Le pene della scuola non finiscono mai ... di Giancarlo Cavinato, Pavone Risorse 4.5.2009
ORGANICI
Sembra non finire mai questo anno scolastico con le pene della scuola pubblica italiana. I dati elaborati dal M.I.U.R. ci dicono che nelle scuole secondarie di primo grado al termine del primo quadrimestre l’effetto della ‘nuova’ valutazione marchio Gelmini-Tremonti è il seguente:
Italiano: la media nazionale registra
il 21,5% di insufficienze ( con punte del 22,3% in seconda e terza). Gli alunni delle scuole secondarie di I° grado hanno conseguito nello scrutinio intermedio la totalità delle sufficienze in tutte le discipline nel 52% dei casi. Gli alunni che hanno riportato una o più insufficienze costituiscono, quindi, il restante 48%. (poco meno della metà degli alunni) .... una condizione che, se confermata negli scrutini finali con decisione assunta a maggioranza dai rispettivi consigli di classe, comporterebbe la non ammissione alla classe successiva o all’esame… Le insufficienze hanno raggiunto un livello critico piuttosto elevato, tanto da legittimare, come già avviene per il II° grado, una riflessione sulla opportunità di adottare nuove strategie di apprendimento, accompagnate da possibili azioni di recupero. NON E’ IRRILEVANTE APRIRE UNA RIFLESSIONE ANCHE SUI LIVELLI DI PREPARAZIONE DEGLI ALUNNI CHE ARRIVANO DALLA SCUOLA PRIMARIA…’ ( dal commento agli esiti del servizio statistico del M.I.U.R.). Cioè: cioè vi abbiamo beccato, fannulloni! Ovvero: due piccioni con una fava.
Se questo è il risultato del rigore e
del ritorno alla serietà dopo le ‘follie’ del ’68 (quarant’anni
dopo!) bisogna dire che l’obiettivo è stato felicemente raggiunto.
A meno che….non avvengano repentinamente, i miracoli. La gamma dei possibili miracoli è varia e fantasiosa: * l’uso dell’asterisco strizza l’occhio alle famiglie: il messaggio è che è un sei concesso per il rotto della cuffia, proprio perché ‘non ce la fa’, ‘fa pena’, ‘è un segnale per far capire…’, quando in realtà….zuccone è e zuccone rimarrà comunque * si dibatte nei collegi sul fare media considerando l’area disciplinare di riferimento non la disciplina in sé: si ricorre cioè all’aborrita pre o trans disciplinarietà fino ad ieri tanto criticata delle maestre elementari ( ‘cos’è questo ambito, insomma? Facessero le discipline come Dio comanda!’) * si tenta di convincere la collega severa e irremovibile promettendole vari vantaggi o commovendola sulle sorti del ragazzo in bilico * non esistendo i debiti, si inviano alle famiglie lettere minacciose in cui si annuncia che per quest’anno si è chiuso un occhio, ma durante l’estate deve lavorare sodo perché se no…. * si rimpiangono i giudizi, così generici e meno definitivi dei voti, che lasciavano sempre dei margini sfumati….Il rimpianto si converte in gemito allorché la collega di lettere, reduce dalla visita con la classe a una mostra sulla Shoah, rivela sottovoce alla vicina, e questa alla vicina,… che…le pagelle fasciste valutavano con i giudizi ( buono, ottimo, sufficiente,…) e non con numeri!
Vi è poi il problema del voto di
comportamento.
Sulla
valutazione delle competenze, silenzio. Saranno le otto
macrocompetenze di Lisbona o le competenze delle Indicazioni
nazionali Moratti combinate con quelle delle Indicazioni per il
curricolo Fioroni? O le nuove Indicazioni che verranno prodotte
dalla commissione al lavoro ( nuove, ma stese da appartenenti a quel
corpo ispettivo che recentemente la ministra a Report ha definito
con un felice eufemismo ‘datato’).? Lo scorso anno le prove Invalsi
per gli esami di fine primo ciclo si riferivano parte alle
indicazioni del 2004 parte a quelle del 2006. E poi ci sono le
competenze per la fine quinta di scuola primaria, su cui per ora
solo si sa che devono essere valutate con voti numerici. Ma a
qualcuno, dopo che è stato scritto sulla legge e sul regolamento
sulla valutazione, gliene frega qualcosa?
"Eh, ma insomma, adesso, volete
proprio trovare il pelo nell’uovo a tutti i costi!" si afferma Davvero, la ministra ha operato saggiamente un’opportuna semplificazione, togliendo di mezzo tutte quelle costrizioni burocratiche, e c’è qualcuno che, nostalgico, ne vuol tirare fuori delle altre! "Non ne possiamo più! Prima Berlinguer col concorsone, poi la Moratti col porfolio, poi Fioroni con ‘ste competenze, ma insomma, volete lasciarci lavorare?" Unica soddisfazione: i rappresentanti della Spaggiari lamentano l’invio al macero di tonnellate di portfoli mai venduti né utilizzati dalle scuole. Ahi Letizia ahi Bertagna…..
Però preoccupati come siamo per l
‘andamento dell’economia, un punto fermo lo abbiamo stabilito.
Grazie alle nuove misure sui libri di testo
gli editori sono molto più garantiti di prima, e basta per favore
con quel fossile antidiluviano della biblioteca alternativa (che poi
con wikipedia si trova di tutto e di più….) che erano tutti libri di
sinistra. –Ma- dice una maestra- per tutto il rimanente arco della
mia carriera non potrò più scegliere il libro di testo, saranno
sempre le mie colleghe a scegliere per me!.- Roba da matti.
Nell’epoca di internet, della telematica, di facebook, di ‘Gira la
ruota’, queste credono ancora che i libri di testo servano a
qualcosa! Non hanno ancora capito che sono un tranquillante per le
famiglie, e che la vera cultura la facciamo noi, diretta,
interattiva, con il Grande Fratello e L’isola dei famosi! Ma perché
non glieli spediamo belli e pronti, senza tante storie? Tanto per
insegnare due cose di grammatica, di storia, di matematica, come
dice la Gelmini, cosa ci vuole?
Gli organici.
Qui proprio non si può dire nulla, è stato dato tutto quello che è
stato chiesto, anzi di più, tutte le classi a tempo pieno per farli
stare quieti (senza compresenza, ma ci vorrebbe altro: è ora che le
maestre lavorino, bisogna far finire i privilegi). Cosa importa se
per coprire da una parte si è tagliato dall’altra e se fino ad oggi
non abbiamo la più pallida idea di cosa andranno a fare i perdenti
posto? Aspettino e si vedrà. Qualche maestra può andare a insegnare
all’asilo, tanto che ci vuole? Sono piccini, basta poco, una
canzoncina,…. Le professoresse, alle elementari. Qualcuna farà
supplenze. Così abbiamo risolto anche quel problema.
E l’anno successivo?
In questo bailamme che sembra non
finire mai, giunge la comunicazione dall’Invalsi
dell’estrazione a campione (?) di scuole primarie ( in genere le
più ‘esposte’ nel periodo e negli anni precedenti) per essere
sottoposte a verifica di sistema. L’adesione è volontaria, ma anche
no. I dirigenti dicono che, una volta selezionata, la scuola non può
tirarsi indietro.Decidono loro se aderire o no ( ‘mi hanno tanto
pregato….ma cosa avete da protestare, per decidere di aderire alle
olimpiadi di matematica non avete mica avuto bisogno di ricorrere
all’approvazione del collegio…’) I sindacati confermano che
l’adesione è facoltativa, tanto più che esistono perplessità sulla
significatività delle prove riservate a un piccolo campione per
classe quarta e quinta. La cosa risulta macchinosa, e diverse scuole
optano per non sottoporre le classi quarte e quinte alle prove, in
attesa di chiarimenti.
Continuo a pensare che lo
stravolgimento delle procedure di valutazione
sia il vero perno della ‘riforma’: mentre il maestro unico è
stato respinto (salvo riproporlo sottobanco tagliando gli organici),
le 24 ore le ha scelte un’esigua minoranza, questo aspetto,
combinato con la riduzione drastica delle
compresenze, ha sortito i suoi effetti deleteri da
subito. |