La geografia delle regioni
più e meno penalizzate
dalle riduzioni degli organici

da Tuttoscuola, 26 marzo 2009

Trovano una prima conferma nelle agenzie di stampa le riduzioni di personale docente comunicate dai sindacati al termine dell'incontro avuto con il Ministero dell'Istruzione lo scorso 23 marzo.

Dal 1° settembre dovrebbero essere 36.854 i posti di docente in meno. Questa cifra sarebbe contenuta nelle tabelle allegate alla bozza di decreto interministeriale sugli organici, che il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini dovrebbe firmare in questi giorni, per poi raccogliere la seconda firma del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ed essere trasmesso alle direzioni regionali che assieme a regioni ed enti locali dovranno darne applicazione.

La riduzione corrisponde, rispetto agli organici attuali, a una riduzione del 6,2% medio nazionale ed è destinato a raggiungere il 7% poiché in estate il Miur provvederà a cancellare altre 5mila cattedre sul cosiddetto organico di fatto (basato sulle effettive iscrizioni degli studenti).

Non tutte le regioni avranno le stesse riduzioni percentuali: in linea generale sarà il Sud a perdere maggiori posti d'insegnante. Si va dal 3,7% dell'Emilia-Romagna al 7,3% dell'Abruzzo, all'8,2% della Sicilia, all' 8,9% della Basilicata fino al 9,2% della Calabria.

In cifre assolute, la regione che perderà più docenti, complessivi di tutti i gradi scolastici, dall'infanzia alle superiori, sarà la Campania (5.645 posti tagliati), seguita dalla Sicilia (5.020), dalla Puglia (3.600), dalla Calabria (2.500) e dalla Sardegna (1.670). Un numero cospicuo lo perderanno comunque anche la Lombardia (circa 4.000 posti), il Lazio (2.800) e il Piemonte con 2.175 tagli.

Anche se si guardano le zone e i diversi gradi scolatici esistono sensibili differenze. A livello regionale si va dal decremento dell'1,6% nelle primarie (le ex elementari) dell'Emilia Romagna a quello decisamente più alto del 15% nelle secondarie di primo grado della Calabria.

Per quello che riguarda i tipi di corsi, le riduzioni maggiori riguarderanno la secondaria di primo grado (la ex scuola media) che perderà l'11% dell'attuale organico di docenti. Si tratta di un taglio complessivo di 15.500 posti, pari al 10,6% dei posti attuali; con punte di oltre il 14% in Basilicata, Calabria e Sardegna.

Meno incisivo il taglio alla primaria, dove se ci saranno circa 10.000 maestri in meno, pari ad un - 4,4%. Anche in questo ordine scolastico a pagare di più sarà il Sud: l'8% in Molise ed oltre il 7% in Campania, Puglia e Sicilia.

Più uniforme il decremento di posti nella secondaria superiore, che comunque si vedrà ridurre l'organico dei docenti del 5% (11.346 posti in meno). Nessuna riduzione è prevista invece per i posti di sostegno che restano sempre 90.469 (58.463 assegnati in organico di diritto e 32.006 annuali).