I propositi leghisti da Tuttoscuola, 22 maggio 2009 La disputa sull'insegnamento del veneto (dialetto o lingua secondo i punti di vista) nelle scuole ha diviso due ministri in carica, Zaia e Gelmini, a suon di precisazioni e repliche. Sostanzialmente, però, nessun contrasto, perché per il ministro dell'istruzione si tratta soltanto di una questione di opportunità e di priorità di scelte. Il ministro Gelmini ha voluto precisare meglio il suo pensiero con una lettera indirizzata a "Il Gazzettino", nella quale puntualizza, condividendole, diverse questioni care al popolo leghista: dialetto, insegnanti autoctoni e tetto di studenti stranieri. "Tengo a ribadire - esordisce - che i dialetti sono la base della nostra cultura... e non è vero che non sia sensibile ad una parte così rilevante della nostra tradizione". Per Gelmini però il dialetto non è soltanto attenzione alla tradizione ma anche base per il futuro e, in proposito, afferma "La spinta verso il futuro e la modernizzazione non possono non essere accompagnate dalla valorizzazione della cultura ivi compresa la lingua e il dialetto." Entra poi nel merito di alcuni suoi provvedimenti (più annunciati che realizzati) precisando ancora che "Da subito ho attuato provvedimenti per legare la scuola al proprio territorio. I professori, ad esempio, devono sempre più provenire dalla stessa regione nella quale insegnano." Parla anche degli inserimenti di alunni stranieri nelle classi affermando che "La classi inoltre non possono essere composte da più del 30% di stranieri per favorire una migliore integrazione". |