Gli atenei riducono l'offerta didattica in
attesa del
ddl Gelmini: una panoramica da regione a regione
Università, via ai tagli ai corsi.
"Ridurre del 20% entro il 2010"
la
Repubblica 24.5.2009
ROMA - Prosegue la
cura dimagrante degli atenei, che pian piano, in ordine sparso,
stanno riducendo l'offerta didattica in attesa della riforma che il
ministro Gelmini intende presentare dopo il 6 giugno "per toglierla
dalle dinamiche della campagna elettorale". Obiettivo: ridurre del
20% entro il 2010 i corsi di laurea.
L'azione di
riduzione già avviata dal centrosinistra è stata portata avanti dal
ministro Gelmini nella convinzione che negli ultimi anni c'è stata
una proliferazione dei corsi di laurea non sempre motivata da reali
esigenze del mercato del lavoro. All'inizio dell'anno accademico
2007-2008 i corsi di primo livello (laurea triennale) e di secondo
livello (laurea specialistica) erano a quota 5.879. Non
penalizzeremo le materie - ha assicurato più volte il ministro - ma
guarderemo il numero degli iscritti cercando di eliminare la
frammentazione. E in questo solco si sono già mossi molti atenei.
Ecco una
panoramica regione per regione.
- TRENTO: due i corsi tagliati,
Scienze storiche a Lettere e Fisica e tecnologie biomediche a
Scienze. E' stato disattivato anche il corso biennale di
specializzazione a Giurisprudenza, sostituito da un corso unico
quinquennale.
- LOMBARDIA: nessuno
stravolgimento nei principali atenei salvo che alla Cattolica: i
corsi soppressi sono 11, da Viticoltura ed enologia a Teorie e
tecniche della comunicazione multimediale. A Pavia l'euroateneo ha
ridotto i corsi di circa il 10%.
- PIEMONTE: se l'università di
Torino ha deciso di far scendere dagli attuali 191 a 177 i corsi (a
subire i tagli maggiori sono Scienze che passa da 37 a 27 corsi e
Agraria, da 13 a 8), resta sostanzialmente invariata l'offerta del
Politecnico.
- LIGURIA: la razionalizzazione
si è fatta sentire con corsi già tagliati del 10%, docenti con più
anzianità pensionati, le 11 facoltà regionali in via di accorpamento
in 5 scuole, i dipartimenti dimezzati e i poli decentrati
riorganizzati.
- FRIULI: ha risposto
all'appello spazzando via 14 corsi a Trieste e programmandone tra il
10 e il 13% in meno a Udine.
- TOSCANA: previsti interventi
consistenti: 34 corsi in meno a Siena, 24 a Pisa e 13 a Firenze
(dove si prevede una riduzione del numero dei corsi del 30% nel
2009-10).
- ROMA: alla Sapienza sono 46 i
corsi eliminati per il prossimo anno accademico e rappresentano il
12,3% rispetto ai 373 esistenti. A Tor Vergata, a lettere, saranno
invece accorpati circa otto corsi e uno o due saranno quelli
tagliati a Roma Tre.
- PUGLIA: il ventaglio
dell'offerta si è ristretto. A Bari i corsi sono passati da 159 del
2006-2007 a 131 del 2009-2010, a Lecce ne sono stati accorpati una
decina mentre a Foggia ne sono stati soppressi due.
-
PALERMO: le indicazioni di viale
Trastevere si sono tradotte in un taglio ai corsi di laurea del
21,20% prevedendo un tetto minimo di iscritti per avviare le
lezioni. Complessivamente i corsi di laurea erano 184 nel 2007-2008
e oggi si riducono a 145. Rimanendo in Sicilia, l'ateneo di Messina
ha deciso di sacrificare la facoltà di scienze statistiche: la
facoltà aveva in tutto solo 33 iscritti per tutti i corsi di laurea.
In parecchie università più che tagliati, i corsi sono stati
compattati. Così è accaduto alla Politecnica delle Marche con il
risultato di una decina di corsi in meno nelle cinque facoltà. A
Camerino sono stati invece soppressi 12 corsi e uno a Macerata.
L'università di Bologna eliminerà due corsi nel prossimo anno
accademico: il primo è quello per operatore giuridico informatico
che aveva solo 36 immatricolati, il secondo quello in archivistica
(13 iscritti). Nell'ateneo Federico II di Napoli è stato soppresso
un corso nella facoltà di scienze politiche e quattro sono in via di
trasformazione mentre l'università del Sannio rinuncia a scienze
ambientali.
Ma non tutte le
università hanno messo mano alla propria didattica: nelle università
calabresi tutto resta più o meno come è (alla Mediterranea di Reggio
si conteranno 25 corsi invece di 27 con una razionalizzazione che ha
riguardato due specialistiche della sede decentrata in Lamezia
Terme). Bocce ferme anche negli atenei veneti (soltanto a Padova
scompare la laurea magistrale in musicologia), a Bolzano (che già
risponde ai requisiti minimi richiesti dal ministero) e
nell'università della Valle d'Aosta dove sono previsti minimi
cambiamenti soltanto per l'accesso. Tutto fermo per ora anche in
Sardegna.