Verso la valutazione finale. di Giuseppe Adernò, Pavone Risorse 18.5.2009 Ci avviamo alla conclusione dell’anno scolastico ed è già in movimento la macchina della ritualità valutativa: consigli di classe, scrutini, pagelle, voti, consegna attestati, colloqui con i genitori. Quest’anno la novità dei voti nella pagella e la valenza significativa del voto di condotta costituisce la “novità” nella continuità delle precedenti edizioni. Il Ministro Gelmini in una scuola di Cinisello Balsamo (Milano) ha dichiarato che ”il Consiglio di Stato ci ha messo un po’ più del tempo che avevamo previsto per poter apportare delle sostanziali modifiche” e poi sarebbero state modifiche apportate al secondo quadrimestre e quindi “ a forte rischio giuridico”. Anche senza sostanziali novità il problema nasce, perché in tante scuole, non essendo stati definiti ad inizio d’anno i criteri oggettivi per l’assegnazione dei voti si è verificato che alcuni docenti hanno ritenuto esercitare una forma di “autorità e di prestigio” stringendo sui voti. Il fatto che per essere ammessi alla classe successiva occorre che la media generale di voti raggiunga i sei decimi, conteggiando anche il voto di condotta, implica una maggiore attenzione nell’assegnazione dei voti. Non è certamente corretto, né si può condividere l’atteggiamento di quei docenti che metteranno a tutti il 6 della sufficienza, anche se al primo quadrimestre per suscitare timore tra gli alunni hanno assegnato la votazione di 3 o 4 . Tutto ciò sarebbe come vanificare lo spirito del voto e l’importanza di una valutazione formativa che cerca il bene dello studente. Si ritiene invece educativamente valida e coerente la valutazione che assegna il voto che gli studenti si meritano, secondo un contratto formativo e dei criteri oggettivi che fanno registrare il livello dei traguardi conseguiti. Qualora ci fosse qualche insufficienza non occorre modificare il voto, anzi lasciare sulla pagella 4 o 5 dovrebbe essere un monito significativo per lo studente e la famiglia . Tale indicazione sancisce la presenza di un “debito culturale” dello studente e come tale va saldato mediante un diligente studio estivo e la prova di verifica nel mese di settembre. Occorre comunque verificare che la media generale dei voti in tutte le discipline, ad eccezione della religione cattolica, compreso il voto di condotta arrivi e superi la votazione di sei decimi. Pur senza operare discriminazione tra le discipline, si ritiene che la votazione “insufficiente” in Educazione fisica , musicale e artistica , ha un valore di stimolo ad un impegno assiduo e costante nel primo quadrimestre, quando il voto basso veniva assegnato solo per la mancanza degli attrezzi o delle scarpette, mentre nel secondo quadrimestre la valutazione finale hai dei parametri più ampi e complessi e guarda l’insieme della formazione dell’alunno che cresce. Consegnare agli studenti con debiti insieme alla pagella una lettera di avviso per la famiglia è un gesto educativo, che pone le premesse per un efficace impegno di recupero e successivo miglioramento generale. Se non altro si comprende la lezione di vita che non si può ottenere tutto e in modo facile e superficiale. Valorizzando i gesti della relazione educativa, si ritiene più professionale consegnare direttamente i risultati agli studenti e ai loro genitori, anziché affidarli al freddo tabellone, che in maniera asettica elenca nomi e numeri quasi fossero oggetti o scatole inventariate per l’archiviazione nel deposito. Nella circolare n.10 del 23 gennaio 2009, si legge che per gli studenti delle scuole di istruzione secondaria di I e II grado “la valutazione del comportamento si esprime in decimi”, mentre per gli alunni della scuola primaria “è confermata la valutazione del comportamento con giudizio sintetico o analitico secondo l’autonoma scelta delle scuole). Tale disposizione appare poco coerente con la norma della media generale dei voti cui concorre il voto di condotta e se viene espresso con giudizio sintetico o analitico , non sarà facile conteggiarlo per la registrazione della valutazione finale. Per la scuola primaria, avendo adottato il criteri del voto in condotta nel primo quadrimestre , potrà sembrare incoerente chiudere una pagella di voti nei diversi ambiti disciplinari con un giudizio sintetico o analitico solo per il comportamento. Si ritiene invece corretto e pertinente formulare a fine anno un giudizio globale in modo analitico che descriva il graduale processo di maturazione dello studente e le tappe intermede conseguite.. La formulazione di tale giudizio è richiesto per la scuola primaria, ma non sarebbe stato male che, anche per la scuola secondaria a fine anno venisse redatto un giudizio globale, e descrittivo dei progressi raggiunti, come sarà meglio richiesto con il giudizio di ammissione che sarà anch’esso espresso in decimi. Coerenza vuole che se il criterio della valutazione in decimi è stato ritenuto valido e funzionale per tutte le discipline nel primo quadrimestre, anche nel secondo quadrimestre potrà essere utilizzato, senza creare ulteriori differenziazioni. La circolare evidenzia la preoccupazione di assegnare il voto di condotta espresso con giudizio in maniera sintetica forse per “non traumatizzare” i bambini, ma credo che questo sia un falso problema , anzi abituarli al voto sin dai primi anni della scuola primaria, dato che il voto è la modalità ufficiale e riconosciuta, getta le base per migliorare criteri oggettivi e comuni per la valutazione degli studenti. |