Più alunni con disabilitàil prossimo anno: saranno
anche cinque con un solo prof
La Gelmini non ama i disabili.
Aumentano gli studenti con disabilità a scuola
nel 2009/2010 Maristella Iervasi, l'Unità 30.3.2009
Per tenersi buona la Lega ha «promesso» di mettere un tetto
all’ingresso degli studenti immigrati nelle classi. Poche o nessuna
tutela ha previsto invece per l’integrazione dei bambini e dei
ragazzi con disabilità che siedono nei banchi delle elementari,
medie e istituti superiori. La scuola della Gelmini non vede i
disabili? Stando a quando è scritto nero su bianco nel Regolamento
per la riorganizzazione scolastica e la ridefinizione degli
organici, sembra proprio così. Dal prossimo settembre, in una sola
classe potrebbero esserci anche cinque alunni con disabilità più o
meno grave. Con tutto ciò che ne consegue. E non è escluso che a
seguirli ci sia un solo insegnante di sostegno. Protesta il
sindacato Flc-Cgil e l’associazionismo da sempre al fianco del
superamento dell’handicap. Assordante il silenzio di viale
Trastevere.
La controriforma Gelmini con il ritorno del maestro unico, l’aumento
degli alunni per classe, le risorse tagliate all’osso e la
cancellazione delle compresenze, prospetta un percorso ad ostacoli
proprio per gli studenti che hanno più bisogno. Un piano che farà di
certo proliferare nelle scuole d’Italia il sorgere delle «stanze del
sorriso», o «aule delle buone pratiche»: una sorta di laboratori che
vengono spacciati per innovativi ma in realtà sono destinati ai soli
studenti con disabilità. Antonio Nocchetti, presidente
dell’Associazione «Tutti a scuola», non nasconde un altro scenario:
«La scuola dell’integrazione, alla luce delle scelte operate in
totale continuità dagli ultimi governi, sarà probabilmente
sostituita dal ritorno alle classi differenziali che, per primi in
Europa, l’Italia cancellò oltre 30 anni fa». Mentre la Fish, la
Federazione italiana per il superamento dell’handicap, punta i
piedi: «La Gelmini convochi subito l’Osservatorio per l’integrazione
scolastica», dice il presidente Pietro Barbieri. Proprio quell’Ossevatorio
dal quale si sono dimessi pochi messi fa in maniera clamorosa due
massimi esperti dell’integrazione: Dario Janes e Andrea Canevaro.
L’art.5, comma 2 del provvedimento Gelmini afferma che «le classi
frequentate da alunni con disabilità non possono avere, di norma,
più di 20 alunni» solo nel limite delle dotazioni organiche
complessive. Poi però nel successivo comma 3 si afferma, in
contrastro con quanto sopra, che «le classi e le sezioni delle
scuole ed istituti di ogni ordine e grado che accolgono alunni con
disabilità possono essere costituite anche in deroga al limite
previsto dal comma 2». Di fatto si propone una liberalizzazione, si
abroga il limite massimo di alunni disabili per classe. E si rende
estremamente difficoltosa la costituzione di classi iniziali di
corso con non più di 20 alunni.
Attualmente gli studenti con disabilità nella scuola pubblica sono
184mila. E per il prossimo anno è previsto un incremento di 6.500
unità. Gli insegnanti di sostegno affidati alla classe - e non come
erroneamente si dice esclusivamente al ragazzo disabile - sono
90.500, la maggiorparte dei quali è in organico di fatto: cioè con
un contratto annuale e spesso senza alcuna formazione specifica. La
Gelmini per 2009/2010 ha riconfermato per il sostegno gli stessi
organici. Vale a dire, ha agito con il bisturi, visto che non ha
tenuto conto delle nuove iscrizioni e il trend di aumento degli
alunni con disabilità. La scuola dell’integrazione richiede competenze e risorse adeguate. Inoltre, docenti formati (insegnanti di tutte le discipline e quelli di sostegno), tempi distesi per l’apprendimento degli alunni con disabilità, nonchè una continuità educativo-didattica per tutti gli anni di corso per i ragazzi con handicap. Tutto questo resta un sogno. |