Valutazione in rosso e incontri con i genitori
di Giuseppe Adernò, Pavone Risorse 27.5.2009 Le Circolari ministeriali n. 50 e n. 51 relative alla valutazione degli studenti e all’ esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione hanno creato disorientamento e perplessità tra i dirigenti ed operatori scolastici. Il direttore generale dell’Ufficio scolastico Regionale con nota del 26 maggio invita alla convocazione di apposite riunioni dei Collegi dei Docenti per “condividere i criteri di valutazione” e allo svolgimento di apposite riunioni per i Presidenti delle Commissioni degli esami di Stato. In attesa che tutto ciò avvenga, si ritiene opportuno esplicitare alcune riflessioni che, nel rispetto delle norme ministeriali, che governano la scuola italiana nel territorio nazionale,tendono a “scrivere dritto su righe storte”. Anche se è apparsa non condivisibile la procedura di registrare necessariamente la votazione di sei decimi in tutte le materie, come condizione indispensabile per l’ammissione alla classe successiva, ritenendo più efficace la valutazione delle media generale dei voti, compreso il voto di condotta, nel rispetto delle disposizioni vigenti si ritiene opportuno che, per i casi particolari per i quali il consiglio di classe, dopo aver sentito “la proposta” del voto” che potrebbe risultare “insufficiente” ritiene che lo studente debba essere ammesso alla classe successiva, oltre alla necessaria verbalizzazione di tale decisione, si possa evidenziare tale decisione collegiale scrivendo in rosso il voto nella pagella e nel tabellone. Tale proposta, già adottata nelle scuola secondaria di secondo grado, dovrebbe tendere a rendere maggiormente efficace la comunicazione con le famiglie, circa il reale rendimento scolastico degli studenti nelle singole discipline.
Per dare maggior valenza educativa
alla valutazione si ritiene utile suggerire la prassi di
consegnare agli studenti. che hanno
riportato delle votazioni in rosso, insieme alla “pagella” una
lettera di avviso per la famiglia, ulteriore e rinforzato
messaggio delle decisioni collegiali e premessa per un efficace
impegno di recupero e successivo miglioramento generale mediante
un diligente studio estivo e nel mese di settembre fare svolgere
una “prova di verifica” che sarà carica di una forte valenza
educativa, più che burocratico-amministrativa. Tale prova di verifica che ricorda gli antichi “esami di riparazione” dovrebbe produrre nei ragazzi un responsabile impegno ed una “lezione di vita” comprendendo che non si può ottenere tutto e in modo facile e superficiale. L’averlo già sperimentato negli anni precedenti, ancorché non indicato da alcuna circolare, anche quando si adottavano i giudizi e la valutazione con l’espressione “sufficiente”, mi consente di dare conferma dell’efficacia e della positività prodotto in molti studenti, specie quando tale “lezione” è stata proposta con particolare attenzione pedagogica e non soltanto come punizione o castigo. Anche gli studenti della scuola secondaria di primo grado verrebbero così preparati ed avviati ad un sistema unitario di valutazione. Le circolari 50 e 51 ripropongono l’atto formale di affiggere all’albo della scuola gli esiti degli esami e della valutazione finale. Pur nel rispetto delle motivazioni di tale atto burocratico ed ufficiale della scuola che offre un servizio pubblico si ritiene ancora una volta valorizzare i gesti della relazione educativa, considerando più professionale e ancor sempre rispettoso delle norma, che prima della pubblicazione dei risultati all’albo, come d’altronde avviene in occasione del primo quadrimestre, si possano incontrare gli studenti per consegnare e comunicare loro direttamente gli esiti conseguiti e la votazione riportata, dialogando anche con i loro genitori. Affidare la comunicazione degli esiti di un percorso formativo al freddo tabellone, che in maniera asettica elenca nomi e numeri come se gli alunni, prima ritenuti “persone” divenissero improvvisamente semplici nomi e numeri, non credo risponda allo stile di relazione educativa che la scuola intende insegnare e costruire. Una eventuale contestazione sul voto riportato in pagella, troverà direttamente la saggia e pedagogica risposta e testimonia la ricerca del vero bene dello studente, che ancora una volta viene trattato da persona e non come numero. Se la valutazione è un atto educativo e non solo burocratico amministrativo, anche la comunicazione dei risultati intermedi e finali deve avere le medesime caratteristiche. L’esperienza ventennale di questa iniziativa, diventata prassi ordinaria nella vita dell’Istituto, conferma e consolida la valenza educativa dell’incontro finale con gli studenti e ritengo che tale gesto di attenzione educativa sia da riproporre in tutte le scuole. |