Riccardo Chieppa, presidente emerito della Consulta:
La rivolta dei giuristi: Vladimiro Polchi, la Repubblica 5.5.2009 ROMA - «Un attacco ai principi fondamentali della Costituzione». «Una norma del tutto irragionevole». Tra i costituzionalisti suona il campanello d'allarme: i giuristi bocciano in coro i "presidi-spia" e plaudono all'intervento critico del presidente della Camera. Riccardo Chieppa, presidente emerito della Consulta, non nasconde le sue «fortissime perplessità sulla ragionevolezza di una norma che di fatto nega la frequenza scolastica ai figli degli irregolari». Perché «salute (vedi medici-spia, ndr) e istruzione sono servizi essenziali che vanno garantiti a tutti». I dubbi di Gianfranco Fini sono condivisi anche da Stefano Merlini, costituzionalista a Firenze: «Il problema riguarda l'esistenza in Costituzione di uno statuto fondamentale della persona umana, che tocca tanto la tutela della salute quanto il diritto all'istruzione. E quando la Costituzione parla di persona umana non distingue tra cittadino e immigrato. Ebbene, nessuna norma può violare questo statuto anteponendo altri interessi seppure legittimi, come la tutela della legalità e dell'ordine pubblico. Per questo - prosegue Merlini - in base ai principi fondamentali della Costituzione, così come i medici non devono denunciare i pazienti clandestini, i presidi non devono segnalare gli alunni irregolari». Non solo: «Le eventuali norme sui medici o presidi-spia potrebbero essere portate davanti alla Consulta». Di doppia illegalità parla Michele Ainis, docente di diritto pubblico a Roma. «Per fare emergere quella in cui versa l'irregolare, se ne genera un'altra: l'illegalità del minore che non può frequentare la scuola». Per Ainis, «c'è un principio di universalità dei diritti, ad eccezione di quelli politici legati alla cittadinanza: insomma, un irregolare non può certo votare, ma ha diritto all'istruzione e alla salute». |