IL DECRETO ATTUATIVO PER IL PROSSIMO ANNO

Scuola, saltano 40 mila docenti

I tagli decisi dal ministro Gelmini concentrati in quattro regioni del Sud

R. Cri. La Stampa 25.3.2009

ROMA
Saranno più di 40 mila i tagli all’organico dei professori nelle scuole, sono previsti dalla circolare che sarà emanata presto dal Ministero dell’Istruzione. Quasi la metà dei docenti che non si ripresenteranno in classe l’anno prossimo è concentrato in quattro regioni: Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. Sta tutto nelle tabelle allegate al decreto interministeriale sugli organici per l’anno scolastico 20009-2010 che prevede 37 mila tagli nell’organico di diritto (docenti previsti per il numero delle classi nelle scuole) e altri cinquemila in quello di fatto (supplenti e insegnanti precari che entrano in classe spesso con nomina del preside): 42 mila posti in meno decisi con la manovra Finanziaria, seppure con una «uscita» in due fasi.

In base al provvedimento - una bozza alla quale probabilmente verranno apportati nei prossimi giorni piccoli aggiustamenti - ci sarà una riduzione di diecimila insegnanti nella scuola primaria, oltre 15.500 alle medie inferiori e altri 11.350 alle superiori a cui si aggiunge un taglio di 245 presidi (per la riduzione delle autonomie scolastiche). Per quanto riguarda i docenti di sostegno il numero rimane sostanzialmente quello dell’anno scolastico in corso (circa 90.500 unità).

Se da una parte i docenti diminuiscono, dall’altra aumento gli studenti: sono 4.120 alunni in più nella primaria e di 10.462 nella secondaria di primo grado mentre nella secondaria di secondo grado (licei e istituti professionali) diminuiscono di 26.700.

Nel provvedimento (una ventina di pagine con tabelle) si sottolinea l’esigenza che le Regioni e gli Enti Locali vengano coinvolti nella fase di elaborazione del piano di assegnazione delle risorse alle singole province e anche per il prossimo anno saranno consentite compensazioni tra i contingenti di organico relativi ai diversi gradi di scolarità «anche nell’ottica, ove possibile, dell’estensione del tempo pieno».

A questo proposito «l’organizzazione del tempo pieno è realizzata nei limiti dell’organico assegnato per l’anno scolastico 2009-2009» precisando che «le ore di insegnamento residuate dalla istituzione di classi con 24 ore e dalla presenza aggiuntiva di docenti specialisti per la lingua inglese e la religione cattolica, nonché dal recupero delle ore di compresenza del tempo pieno, possono essere impiegate per ampliare l’offerta formativa della scuola» e dunque i maestri che «avanzano» possono essere utilizzati anche per una estensione del tempo pieno.

Per quanto riguarda l’inglese potenziato, potrà essere autorizzato «compatibilmente con le disponibilità di organico» e «solo in assenza di esubero dei docenti delle seconde lingue comunitarie sia nell’ambito della scuola interessata che a livello provinciale».

La conferma dei tagli è venuta al termine di un incontro che si è svolto ieri a Viale Trastevere con i sindacati di categoria. Quasi immediata la reazione dei sindacati: «Con i tagli indiscriminati - dice Massimo di Menna della Uil scuola - si rischia di danneggiare la qualità dell’offerta formativa e il lavoro delle scuole. Vengono meno anche 15 mila posti di personale amministrativo una quota che al netto dei pensionamenti, si traduce in 28 mila precari che nel prossimo anno scolastico potrebbero non avere più un incarico nella scuola». «E’ un attacco al diritto allo studio - ribatte la Cisl - i tagli mettono in ginocchio la scuola e a rischio il posto di lavoro di tanti precari per i quali il Governo deve dare un’immediata risposta, prorogando tutte le supplenze annuali ed immettendo in ruolo su tutti i posti vacanti disponibili».