Scuole statali e scuole paritarie.
Dati su cui riflettere

Bruno Losito, dal CIDI  2.5.2009

“Per  far ripartire il cuore occorre una compagnia così. Non basta sapere, come ha mostrato il dott. Ricci (ricercatore Invalsi), che l’INVALSI ha finalmente elaborato i dati sulla valutazione degli apprendimenti nelle scuole paritarie e che queste risultano nettamente migliori di quelle statali; non basta il messaggio del Ministro che assicura che “recupereremo i fondi mancanti in Finanziaria anche per i prossimi anni e ci metteremo al lavoro per defiscalizzare tutte le spese per le rette e le doti nell’arco della legislatura..”.
Per far ripartire il cuore occorre una compagnia così, che ti dica (sempre con le parole di don Eugenio): “Tu vali non perché hai mille alunni ma perché stai facendo un’opera grande che sta toccando la tua vita e quella degli altri;  allora ti metti insieme perché è una potenza, perché cambia il cuore dell’uomo”.

Questa citazione è tratta da un intervento pubblicato sul sito Web della FOE (ora CdO Opere Educative) sul convegno “La scuola che vogliamo: libertà, autonomia, qualità”, tenutosi a Rimini dal 6 all’8 marzo, che ha visto la partecipazione di oltre 180 gestori e amministratori di scuole paritarie. La FOE è un’associazione di gestori di scuole non statali, di centri di formazione professionale e di istituzioni educative aderente alla Compagnia delle Opere (CdO) e alla Federazione dell’Impresa Sociale (FIS). Il testo completo dell’intervento è pubblicato all’indirizzo
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=14178 .


Nel corso del convegno, è stata presentata una relazione sulle future rilevazioni Invalsi in applicazione delle direttive ministeriali 174 e 175 e sulla rilevazione inserita all’interno dell’esame di Stato al termine del primo ciclo. L’ultima slide di questa presentazione riporta i risultati di questa prova negli esami dello scorso anno scolastico (vedi la tabella al termine di questa nota. La presentazione è reperibile all’indirizzo http://www.foe.it/Resource/Ricci_FOE_07_03_09.pdf).

Si tratta di dati di estrema rilevanza, che debbono a mio avviso essere analizzati e interpretati con grande attenzione. E sui quali credo sia legittimo chiedere all’Invalsi alcune informazioni e alcuni chiarimenti.
La rilevanza sta nel fatto che sarebbe la prima volta che, in una rilevazione su larga scala a livello nazionale, le scuole paritarie conseguono risultati migliori di quelli delle scuole statali. Per quello che è dato di conoscere, le indagini fino ad ora disponibili, sia quelle internazionali, sia quelle nazionali a vario titolo realizzate (dal Seris - Cede alla fine degli anni Novanta, ai cosiddetti progetti pilota, alle rilevazioni nazionali Invalsi), hanno sempre evidenziato esiti di segno diverso, con risultati mediamente migliori conseguiti degli studenti delle scuole statali.
Un secondo elemento di rilevanza è che questi dati riguardano tutte le scuole secondarie inferiori a livello nazionale, non soltanto un campione.
Sembrerebbe, quindi, che ci si trovi di fronte a una inversione significativa di tendenza rispetto agli anni (decenni) passati, di cui è necessario discutere per coglierne le implicazioni immediate e non.
Ci sono, però, alcune domande preliminari alle quali sarebbe molto importante che l’Invalsi rispondesse. Premetto che ho estrema fiducia nella correttezza dei ricercatori Invalsi che hanno analizzato e elaborato i dati e che quindi le domande che pongo sono domande assolutamente ‘legittime’ e non pretestuose, né tanto meno sottendono implicite e non dichiarate critiche al lavoro dell’Istituto. Premetto anche che l’intervento del ricercatore Invalsi al convegno di Rimini è dedicato alla presentazione delle rilevazioni che verranno e risulta quindi un po’ strano che, prima del suo termine, si presentino risultati fino ad ora mai resi pubblici (neanche nel rapporto sugli esami pubblicato sul sito dell’Invalsi), in un’unica slide riepilogativa. Sembrerebbe che sia stato il contesto in cui la presentazione è stata effettuata ad aver sollecitato la presentazione di questi dati.
I chiarimenti e le informazioni che l’Invalsi dovrebbe fornire sono, a mio parere, i seguenti.

1. Che tipo di controllo è stato effettuato su questi dati? Gli stessi controlli sono stati effettuati sia sulle scuole statali, sia sulle scuole paritarie? Pongo questa domanda perché lo stesso Invalsi ha sottolineato di aver registrato, per i risultati delle prove nazionali di terza media, molteplici casi anomali. Nel senso che è risultato evidente che in molte scuole ci sia stato un sostanziale aiuto fornito agli studenti da parte degli insegnanti. Le analisi statistiche effettuate hanno quindi posto in discussione l’attendibilità di una parte dei dati raccolti. I risultati presentati sono stati ‘depurati’ da questi dati anomali?

2. Sarebbe utile indicare se è stata effettuata una qualche analisi delle variabili di contesto, tale da poter attribuire la differenza di risultati effettivamente ad una diversa (maggiore o minore) qualità delle scuole paritarie e delle scuole statali. Mi spiego. Tutte le indagini comparative internazionali hanno posto in evidenza come le differenze tra scuole siano in larga misura in relazione con le differenze di status socio-economico-culturale, con variabili – cioè – di tipo extra-scolastico. Che cosa si può dire in proposito rispetto ai dati presentati? Riconosco che in questo caso la domanda è effettivamente un po’ retorica, perché sappiamo tutti che la prova nazionale non è stata accompagnata da nessuna rilevazione sulle variabili di contesto. Ma qualcosa si potrebbe fare a partire dai dati disponibili. O, comunque, l’Invalsi potrebbe aver ‘controllato’ i dati presentati per queste variabili.

3. Sarebbe utile che venissero forniti elementi di confronto tra risultati delle scuole paritarie e risultati delle scuole statali, a partire dai risultati delle indagini internazionali (in particolare di quelle che interessano gli studenti di terza media). Con tutte le cautele possibili derivanti dai diversi disegni di ricerca, dalle diverse definizioni dei campioni e così via. Ma si tratterebbe di un termine di paragone molto utile. Anche per capire quale sia l’andamento delle differenze tra scuole statali e scuole paritarie nei diversi ordini scolastici (dalla scuola primaria alla scuola secondaria superiore).

Credo che questi chiarimenti siano in qualche modo indispensabili, per almeno due motivi.
Il primo è perché bisogna cominciare a riflettere su come possano essere presentati i risultati delle future rilevazioni nazionali, con la massima trasparenza (come l’Invalsi sta già facendo), ma anche in modo che non se ne possano trarre interpretazioni non legittime o addirittura infondate e di parte. Tanto più in ambiti e rispetto a temi ‘politicamente sensibili’.

Il secondo motivo è direttamente legato ai risultati presentati. Una loro conferma alla luce dei chiarimenti richiesti e in riferimento alle variabili necessarie per interpretarli, richiederebbe un momento di riflessione su posizioni e giudizi che fino ad oggi hanno accompagnato il confronto tra scuole statali e scuole paritarie. Ma si tratta di una riflessione che non può avvenire senza tali chiarimenti.
 


 

Come viene riportato nella slide in calce alla tabella, “ i punteggi sono espressi in % rispetto al massimo conseguibile (ITA_comprensione del testo = 15, ITA_grammatica = 10, MAT = 22)”.