Il decreto ministeriale sugli organici per il prossimo
anno
toglierà lavoro a quasi ventimila insegnanti solo in quattro regioni
del Sud.
Confermati i 42mila tagli tra organico di diritto e organico di
fatto
Prof, i tagli della Gelmini
per il 40% saranno al Sud.
Bastico: una devastazione
Giuseppe Vittori,
l'Unità
25.3.2009
Il 40% dei tagli sull’organico docente si realizzerà in quattro
regioni: Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. È quanto si evince
dalle tabelle allegate al decreto interministeriale sugli organici
per l’anno scolastico 2009-2010 che prevede 37.000 tagli
nell’organico di diritto e ulteriori 5.000 in quello di fatto,
confermando quindi i 42.000 posti in meno decisi con la manovra
Finanziaria, seppure con una «uscita» in due fasi.
In base al provvedimento ci sarà una riduzione di 10.000 insegnanti
nella scuola primaria, oltre 15.500 alle medie e circa 11.350 alle
superiori a cui si aggiunge un taglio di 245 presidi (per la
riduzione delle autonomie scolastiche). Per quanto riguarda i
docenti di sostegno il numero rimane sostanzialmente quello
dell’anno scolastico in corso (circa 90.500 unità). A fronte di ciò
si prevede un aumento di 4.120 alunni nella primaria e di 10.462
nella secondaria di primo grado mentre nella secondaria di secondo
grado si registra una flessione di circa 26.700 studenti. Nel
provvedimento si sottolinea l’esigenza che le Regioni e gli Enti
Locali vengano coinvolti nella fase di elaborazione del piano di
assegnazione delle risorse alle singole province e anche per il
prossimo anno saranno consentite compensazioni tra i contingenti di
organico relativi ai diversi gradi di scolarità. A questo proposito
«l’organizzazione del tempo pieno è realizzata nei limiti
dell’organico assegnato per l’anno scolastico 2009-2009» precisando
che «le ore di insegnamento residuate dalla istituzione di classi
con 24 ore e dalla presenza aggiuntiva di docenti specialisti per
l’insegnamento della lingua inglese e della religione cattolica,
nonché dal recupero delle ore di compresenza del tempo pieno,
possono essere impiegate per ampliare l’offerta formativa della
scuola» e dunque anche per una estensione del tempo pieno. Per
quanto riguarda l’inglese potenziato, potrà essere autorizzato
«compatibilmente con le disponibilità di organico» e «solo in
assenza di esubero dei docenti delle seconde lingue comunitarie sia
nell’ambito della scuola interessata che a livello provinciale».
«Questi non sono tagli: è una devastazione inattuabile», ha
commentato Mariangela Bastico, responsabile scuola del Pd.