Andare a studiare in un college oltremanica non è
difficile e non costa
neanche troppo. Le procedure, le domande, le agenzie che aiutano
All'Università? Vado in Inghilterra.
Sempre più italiani ci provano
In un anno (2008-2009) il numero delle domande è
salito del 21%
Chiara Brusa Gallina, la
Repubblica 6.3.2009
ROMA - Saranno i
tagli che incombono sulla scuola e la ricerca italiane. Sarà la
sterlina debole. Sarà la voglia di respirare la cultura inglese o la
certezza che imparare alla perfezione la lingua di Shakespeare
spalancherà anche le porte più pesanti del mondo del lavoro. Fatto
sta che gli italiani sono sempre più attratti dalle università
britanniche. Le loro domande di ammissione viaggiano online verso le
blasonate Oxford e Cambridge, ma anche Brighton, Leicester, gli
atenei di Londra. Un processo, quello di ammissione, che è già di
per sé un ostacolo: la domanda è il primo esame che inaugura il
corso di studi. Il percorso non è semplice per chi non ha buona
padronanza della lingua. Ma gli italiani, in questo senso, si sono
già dati da fare e hanno sfoderato la loro proverbiale "arte di
arrangiarsi".
Il dato. Sono sempre più gli "Italians"
che scelgono di andare oltre Manica dopo la maturità: tra il 2008 e
il 2009 le richieste sono aumentate del 21% secondo l'Ucas,
l'agenzia che si occupa della gestione delle domande di ammissione
alle lauree di primo livello, i cosiddetti "undergraduate degrees".
Gli italiani che hanno inviato le domande erano 958 nel 2008, sono
1.160 quest'anno. Certo meno dei francesi, che sono più di 2mila, o
dei cinesi (3.641), ma è la percentuale di crescita che fa la
differenza: solo 7,5% tra 2008 e 2009 per gli studenti del Paese del
Dragone e 14,4% per la Francia. Insomma, sembra che gli italiani si
stiano svegliando dal torpore degli stereotipi che li vogliono
restii a lasciare la casa di mamma e papà.
Senza contare che
ci sono quelli impegnati in specializzazioni, master e dottorati: un
universo più frammentato al quale si accede facendo richiesta alle
singole università o tramite
l'agenzia Ukpass,
dove però non sono rappresentati tutti gli atenei.
Dopo la maturità. Per diventare
"fresher", matricole, bisogna darsi da fare almeno un anno prima
dell'inizio dei corsi. La scadenza per la consegna delle domande di
ammissione è in genere il 15 gennaio, anche se alcune facoltà
letterarie posticipano a marzo e altre, come medicina, ma anche i
corsi di Oxford e Cambridge anticipano a ottobre. Il sistema che
smista le richieste è centralizzato: si fa tutto in rete, tramite il
sito dell'Ucas.
Nel modulo di registrazione si inseriscono i dati personali, il
curriculum di studio e si indicano le facoltà e le università per le
quali si fa domanda (un massimo di cinque, ma in alcuni casi scende
a quattro). Oltre alle informazioni personali, bisogna allegare
anche il "reference", una lettera di presentazione del candidato
scritta dall'insegnante di inglese e preferibilmente anche da un
docente della materia scelta. Non basta: l'aspirante universitario
deve inviare un "personal statement", una lettera alla commissione
esaminatrice in cui illustra le proprie caratteristiche, le ragioni
che lo spingono a fare domanda, le aspirazioni. E' una pratica
pressoché sconosciuta in Italia, ma molto diffusa all'estero: l'autopromozione,
l'idea che bisogna guadagnarsi il posto vendendo il "prodotto" che
siamo.
Il prezzo dell'istruzione. E'
vero che studiare all'estero non è alla portata di tutti, ma negli
ultimi anni, anche grazie al fatto che la Gran Bretagna dà
agevolazioni agli studenti dell'Unione Europea, è diventato molto
più semplice. Il costo non è uniforme, dipende dalla facoltà e
dall'ateneo. Per farsi un'idea, però, basta guardare la tabella del
sito
Education Uk dove viene segnalato il prezzo medio degli "undergraduate
degrees": si va dalle 4mila alle 21mila sterline l'anno, cioè da
4.500 a 23.000 euro circa. Ce n'è per tutte le tasche.
All'università di Leicester, ad esempio, uno studente Ue può
frequentare un "undergraduate programme" per 3.145 sterline l'anno,
più o meno 3.500 euro l'anno. "Il costo della vita a Leicester è più
basso rispetto ad altre città britanniche - si legge sul portale
dell'università - con 640 sterline al mese (718 euro, ndr) uno
studente riesce a coprire tutte le spese, dalla casa ai libri, al
cibo".
Chi decide di
studiare in Uk, deve considerare anche che non mancano le borse di
studio
(vedi il database) e che mantenersi con lavori part-time, dentro
o fuori dai campus, non è un'impresa impossibile. Prima di inoltrare
le domande, quindi, sempre meglio setacciare i siti delle singole
università per avere un'idea sul costo delle rette e la possibilità
di correre per una borsa di studio. Confusi? Ci si può aiutare con
l'International
student calculator, uno strumento online per fare il bilancio di
entrate e uscite, le previsioni, calcolare le possibilità.
Conoscenze linguistiche. La
stessa domanda di ammissione è una verifica del livello di inglese,
ma non esclude che si possa "barare", affidandosi troppo a
dizionari, amici o internet per colmare le lacune. E allora ecco che
le università potrebbero richiedere altro: un colloquio, una tesina
oppure un certificato internazionale come gli esami di Cambridge o
un punteggio minimo nei test Ielts. "Dal 2006 a oggi il numero degli
italiani che fanno l'Ielts è cresciuto dell'80%", spiega Irene
Manca, manager dell'ufficio esami del British Council, l'ente che
detiene il marchio Ielts e si occupa della diffusione della cultura
inglese nel mondo. L'Ielts si fa anche per avere un attestato da
usare sul lavoro. "Ma almeno il 50% lo utilizza per accedere a corsi
di studio", spiega Manca. Corsi che, oltre che in Gran Bretagna,
possono essere anche in America o Australia.
Le consulenze. Se la
destinazione scelta è il Regno Unito, non si è soli di fronte alla
barriera dell'iscrizione: sono diverse le agenzie italiane che,
oltre a offrire servizi per affittare case e prenotare vacanze,
danno consulenze sulle domande.
"Ultimamente sono
aumentate sia le richieste per aprire business sul suolo inglese sia
per studiare all'università", dice Fabio Busatto, che insieme a
Samuele Scodeggio ha creato e gestisce l'agenzia
Sognando
Londra. "Le facoltà più richieste sono business management,
marketing e ingegneria", aggiunge Busatto. Nel loro forum i ragazzi
cercano risposte per pianificare gli studi a Londra, consapevoli del
fatto che affrontare esami universitari in inglese non è una
passeggiata.
Ma è giusto che lo
studente affronti la prima prova, quella dell'iscrizione, con il
supporto di un'agenzia? "E' una cosa molto 'italianà e non si
dovrebbe fare - afferma Irene Manca - bisognerebbe avere da subito
il livello richiesto di lingua". "E' una scelta personale e legale -
ribatte Busatto - si tratta di consulenze, come quelle che danno i
commercialisti sulla dichiarazione dei redditi". "La conoscenza non
approfondita della lingua si rispecchia nei voti, ma anche nel tipo
di università a cui si riesce ad accedere, non tutte sono allo
stesso livello", sostiene Manca. La storia di Irene basta a chiarire
quello che secondo lei è il percorso ideale da seguire. "Mi sono
preparata prendendo lezioni private da una madrelingua durante le
superiori - racconta - poi sono stata un anno a Londra, studiavo e
lavoravo, prima di iscrivermi a business administration". Impegno e
dedizione che non possono essere improvvisati, "of course".