunetta sulla malattia.

Carnet pieno per una mobilitazione alla quale Cisl, Uil-scuola e autonomi guardano con una certa attenzione. In modo particolare brucia per tutti i sindacati la piaga del precariato, di tantissimi docenti assunti con contratto a termine e che a causa della legge 133, quella sui tagli, rischiano l'esclusione definitiva, nonostante, a fronte di un esodo di circa 40 mila insegnanti previsto per quest'anno, si calcola un rimpiazzo di soli 20 mila posti (7.000 andrebbero al sostegno) contro i 250 mila in attesa della cattedra. La faccenda è dunque seria anche perché si starebbe innalzando il numero minimo di alunni per classe, mentre il decreto legge Aprea e la cosiddetta bozza Israel prevedano forme nuove di reclutamento la cui struttura però è stata già bocciata. Ma anche sull'aggiornamento dei docenti, soprattutto in vista delle nuove offerte formative e delle norme sulla valutazione, tutte le organizzazioni sindacali sono critiche sempre per via della riduzione dei fondi che sarebbero stati ridotti del 30% circa, garantendo a stento quindi la finalità prevista. A tutto questo si sta aggiungendo un'altra grana nella forma del regolamento per le supplenze che già racchiude elementi pesanti e oggettivamente grotteschi che, come denunciano sempre i sindacati, porteranno direttamente al Tar.

La scuola sta dunque diventando luogo di scontro sindacale e politico mentre dovrebbe essere il punto di riferimento più importante della nazione, visto che fra le sue mura si formano i cittadini e da una istruzione coerente e ben mirata dipende il futuro della società. Non si capisce dunque il motivo di tanta conflitto che ha raggiunto forme di evidente esasperazione dal momento che, a cominciare dei precari a finire col personale Ata, ogni scelta fatta ha qualcosa di sbagliato. Eppure basterebbe solo un tavolo a tre gambe ed evocare, col pendolino, lo spirito di chi ha fatto per molti anni invidiabile la nostra scuola. Chissà che consiglio darebbe?