Chi valuterà i prof? Pasquale Almirante, La Sicilia 3.5.2009 Anche la possibilità della contrattazione separata fra docenti e Ata, di cui alcuni sindacati avevano fatto la propria battaglia, svanisce di fronte all'intesa sottoscritta tra tutti i sindacati, ad accezione della Cgil, e il ministro Brunetta il 30 aprile scorso. Ma neanche il netto no uscito dal referendum, indetto della Cgil contro le norme sulla malattia e gli ultimi scarsi aumenti salariali, ha avuto peso, cosicché, tra gli effetti di questo accordo, il contratto di lavoro, nella parte normativa e salariale, sarà triennale e uniforme per l'intero pubblico impiego dove verrà inclusa anche la scuola. I settori di contrattazione saranno solo due: uno per lo Stato (dove coi ministeriali e il resto è accorpata la scuola) e un altro per le amministrazioni decentrate (Enti locali, sanità ecc), mentre per il Ccnl sono abilitati a trattare solo i sindacati più rappresentativi. Vengono introdotte le fasce di merito, che significa l'attribuzione di premi e titoli al solo 25% dei dipendenti pubblici, mentre il restante dovrà accontentarsi del salario base o della nota di demerito, compreso il licenziamento senza appello. Ogni anno inoltre varrà stilata una classifica sulla base di essa si decideranno gli stipendi e le ricompense: praticamente peggio del privato. Una pesante intesa che contribuisce a deprimere il comparto della scuola, perché se così sarà qualcuno dovrà attribuire annualmente il merito al 25% dei professori, lo statu quo al 50% e la gogna agli altri: sarà il dirigente o sarà un pool di saggi? Bisognerà anche sapere il come, visto che la funzione docente è difficilmente quantificabile e i risultati (quando ci sono) sono visibili a lungo termine, tranne che non si opti per le carte, cioè per il numero complessivo dei progetti Pon e Por messi in opera o per i corsi di aggiornamento espletati. Se così fosse tutti i discorsi sulla qualità della istruzione cadrebbero perché la corsa, come è immaginabile, sarebbe verso quegli obiettivi piuttosto che per formare e istruire i ragazzi, anche perché nessuno finora ha pensato (come mai?) di monitorare e verificare i risultati oggettivi di queste attività extracurriculari. Affligge infine constatare che tanti anni di lotte per ottenere diritti e garanzie vengano in questo modo eliminate, mentre si continua a fare di ogni erba un fascio che è più semplice dell'operazione chirurgica. |