I genitori bocciano il modello Gelmini.
E adesso?

di Gianni Gandola e Federico Niccoli, ScuolaOggi 6.3.2009

I dati sulle iscrizioni alle classi prime della scuola primaria sono inequivocabili. Dopo il parere fortemente critico del CNPI anche i genitori rifiutano in massa il modello delle 24 ore (e, conseguentemente, del maestro unico). Il 90% sceglie le 30 ore o il tempo pieno. Il tempo pieno arriva alla soglia di richieste del 34%. Un vero e proprio flop dunque per le 24 ore, unica “innovazione” oraria introdotta dal ministro Gelmini (il resto era già previsto dalla riforma Moratti).

Ora la Gelmini e qualche rivista di governo come Tuttoscuola si affannano a dire che “non è questione di maestro unico ma di tempo scuola”. Per il ministro infatti, la scelta da parte delle famiglie a favore del tempo lungo non avrebbe niente a che vedere con una possibile bocciatura del maestro unico: "Il maestro unico esiste indipendentemente dal quadro orario scelto dalle famiglie. Esiste nelle 24, nelle 27 e nelle 30 ore. La scelta delle famiglie del quadro orario non ha nulla a che vedere col maestro unico che è il modello che abbiamo scelto".

Sta di fatto che i modelli orari prescelti, le 30 ore e le 40 ore, corrispondono esattamente all’orario dei moduli e del tempo pieno, vale a dire dei modelli scolastici preesistenti nella scuola elementare. D’altra parte era noto che moduli e tempo pieno riscuotevano, secondo tutte le indagini effettuate, il gradimento delle famiglie. Non era una novità. La novità semmai stava nella scelta, improvvida, di voler abbattere l’organizzazione modulare.

Si possono trovare tutte le giustificazioni che si vogliono. Tuttoscuola arriva a sostenere che il rifiuto delle 24 ore è soprattutto dovuto ad “abitudini” consolidate da anni tra i genitori, cioè all’idea di un tempo scuola medio lungo ormai radicata e alla presenza di più docenti che renderebbe difficile riabituarsi all’idea che tutto o quasi sia affidato ad un solo docente. Un fatto di consuetudine dunque, di prassi consolidata e di “idee” difficili da rimuovere, da riconvertire. Non si pensa che possa esserci anche qualche altra ragione, più nobile, e cioè il gradimento, l’apprezzamento per il modello didattico-organizzativo in sé, un modello fondato su gruppo docente e tempo lungo.

Ma ora si pone un problema serio. Abbiamo sempre pensato e sostenuto che il modello del maestro unico non corrispondeva solo ad una volontà di ritorno al passato, ad una scuola più tradizionale, ma rispondeva anche e soprattutto a precise ragioni economiche, alla decisione di ridurre drasticamente il tempo scuola e quindi il numero dei docenti. Ora le richieste dei genitori non solo confermano i modelli orari preesistenti ma, con il rifiuto delle 24 ore, vanno decisamente controcorrente riproponendo così un problema di organici. Come farà adesso il MIUR a soddisfare tutte le richieste di 30 ore e di tempo pieno? Questo andrebbe in senso esattamente contrario rispetto ai tagli di personale previsti.

E d’altra parte, dopo aver magnificato in lungo e in largo la priorità della scelta delle famiglie, il diritto dei genitori di decidere il modello orario preferito in base alle loro esigenze, adesso come si fa a non soddisfare quelle richieste? Sarebbe un boomerang di non poco conto. Sarà interessante vedere come il MIUR definirà ed assegnerà gli organici alle scuole, in base ai modelli orari richiesti. Di certo, per il MIUR si tratta di una bella patata bollente.