Alla ricerca dell'ora perduta di Giuseppe Adernò, Pavone Risorse 23.3.2009 Il recente messaggio di “sperimentazione” che il Ministero ha inviato alle scuola anche sotto forma di concorso con la possibilità di far arrivare alle case scolastiche mille euro ci trova impegnati nel dare qualità ad un insegnamento da sempre e da tutti ritenuto importante ed efficace, ma di fatto poco funzionale e poco incisivo. Le attuali disposizioni che introducono l’insegnamento di”Cittadinanza e Costituzione” mentre tendono a restituire dignità alla “disciplina cenerentola” della scuola italiana, mediante l’attribuzione di un voto nella pagella, voto che ha la stessa valenza ed importanza di tutte le altre discipline, di fatto non prevedendo un’ora specifica “destinata”, determina il perpetuarsi di un “lassismo” didattico, per cui vengono realizzati degli interventi occasionali ed episodici, rimanendo inserito nell’area disciplinare storico.geografica. La stessa valutazione risente di un giudizio globale non sempre coerente con una progettualità didattica organizzata. Considerato che il regime di ristrettezza degli orari di cattedra per i docenti dei Lettere impone il completamento delle 18 ore in due classi nel tempo normale della scuola secondaria di primo grado, concentrando le ore di insegnamento in una classe così suddivise : 5 ore di italiano; 2 di storia e 2 di geografia, ed il medesimo impegno orario in un’altra classe , completando così totalmente l’orario di cattedra (9+9) non si ritiene fattibile “ inserire” in queste nove ore, o “ritagliare” del tempo didattico anche per l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” . L’insegnamento di una disciplina non può essere “ritagliato” quasi tolto ad altre attività, bensì necessita una progettazione organica ed una funzionalità strutturale nell’impianto dell’orario scolastico. Accettando il regime di ristrettezza e di tagli non si può sacrificare un insegnamento che si ritiene importante ed in dispensabile per la formazione del cittadino. Coerenza vuole che sia destinata all’insegnamento di “cittadinanza e Costituzione “ un’ora di scuola, la trentesima nel conteggio dell’orario settimanale che ne prevede 29: Lettere 9 ( Italiano 5, Storia 2, Geografia 2); Scienze matematiche 6 (Matematica 4 Scienze 2); Inglese 3 Seconda Lingua 2; Tecnologia 2; Arte e Immagine 2; Musica 2; Scienze motorie e sportive 2; Religione 1. Per completare le 30 ore curricolari, il progetto ministeriale prevede un’ora di “attività di approfondimento in materie letterarie” che sarebbe invece più opportuno che fosse l’ora destinata all’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” Il previsto “approfondimento” non si sa da chi verrebbe effettuato, se i docenti di Lettere completano tutti l’orario di cattedra nelle classi con 9 ore di insegnamento frontale. Affidare tale intervento didattico al docente che non completa l’orario di cattedra perché ha soltanto 9 ore in classe, diventa poco produttivo, tanto vale che si fa carico di un insegnamento autonomo qual è appunto “Cittadinanza e Costituzione” e svolge nelle classi una normale e codificata attività di insegnamento, secondo una progettazione didattica specifica e graduale. La “nostra” proposta di organizzazione dell’orario di cattedra, proposta di chi a scuola ci vive ed opera è la seguente:
Qualora si ritenesse che il carico orario dell’insegnamento distaccato di Cittadinanza e Costituzione fosse un aggravio per l’erario, in quanto comporterebbe una cattedra in più, qualora non ci fossero delle ore residue nella scuola, si auspica che vengano affidate ai docenti di Lettere in servizio come “ore aggiuntive” all’orario di cattedra che da 18 passa a 20 ore (un’ora in ciascuna classe) e certamente le due ore aggiuntive assegnate ad un docente di ruolo, saranno meno costose. Viene così rispettata l’indicazione ministeriale che l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” è inserito nell’area letteraria storico-geografica, ma con una connotazione specifica ed autonoma. Si contempera in tal modo la logica del risparmio e la logica della didattica disciplinare che non può essere immolata sull’altare del risparmio. Le economie ed i risparmi potranno essere fatte su altri settori della pubblica amministrazione ed anche della pubblica istruzione, ma non sulla pelle degli studenti e della didattica che contribuisce alla formazione e all’educazione civica dei cittadini. |