Analisi dello schema di Stefania Fabris, ReteScuole 22.3.2009
In data 13 marzo il Consiglio dei Ministri ha deliberato, su proposta
del Ministro Gelmini, uno schema di Regolamento sulla valutazione
finalizzato a coordinare tutte le norme vigenti per la valutazione
degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado. Un provvedimento
molto atteso da tutti gli insegnanti e dai dirigenti responsabili
delle singole istituzioni scolastiche che in questi mesi, dopo le
novità introdotte dalla legge 169 del 30 ottobre 2008, hanno dovuto
comunque procedere nel loro compito di funzionari statali in un
contesto normativo molto confuso. Un regolamento dovuto, dunque,
ancorchè tardivo, per poter procedere alle operazioni finali di
valutazione e certificazione di giugno, in uno Stato che prevede il
valore legale dei titoli di studio conseguiti su tutto il territorio
nazionale nell'ambito del sistema integrato della scuola pubblica,
cioè statale e paritaria. Lo schema di Regolamento, sentito il
parere del Consiglio di Stato, andrà all'approvazione definitiva e
quindi seguiranno le dovute circolari con le quali si andrà alla
valutazione di fine anno. Un anno confuso, appunto, non tanto per il
dibattito, che sulla questione specifica della valutazione nelle
scuole e tra gli addetti ai lavori è stato appena accennato, quanto
per le continue incursioni di spot propagandistici di diversa
provenienza che per lo più hanno annunciato possibili svolte di
maggiore rigore e serietà negli studi. E' del tutto evidente che una
legge del 30 ottobre, seguita da un decreto ministeriale del 16
gennaio, seguita da uno Schema di regolamento del 13 marzo, che
abroga il DM del 16 gennaio (n.b.), il quale schema diventerà
regolamento alla vigilia degli scrutini, se lo diventerà, ha già di
fatto scardinato e reso inservibili, diciamo almeno per due volte
nello stesso anno, tutte le regole che nelle scuole sono state
elaborate per inseguire il nuovo, sebbene con prudenza, ma
soprattutto quelle che sono state applicate da anni secondo una
prassi consolidata, e se non altro secondo, diciamo, di buon senso.
Buon senso a cui, da ultimo, si appellava ieri persino Giovannardi
visto che cambiare così le regole del gioco a metà del II
quadrimestre crea parecchia preoccupazione nelle famiglie del Paese.
Si è trattato in effetti di un caos normativo di proporzioni mai
viste che peraltro non risponde ad un progetto pedagogico
rivoluzionario, come è stato più volte ribadito dal Governo - che si
è dichiarato in materia molto pragmatico e estraneo a vaneggiamenti
utopistici per un mondo migliore, tipici invece di quella categoria
sociale ormai in disuso dei teorici dell'educazione-, ma che ha
voluto solo far emergere le contraddizioni del sistema scolastico di
massa. La scuola, pur essendo in una condizione di delegittimazione
quotidiana, e pur apprestandosi a compiere una serie di atti formali
privi di qualsiasi fondamento legittimo, ha resistito e si appresta
ad affrontare un'estate all'insegna dell'implosione. Chissà se ad
Aprile ci arriverà anche addosso la legge Aprea...Ma la scuola
potrebbe ancora resistere perchè in realtà non è un settore della
pubblica amministrazione come gli altri, e per quanta ironia possano
fare i ministri Brunetta e Gelmini in conferenza stampa, è sostenuta
dalle motivazioni vere e sentite di tutti. Chissà, vedremo cosa
succede: a convincere un po' di giovani a non iscriversi
all'università ci sono riusciti, ma a scuola le famiglie i ragazzi
ce li vogliono mandare e sarà ben difficile che le aziende in questo
momento si lancino in proposte formative allettanti. E comunque
restano fuori i bambini sotto i 16 anni, direi. Poi i privati,
quelli privati privati, ma anche quelli delle paritarie, come
faranno? A ben vedere sono messi senz’altro peggio della statale.
Loro sì che sono nei guai! Siamo tutti orecchie: analizziamo lo Schema di Regolamento partorito dopo tanti mesi. 1. La valutazione è espressione dell’autonomia professionale, sia individuale sia collegiale, dei docenti nell’ambito dell’autonomia scolastica: nihil novi sub soli, ci mancherebbe ancora, l’abbiamo sempre fatto, ma, già che siamo nel pleonasmo, non sarebbe il caso di ribadire: “ nel rispetto dei programmi, oppure delle Indicazioni nazionali, oppure dei livelli minimi del servizio:::”??? Programmi, Indicazioni nazionali o similia non sono citati esplicitamente nemmeno una volta. 2. La valutazione mira a favorire il progresso nell’apprendimento e all’orientamento in coerenza con l’obiettivo dell’apprendimento permanente di Lisbona 2000: ohibò, di apprendimento permanente parliamo e facciamo da almeno 20 anni effettivi, Lisbona non parlava di competenze? Ebbene? Anche questa parola che in effetti era un po’ misteriosa, ma molto europea e trendy…neanche l’ombra. Andiamo avanti, sarà evocata solo alla fine. 3. Gli obbiettivi da verificare devono essere coerenti con il POF di ogni scuola: e gli obiettivi del POF di ogni scuola devono essere coerenti con di Programmi nazionali? No, come ho già detto, questo termine è sparito, ma anche Indicazioni nazionali, anche Livelli essenziali del servizio, anche tutto. Israel non dice niente? E la Prof.Mastrocola, l’unica che riesce ad essere consultata dal Ministro? Restano gli obiettivi del POF, di ogni singolo autonomo POF!! 4. Ci vuole omogeneità all’interno di ogni scuola, equità e trasparenza: bene non è più possibile in III A valutare in modo affatto diverso dalla III B. Si vede che invece era successo anche questo… 5. Alla fine (art.1, comma 5) non c’è la certificazione delle competenze attese in funzione del titolo di studio, ma la certificazione dei singolari, personali livelli raggiunti: e il titolo di studio??? Evidentemente in silenzio è passata la Moratti. Io lo sapevo che finiva, così, Giorgio Israel e i pedagogisti del Patto di Genova preelettorale fanno finta di niente, ma è andata così. O forse a Giorgio Israel non gli hanno ancora spiegato bene tutta la faccenda… 6. Le famiglie verranno informate, anche via e-mail o sms. Bene, è possibile, certo, ma i colloqui con le famiglie sono un’altra cosa, implicano uno scambio di informazioni, un’alleanza per l’educazione dei figli. Sennò anche i diari hanno sempre fatto il loro dovere giacchè il passaggio ad una cultura scritta è già avvenuto qualche migliaio d’anni fa, per Bacco! 7. La valutazione deve essere personalizzata, i ragazzi delle medie non possono fare più di 50 assenze all’anno, si considera anche la condotta oltre che il rendimento attraverso una attribuzione di numeri. Bene, questa era la Riforma Moratti che quei poveretti di colleghi delle medie aveva già metabolizzato, poi risputato, facendo solo sparire il portaolio, strumento peraltro imprescindibile se si va a realizzare il principio della personalizzazione dei piani di studio. 8. I minori stranieri invece sono valutati come quelli italiani, nelle forme e nei modi”: nessuno strumento per lo svantaggio socio-culturale evidente per chi arriva ad un certo punto del percorso e non conosce la lingua. Non importa, saranno bocciati, l’importante è che stiano nelle classi comuni, preferisco così, meglio bocciati che segregati. Certo non si capisce come mai si personalizzi per gli italiani e si omologhi per gli stranieri, comunque… 9. La valutazione spetta agli insegnanti: e a chi sennò?? 10. I voti attribuiti possono anche essere scritti in lettere: interessante, grazie! 11. Dove si insegna musica, anche la musica implica un apprendimento che può essere valutato: ma, dai! 12. La religione cattolica non può essere valutata in numero, ma solo con un giudizio, così non può far media. Per forza, altrimenti dovevano attivare l’ora alternativa, che costa e non ha in cambio nulla dal Vaticano. Questo è detto in modo perentorio per la scuola dell’obbligo, per le superiori invece viene lasciata aperta una possibilità. 13. I docenti di sostegno partecipano alla valutazione di tutti: sempre stato. E valutano i ragazzi disabili sulla base del PEI. Sempre stato, anche se qui si semplifica alla grande. 14. Per decidere della promozione bisogna considerare il rendimento e il comportamento. Naturalmente non abbiamo mai valutato sulla base del colore degli occhi, la novità è il comportamento, vediamo allora gli obiettivi.
15. Se alle medie un ragazzino non ha la sufficienza in una più
materie, non devono far niente per farlo recuperare, ma devono fare
un asterisco con noticina a piè di pagina per informazione alle
famiglie. Non era meglio scrivere 5, o 4, o quello che era? E le
famiglie non erano già state informate informaticamente? 17. Nelle medie la condotta è espressa con un numero scritto anche in parola e illustrato con specifica nota. Un numero scritto in parola credo resti sempre un numero, o no? Sarebbe interessante la nota esplicativa che invece resta misteriosa. 18. La valutazione è relativa ad ogni anno scolastico, e non a due, come volevano i precedenti rivoluzionari Berlinguer e Moratti: qui tutto resta uguale. Bene. 19. Se uno a scuola non si è mai presentato, non può essere valutato: pazzesco? E la segnalazione al Tribunale del minori? E i Carabinieri che bussano alla porta di casa? 20. Ma veniamo all’esame di terza media. Qui non si scherza: i tredicenni devono farsi tutte le prove cioè tre o quattro scritti, a seconda che abbiano fatto una o due lingue straniere, più la Prova Invalsi, più l’orale, e comunque per essere ammessi devono avere sei in tutte le materie sennò non possono neanche fare l’esame. Inoltre per loro il MIUR si è impegnato anche in un’opera di precisa quantificazione: “Il voto finale è costituito dalla media dei voti in decimi ottenuti dalle singole prove e nel giudizio di idoneità, arrotondata all’unità superiore per frazione pari o superiore a 0,5”. Porca miseria!! A parte che tutti sappiamo che per arrotondare da 0,5 in su bisogna aggiungere, ma cosa vi hanno fatto i poveri tredicenni brufolosi e irrequieti per gli ormoni stimolati da Canale 5 da meritarsi una simile selezione? Tranquilli, se proprio prendono dieci, gli potete dare anche la lode. E gli esiti finali degli esami potranno essere affissi all’albo. Come sempre, a parte l’anno scorso… 21. Ma veniamo alle superiori dove si annidano bulli, pupe e guerriglieri in erba: qui tutti partecipano, sorvegliano e danno informazioni compresi i docenti di attività alternative all’insegnamento della religione cattolica che se ci sono, ma forse anche se non ci sono, ma si avvalgono delle telecamere appostate all’ingresso delle scuole, forniscono “preventivamente” ai docenti preziosi elementi conoscitivi sugli interessi e sul profitto raggiunto da ciascun alunno. Secondo loro, of course, senza programmi, è ovvio. 22. Il comportamento degli alunni è valutato in numeri, è scritto anche in lettere in pagella ( da sempre) e concorre al credito scolastico cioè a quel numero che viene attribuito sulla base della media aritmetica delle singole specifiche valutazioni. Questa è la vera e unica novità, il voto di condotta fa media, nella maggioranza dei casi alza la media e può servire per la borsa di studio che viene erogata con la media di 8,1 a seconda della fascia di reddito. Basta con la storia di quelli bravi, intelligenti, ma vivaci. 23. Per il momento la religione non fa media, ma nel Regolamento si dice, fatte salve eventuali modifiche. Tutto è: fatto salvo eventuali modifiche. Che strano regolamento… 24. L’alternanza scuola lavoro fa punti e fa media, non si sa quanto e come, ma fa. Oltretutto è personalizzata, quindi... Il lavoro nobilita. 25. Per essere promossi ci vuole 6 in ogni materia. Ci può anche essere una sospensione del giudizio con rinvio a settembre quando con un esame gli studenti saranno valutati non complessivamente ma solo sulle materie da recuperare. E’ passato il definitivo boicottaggio dell’Ordinanza di Fioroni, tutto molto a tu per tu e a costo zero. La scuola verificherà, certamente, mentre sulle iniziative di recupero top secret. Sei andato a lezioni private? Fa crescere il PIL… 26. Resta l’obbligo scolastico, ma nel quadro del diritto-dovere cioè anche nei corsi di formazione professionale, oltre che nell’apprendistato, che pur avendo sprecato tutti i soldi della comunità europea e avendo dato pessimi risultati nell’indagine Ocse-Pisa, tanto da abbassare la media nazionale quasi quanto l’hanno abbassata le performances degli alunni delle scuole paritarie, sono i più caldeggiati. Le aziende vi aspettano a braccia aperte, perché volete fare un liceo o comunque un biennio di istruzione superiore? Il lavoro non qualificato nobilita di più. 27. Con 6 in tutte le materie e 6 di condotta si è ammessi all’esame di maturità. Poi ci sono anche gli ottisti, e poi nello scrutinio finale votano tutti i prof, compresi quelli di sostegno e quelli di religione che però votano solo per i loro allievi, e non anche per gli altri che non hanno mai avuto, e concorrono all’attribuzione del credito scolastico. 28. Gli esiti degli esami sono affissi all’albo. Con quale dizione, di grazia, visto come sono andate le cose l’anno scorso ? Se mi nominano di nuovo Presidente agli esami di maturità avrò modo di ricever nell’arco di 15 giorni almeno un paio di circolari del tutto opposte… 29. Ma veniamo finalmente alla condotta. La valutazione del comportamento si propone di favorire l’acquisizione di una coscienza civile che vede consapevolezza della propria libertà personale unita all’adempimento dei propri doveri secondo quanto indicato dallo Statuto degli Studenti e delle studentesse del 1998 e successive modificazioni. Sul punto il Regolamento sancisce che deve essere attribuito un voto inferiore a 6, e quindi una non ammissione all’anno successivo o agli esami di Stato, nel caso in cui sia stata irrogata una sanzione disciplinare per fatti gravi quali la sospensione per più di 15 giorni, l’allontanamento, con o senza esclusione dagli esami, dalle lezioni anche fino alla fine dell’anno ovvero tutte quelle fattispecie peraltro già previste dalle modifiche introdotte da Fioroni allo Statuto degli studenti laddove sussistevano situazioni di reale pericolosità per la comunità scolastica. E fin qui, nulla di nuovo a parte il fatto che Gelmini rispetto a Fioroni prevede la bocciatura a fine anno mentre Fioroni prevedeva il disposto dell’allontanamento dalla scuola fino alla fine dell’anno. Ma il Regolamento prevede una sanzione disciplinare e quindi una possibile attribuzione di 5 in condotta con conseguente automatica bocciatura anche nei casi in cui siano violati gli articoli 1, 2 e 5 dello Statuto, ovvero: frequenza regolare e assiduo impegno di studio, rispetto degli altri e reciprocità, utilizzo delle strutture corretto senza arrecare danno al patrimonio della scuola ( nel comunicato stampa Gelmini preferisce rendere più severa la faccenda e raddoppia il criterio dicendo che si può essere sanzionati per il non corretto utilizzo dei sussidi didattici e/o per il danno arrecato al patrimonio. Vabbè, lasciamo stare, ci mancherebbe ancora che se un ragazzo non sa utilizzare correttamente un sussidio didattico, pur senza danneggiarlo, dovesse ricevere una sanzione disciplinare che lo porta alla bocciatura! Ma via, cerchiamo di non essere ridicoli, per quanto possiamo invidiarli questi giovinetti che smanettano alla grande computer che noi non siamo ancora capaci di usare, non possiamo certo arrivare a tali vertici di vendetta! Certamente un refuso ministeriale, tra gli altri..). 30. E qui viene la chicca: articolo 7, comma 3 del Regolamento, dove finalmente si svela il vero intento di tutta l’operazione. Fermo restando che le scuole non possono sanzionare comportamenti /reati di opinione secondo quanto previsto dall’articolo 21 della Costituzione ( cosa che era importante dire caso mai gli insegnanti autonomi e liberi delle autonome scuole ritenessero di infischiarsene della Costituzione), per il resto le scuole valutano, gli studenti devono conformarsi, ma le scuole dal conto loro, possono determinare e mettere nel POF iniziative finalizzate alla promozione e alla valorizzazione dei comportamenti positivi (?), alla prevenzione di quelli negativi (?) e al coinvolgimento attivo dei genitori e degli alunni. Le scuole possono, non devono. Le scuole sono libere, libere da tutto, a parte qualche articolo della Costituzione, a parte l’ossequio formale di leggi di grado superiore come lo Statuto degli studenti e delle studentesse destituito a questo punto di qualsiasi valore. Ma Berlinguer ha a da fare ai convegni a cui non sono più invitati i docenti da un sacco di anni a raccontare la storia della rigidità della didattica e di quanto è bella la flessibilità. Didattica, si intende…In conclusione, questo Regolamento stabilisce che non c’è nessuna regola a livello nazionale, che le singole scuole dovranno mettere nero su bianco nei loro regolamenti interni delle regole molto generiche che vogliono dire tutto e niente, anche perché non dovranno attivarsi per contribuire all’educazione dei giovani. Basterà dar voti. E’ il voto che educa, soprattutto se insufficiente ed esemplare. 31. Alla fine però compaiono almeno le competenze e lì si fa finalmente esplicito riferimento ai programmi Moratti (2004/2005). E le Indicazioni nazionali? Non importa tanto ci sono migliaia e migliaia di POF. 32. Ma ecco che in conclusione il Governo si è degnato di inserire il famoso e unico emendamento che il PD è riuscito a far passare su suggerimento di Maria Pia: quello relativo alla valutazione degli alunni disabili. Mossa da pietà Crudelia Gelmini si è ricordata anche di loro, siamo commossi. E ha pensato bene di riscrivere, male, attraverso una sintesi affrettata rispetto ad anni e anni di serio lavoro sul campo, le regole che ci sono già, che ci sono sempre state. Diverso invece il discorso della valutazione degli allievi con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento): anche qui Moratti docet. Se hai il certificato medico puoi essere compensato (giusto) o anche dispensato ( sbagliato, pericoloso, ne faremo dei disabili), ma naturalmente nessun accenno ai doveri della scuola di intervenire professionalmente per compensare e recuperare. Infine ancora gli alunni in ospedale che purtroppo ci sono da anni e che poveretti loro non so, forse verranno un poco trattati con benevolenza, speriamo. 33. Norme transitorie: ci vuole un decreto sulle competenze da certificare: ergo non c’è, ma ci sarà? Quando? Sapremo gli obiettivi che avremmo dovuto perseguire alla fine del percorso?Il voto di educazione fisica è stato ripristinato nel senso che scopriamo che nel ’94 era stato abrogato, ma noi non lo sapevamo talchè addirittura da dieci anni con la nuova maturità educazione fisica è stata presente in commissione di maturità, ecc. ecc. Comunque siamo solo contenti. Quando entrerà in vigore la Riforma delle superiori i ragazzi dovranno frequentare obbligatoriamente i ¾ delle lezioni. E adesso invece, no. O forse sì: se il criterio della frequenza regolare delle lezioni implica la possibile sanzione del 5 in condotta, non sarebbe il caso di imporlo ai ragazzi? Già dimenticavo che per risparmiare sulle supplenze i ragazzi fanno meno ore e se venisse fuori la questione si scoprirebbe… COMUNQUE, il presente Regolamento potrà essere modificato e integrato, ma poi quando comparirà in Gazzetta tutti quelli che dovranno, dovranno rispettarlo e anche dovranno farlo rispettare agli altri. SIAMO PROPRIO ROVINATI: ragazzi studiate, studiate, guardate noi prof come possibili nemici, cercate di competere con noi, di essere più bravi dei vostri maestri, siate solidali tra voi e se possibile andatevene a studiare all’estero appena potete. Per ora non c’è storia. |