Precari del sud chiedono di R.P. La Tecnica della Scuola, 1.5.2009 Il DM 42 sulla GAE stabilisce che chi chiede il trasferimento in graduatorie di altre province venga inserito in coda. La norma penalizza in particolare i precari delle regioni del sud che ora hanno sottoscritto un documento per chiedere la modifica del decreto. A muoversi contro il recente decreto ministeriale per l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento sono adesso i precari del sud e della Sicilia in particolare. Con un documento sottoscritto da diversi comitati o gruppi di base (Professione Insegnante, Rete docenti precari di Bari, Coordinamento precari di Napoli, Rete precari di Agrigento, Comitato docenti di sostegno di Catania e Forum precari di Palermo) centinaia di precari del sud sottolineano quella che a loro avviso è una iniquità contenuta nel decreto: nel chiedere l’aggiornamento della propria posizione in graduatoria è possibile anche fare domanda di inserimento in altre province, dove, però, si viene aggiunti in coda rispetto a chi è già iscritto in quella provincia. I firmatari del documento fanno osservare che sul punto sia il Tar Lazio sia il Consiglio di Stato hanno stabilito l’illegittimità di tale procedura e che il Ministero non ha voluto cambiare rotta. Scrivono i precari meridionali: “Tutti vorremmo lavorare nelle nostre regioni d'origine e vorremmo avere la possibilità di dire "se non possiamo fare il lavoro che amiamo ne scegliamo un altro", ma la realtà è che nel Sud e anche in altre aree del paese questa scelta non è possibile, per questo motivo sarebbe stato necessario che il decreto ministeriale prevedesse la possibilità di trasferirsi in un'altra provincia senza penalizzazioni!” Nelle regioni del sud, la situazione del precariato è sempre stata difficile e in qualche caso drammatica, ma il risultato dell’operazione “tagli” prevista dall’articolo 64 della legge 133 l’ha decisamente aggravata. “Quasi la metà dei tagli agli organici nella scuola - ricordano i comitati firmatari del documento - è concentrata in 4 regioni, Campania, Calabria, Sicilia e Puglia. Si parla di aumento del tempo pieno ma non si dice che chi lo pagherà sarà il meridione, che il tempo pieno non l'ha mai avuto e non l’avrà”. Per limitare i danni derivanti dalle scelte politiche del Governo in materia di organici della scuola, i precari meridionali (ma non solo loro, per la verità) chiedono che venga cancellata la norma che penalizza chi si trasferisce da una provincia all’altra e che si proceda ad un piano di immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti. Senza dimenticare - aggiungono ancora - che dalle graduatorie ad esaurimento andrebbero cancellati i docenti che sono già in ruolo su altra classe di concorso e che quindi in tal modo “gonfiano” in modo ingiustificato le graduatorie stesse. |