La Riforma Gelmini avanza E mentre rimangono in piedi tutti i punti critici sull'integrazione, che la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) denuncia da anni, al momento le principali preoccupazioni per gli alunni con disabilità sembrano derivare dai regolamenti sulla formazione delle classi, sulla valutazione degli alunni e sulla formazione iniziale dei docenti. Sarebbe bene, per altro, che il Ministro tornasse a convocare l'Osservatorio Nazionale sull'Integrazione Scolastica, per comunicare direttamente alle associazioni le sue reali intenzioni e per ascoltare le proposte provenienti dalle associazioni stesse di Salvatore Nocera* da Superando, 15.3.2009
A seguito dell’articolo 64 della Legge
133/08 (Conversione in legge, con modificazioni, del
decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti
per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la
stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria)
e della Legge
169/08 (Conversione in legge, con modificazioni, del
decreto-legge 1º settembre 2008, n. 137, recante disposizioni
urgenti in materia di istruzione e università), la
riforma della scuola del ministro Gelmini avanza, tra
polemiche e consensi.
Per quanto poi riguarda
l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità, la
Riforma Gelmini - che si innesta sulla precedente Riforma Moratti,
sviluppandola - non sembra direttamente produrre arretramenti, anche
se la già citata abolizione del cosiddetto "modulo" potrà rendere
più difficile la presa in carico da parte dell'unico docente
il quale dovrà occuparsi di classi in cui saranno sempre
più presenti alunni con difficoltà di apprendimento, non
riconducibili alle sole cause di disabilità.
Quelli che invece potranno creare
problemi seri saranno i regolamenti
le cui bozze hanno già suscitato preoccupazioni nelle
associazioni, delle quali si è fatta portavoce la FISH
(Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) in
numerosi appunti al Ministero. Sul secondo regolamento (Valutazione degli alunni), la FISH ha evidenziato la necessità di tenere conto sia dell’articolo 24 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dal Parlamento il 24 febbraio scorso - articolo concernente la scuola "inclusiva" - sia dell’articolo 16 della Legge 104/92 che garantisce una valutazione personalizzata sulle effettive capacità dei singoli, anche sulla base della famosa Sentenza della Corte Costituzionale 215/87, riguardante il diritto pieno e incondizionato degli alunni con disabilità - anche in situazione di gravità - a frequentare pure la scuola superiore. Pare per altro che su questi aspetti il Ministero si stia mostrando sensibile.
Infine, sul terzo regolamento (Formazione
iniziale dei docenti), la FISH - anche alla luce delle
indicazioni fornite dalla Società Italiana di Pedagogia Speciale,
presieduta da Luigi D'Alonzo dell’Università
Cattolica di Milano - ha chiesto un forte incremento delle
ore di formazione sulla didattica degli alunni con disabilità
rivolta ai futuri docenti curricolari delle scuole
secondarie, poiché il testo del regolamento propone un numero
talmente esiguo di ore da lasciar dubitare che possa cambiare
l'attuale deriva di delega ai soli docenti per il sostegno,
che poi determina la richiesta di un maggior numero di ore di
sostegno, ottenute in genere con un crescente numero di sentenze
della Magistratura ordinaria e amministrativa. Si spera che anche su
questo il Ministero sia disponibile all’ascolto.
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Vicepresidente FISH Nazionale (Federazione Italiana
per il Superamento dell'Handicap) e responsabile dell'Area
Normativo-Giuridica dell'Osservatorio Scolastico sull'Integrazione
dell'AIPD
Nazionale (Associazione Italiana Persone Down). |