Alunni stranieri a rischio . . . sicurezza

di Pippo Frisone, ScuolaOggi 23.3.2009

E’ stato approvato di recente al Senato il discusso art.19 del ddl sulla sicurezza che introduce per la prima volta nel nostro ordinamento il reato di “ingresso e soggiorno illegale” da parte dei cittadini stranieri.

Il reato è punito con l’espulsione e l’ammenda da 5mila a 10mila euro.

Viene, inoltre, abrogato l’art.35 comma 5 del dlgs n.285/88 che prevedeva “il divieto di segnalazione all’autorità da parte dei medici dello straniero non in regola con il permesso di soggiorno “…

Le ricadute di queste due novità all’interno della scuola sono evidenti.

L’introduzione nell’ordinamento penale del reato di clandestinità obbliga i dirigenti scolastici, in quanto pubblici ufficiali, dal momento in cui vengono a conoscenza del reato, ai sensi dell’art.361 del codice penale, a denunciare all’autorità i genitori degli alunni non in regola col permesso di soggiorno.

L’omissione o la tardata denuncia è punita con un ammenda da 30 euro (60mila lire) a 500 euro (unmilione di lire).

Anche i docenti, quando esercitano la loro funzione all’interno degli OO.CC., rivestendo la qualifica di pubblici ufficiali, sono tenuti a denunciare e a riferire al loro superiore gerarchico dal momento in cui sono venuti a conoscenza del reato.

Per non parlare degli effetti dell’abrogazione dell’art.35 del dlgs. 286/88 in campo sanitario che prima garantiva la copertura dell’assistenza sanitaria agli immigrati irregolari e ai loro figli, con gravi ripercussioni sulla salute pubblica (ad es.le vaccinazioni obbligatorie ).

L’abrogazione del comma 5 e cioè del divieto di segnalazione da parte dei medici degli immigrati irregolari, di fatto li costringe in quanto pubblici ufficiali, alla denuncia all’autorità di P.S.

E ancora, sugli immigrati più o meno irregolari e sui loro figli, l’attuale maggioranza è passata dalle proposte delle “classi-ponte” all’introduzione di un tetto del 30% per gli alunni stranieri in ogni classe.

Dall’integrazione alla ghettizzazione e all’emarginazione dello straniero il passo è breve.

Obbligo di denuncia, espulsione, ghettizzazione, quote, lo straniero irregolare al tempo della crisi viene visto sempre più come potenziale elemento di “allarme sociale” da affrontare solo con politiche repressive. E sempre di più diventa “capro espiatorio” dentro una crisi economica sempre più dura, fatta di licenziamenti e cassa integrazione.

La novità ultima è che sia il servizio sanitario nazionale sia la scuola, da luoghi neutrali di erogazione d’un pubblico servizio universale, in barba alla Costituzione e a tutte le Convenzioni internazionali dei diritti, sono stati chiamati dal governo di centro-destra alle armi e arruolati nel ruolo inedito di “spioni”, in nome di un “allarme sociale”, spesso gonfiato ad arte, soprattutto sotto elezioni per distrarre l’opinione pubblica e parlare d’altro.

I medici e le loro associazioni sindacali e professionali hanno già fatto sentire la loro voce.

Ci auguriamo che anche dal mondo della scuola si levino immediatamente analoghe proteste.

Noi non ci rassegniamo alla distruzione della scuola pubblica.

Dopo i tagli alle risorse e agli organici, il 5 in condotta, il grembiulino e il maestro unico, non possiamo accettare anche quest’ultima provocazione.

La scuola è aperta a tutti, recita la nostra Costituzione (art.34 ).

Gli insegnanti, i dirigenti scolastici e tutti gli operatori scolastici devono respingere con forza ogni tentativo di stravolgere la nostra Costituzione , garantendo il diritto all’istruzione a tutti gli alunni che vivono nel nostro Paese, compresi gli alunni stranieri, come diritto universale incondizionato, nell’esercizio della funzione educativa affidata alla scuola, con spirito di tolleranza, pace, amicizia e comprensione.