Le pene della scuola non finiscono mai ...

di Giancarlo Cavinato, Pavone Risorse 4.5.2009

ORGANICI
LIBRI DI TESTO
VALUTAZIONE
CERTIFICAZIONE COMPETENZE
PROVE INVALSI  
INSUFFICIENZE NEL I° QUADRIMESTRE

 

Sembra non finire mai questo anno scolastico con le pene della scuola pubblica italiana.

I dati elaborati dal M.I.U.R. ci dicono che nelle scuole secondarie di primo grado al termine del primo quadrimestre l’effetto della ‘nuova’ valutazione marchio Gelmini-Tremonti è il seguente:

Italiano: la media nazionale registra il 21,5% di insufficienze ( con punte del 22,3% in seconda e terza).
Storia: 24,9% ( con punte del 25,8% in terza).
Geografia: 21,1%.
Matematica: 29% ( con punte del 32,1% in terza).
Scienze: 22,6% ( con punte del 23,5 % in terza).
Inglese: 26,6% ( con punte del 30,1% in terza).
Seconda lingua: 25,6% ( con punte del 29,4% in terza)
Tecnologia: 19,4% ( con punte del 20,9%  in terza).
Perfino arte e musica sono sul 13,5 circa % ( con  punte oltre il 15% in terza).

Gli alunni delle scuole secondarie di I° grado hanno conseguito nello scrutinio intermedio la totalità delle sufficienze in tutte le discipline nel 52% dei casi. Gli alunni che hanno riportato una o più insufficienze costituiscono, quindi, il restante 48%. (poco meno della metà degli alunni) .... una condizione che, se confermata negli scrutini finali con decisione assunta a maggioranza dai rispettivi consigli di classe, comporterebbe la non ammissione alla classe successiva o all’esame…

Le insufficienze hanno raggiunto un livello critico piuttosto elevato, tanto da legittimare, come già avviene per il II° grado, una riflessione sulla opportunità di adottare nuove strategie di apprendimento, accompagnate da possibili azioni di recupero. NON E’ IRRILEVANTE APRIRE UNA RIFLESSIONE ANCHE SUI LIVELLI DI PREPARAZIONE DEGLI ALUNNI CHE ARRIVANO DALLA SCUOLA PRIMARIA…’  ( dal commento agli esiti del servizio statistico del M.I.U.R.). Cioè: cioè vi abbiamo beccato, fannulloni! Ovvero: due piccioni con una fava.

Se questo è il risultato del rigore e del ritorno alla serietà dopo le ‘follie’ del ’68 (quarant’anni dopo!) bisogna dire che l’obiettivo è stato felicemente raggiunto.
Né le ‘pagelline’ distribuite a metà del secondo quadrimestre fanno ben sperare. E poi ci sono i renitenti alla frequenza dei corsi di recupero che generosamente la scuola organizza ( molte scuole non hanno atteso il report di marzo, pervenuto nella seconda metà di aprile), in cui si ripetono, in ore aggiuntive retribuite, le stesse esatte cose con le stesse modalità interattive, che non hanno funzionato in classe.
Tutti questi somari non penseranno mica, adesso, di essere promossi! Verranno opportunamente ‘trattenuti’, sconvolgendo i dati degli organici che la ministra aveva con provvida parsimonia, contratto.

A meno che….non avvengano repentinamente, i miracoli. La gamma dei possibili miracoli è varia e fantasiosa:

* l’uso dell’asterisco strizza l’occhio alle famiglie: il messaggio è che è un sei concesso per il rotto della cuffia, proprio perché ‘non ce la fa’, ‘fa pena’, ‘è un segnale per far capire…’, quando in realtà….zuccone è e zuccone rimarrà comunque

* si dibatte nei collegi sul fare media considerando l’area disciplinare di riferimento non la disciplina in sé: si ricorre cioè all’aborrita pre o trans disciplinarietà fino ad ieri tanto criticata delle maestre elementari ( ‘cos’è questo ambito, insomma? Facessero le discipline come Dio comanda!’)

* si tenta di convincere la collega severa e irremovibile promettendole vari vantaggi o commovendola sulle sorti del ragazzo in bilico

* non esistendo i debiti, si inviano alle famiglie lettere minacciose in cui si annuncia che per quest’anno si è chiuso un occhio, ma durante l’estate deve lavorare sodo perché se no….

* si rimpiangono i giudizi, così generici e meno definitivi dei voti, che lasciavano sempre dei margini sfumati….Il rimpianto si converte in gemito allorché la collega di lettere, reduce dalla visita  con la classe a una mostra sulla Shoah, rivela sottovoce alla vicina, e questa alla vicina,… che…le pagelle fasciste valutavano con i giudizi ( buono, ottimo, sufficiente,…) e non con numeri!

Vi è poi il problema del voto di comportamento.
Sempre dal report: ‘Circa una scuola su quattro ha assegnato voti inferiori a sei decimi nel comportamento. Tuttavia la situazione nel territorio non è omogenea, perché, mentre nelle scuole del nord solamente il 17% ha attribuito un voto insufficiente, al sud il numero delle scuole che si sono DIMOSTRATE PIU’ SEVERE è quasi il doppio ( 32,8%). 8909 studenti al sud, pari a quasi la metà del totale nazionale ( 18033). Tra gli studenti con un voto di comportamento insufficiente circa il 24% (4268 alunni) ha solamente l’insufficienza nel comportamento ma non nelle discipline di studio. In particolare sono gli alunni del sud (59%) caratterizzati da questa condizione.’
Cioè: furbi e lazzaroni. Sarà il sangue spagnolesco o barbaro (svevo) che circola nelle vene?

Sulla valutazione delle competenze, silenzio. Saranno le otto macrocompetenze di Lisbona o le competenze delle Indicazioni nazionali Moratti combinate con quelle delle Indicazioni per il curricolo Fioroni? O le nuove Indicazioni che verranno prodotte dalla commissione al lavoro ( nuove, ma stese da appartenenti a quel corpo ispettivo che recentemente la ministra a Report ha definito con un felice eufemismo ‘datato’).? Lo scorso anno le prove Invalsi per gli esami di fine primo ciclo si riferivano parte alle indicazioni del 2004 parte a quelle del 2006. E poi ci sono le competenze per la fine quinta di scuola primaria, su cui per ora solo si sa che devono essere valutate con voti numerici. Ma a qualcuno, dopo che è stato scritto sulla legge e sul regolamento sulla valutazione, gliene frega qualcosa?
Qualcuno è autorizzato a pensare che le competenze descritte dalla scuola primaria dovrebbero avere continuità e coerenza con quelle della secondaria? Pensatelo, se volete, ma non fateci venire il mal di testa con le vostre fisime pedagogichesi sinistrorse. Siamo occupati a scovare e premiare le eccellenze. Adesso diamo anche la lode ai meritevoli. Questa sì che è modernità, questa sì che è Europa! Non occorre neanche più andare all’Università.
Come vi siete regolati con le pagelle ( non chiamatele più ‘schede di valutazione’, per favore: quell’epoca è finita. A scuola si boccia, non si scheda. Provvederemo noi prima,  grazie ai medici e alle impronte digitali )? Avete risolto col ‘fai da te’? Avete lasciato gli indicatori o non li avete lasciati, il giudizio globale oppure no, avete inserito una legenda oppure no? Avete fatto stampare un’elegante scheda simile a quella che un tempo il Poligrafico dello Stato stampava per tutte le scuole o consegnate uno squallido foglietto stampato da un computer? Non ce ne frega un….. Fate così anche per le competenze, basta far finta che sia un documento scientificamente corretto.
Basta riportare per ogni disciplina il voto dell’esame….ma, un momento. Qualcuno ricorda che all’esame si dava un giudizio complessivo finale – buono, sufficiente,….- che accompagnava lo studente all’ordine di scuola successivo. Ma…adesso? Cosa si scrive sul frontespizio della scheda e sulla certificazione delle competenze? Un numero o una parola? Nessuno ci ha pensato. I dirigenti, all’obiezione sollevata da qualcuno in collegio, tra lo sbuffare generale, ammutoliscono

"Eh, ma insomma, adesso, volete proprio trovare il pelo nell’uovo a tutti i costi!" si afferma
"Tanto il valore legale del titolo di studio non è stato abolito?"
"E non veniteci a parlare di indicatori e descrittori!" si strilla dal fondo.

Davvero, la ministra ha operato saggiamente un’opportuna semplificazione, togliendo di mezzo tutte quelle costrizioni burocratiche, e c’è qualcuno che, nostalgico, ne vuol tirare fuori delle altre!

"Non ne possiamo più! Prima Berlinguer col concorsone, poi la Moratti col porfolio, poi Fioroni con ‘ste competenze, ma insomma, volete lasciarci lavorare?"

Unica soddisfazione: i rappresentanti della Spaggiari lamentano l’invio al macero di tonnellate di portfoli mai venduti né utilizzati dalle scuole. Ahi Letizia ahi Bertagna…..

Però preoccupati come siamo per l ‘andamento dell’economia, un punto fermo lo abbiamo stabilito. Grazie alle nuove misure sui libri di testo gli editori sono molto più garantiti di prima, e basta per favore con quel fossile antidiluviano della biblioteca alternativa (che poi con wikipedia si trova di tutto e di più….) che erano tutti libri di sinistra. –Ma- dice una maestra- per tutto il rimanente arco della mia carriera non potrò più scegliere il libro di testo, saranno sempre le mie colleghe a scegliere per me!.- Roba da matti. Nell’epoca di internet, della telematica, di facebook, di ‘Gira la ruota’, queste credono ancora che i libri di testo servano a qualcosa! Non hanno ancora capito che sono un tranquillante per le famiglie, e che la vera cultura la facciamo noi, diretta, interattiva, con il Grande Fratello e L’isola dei famosi! Ma perché non glieli spediamo belli e pronti, senza tante storie? Tanto per insegnare due cose di grammatica, di storia, di matematica, come dice la Gelmini, cosa ci vuole?
Prendete esempio da noi. Gettare fumo negli occhi. Fissare rigide disposizioni per il contenimento dei tetti di spesa, cosa importa se le case editrici contrabbandano come ‘nuove’ edizioni gli stessi testi cellofanando insieme magari un’antologia e un annesso di epica, cambiando codici e costi? Intanto l’economia gira.

Gli organici. Qui proprio non si può dire nulla, è stato dato tutto quello che è stato chiesto, anzi di più, tutte le classi a tempo pieno per farli stare quieti (senza compresenza, ma ci vorrebbe altro: è ora che le maestre lavorino, bisogna far finire i privilegi). Cosa importa se per coprire da una parte si è tagliato dall’altra e se fino ad oggi non abbiamo la più pallida idea di cosa andranno a fare i perdenti posto? Aspettino e si vedrà. Qualche maestra può andare a insegnare all’asilo, tanto che ci vuole? Sono piccini, basta poco, una canzoncina,…. Le professoresse, alle elementari. Qualcuna farà supplenze. Così abbiamo risolto anche quel problema.
Che non raggiungiamo l’obiettivo? Eh, questo primo anno più di così non si poteva fare. I nostri elettori non avrebbero capito. Aspettiamo che le acque si calmino, le elezioni europee, poi per l’anno prossimo ci penseremo. Certo che questa del maestro unico proprio non è andata. E neanche le 24 ore. Se togliessimo un anno alle elementari e uno alle medie? Ci aveva già pensato Berlinguer? Cos’è l’”onda anomala”? Si riferisce alla piena del Po? No?
Ci sono dirigenti zelanti che dichiarano pubblicamente che loro hanno coperto tutte le richieste, trenta ore, tempo pieno,…. Non specificano che per farlo hanno dovuto azzerare completamente le compresenze. Quindi ogni classe avrà da due a quattro ore in meno di contemporaneità docente, ma ci saranno classi che avranno un insegnante + 2 ore + 3 ore + 1 ora……Ma l’assegnazione degli insegnanti alle classi è già stata fatta? E un insegnante che deve spostarsi per due volte alla settimana da un plesso ad un altro per coprire le mense è felice e accetta senza batter ciglio questa trasformazione di quella che era una cattedra unitaria in un puzzle? La RSU, i sindacati scuola cosa dicono al riguardo? Considerano compatibili con il contratto tali spostamenti e gli inevitabili appesantimenti che ne deriveranno? ( giornate con buchi, orari spezzati, più gruppi classe da seguire, ‘passaggi’ da un plesso all’altro per frazioni orarie,….)

E l’anno successivo?
"Ecco, non si fa a tempo a completare il quadro per il prossimo anno che bisogna fasciarsi la testa per pensare a quello dopo…aspettate, si vedrà!"
Si dice anche che si vedrà con l’organico di fatto….campa cavallo…. Intanto i perdenti posto non potranno rientrare e tutt’al più si potrà contare su spezzoni di nomine a tempo determinato.  Un bel risparmio, non c’è che dire.

In questo bailamme che sembra non finire mai, giunge la comunicazione dall’Invalsi dell’estrazione a campione (?) di scuole primarie  ( in genere le più ‘esposte’ nel periodo e negli anni precedenti) per essere sottoposte a verifica di sistema. L’adesione è volontaria, ma anche no. I dirigenti dicono che, una volta selezionata, la scuola non può tirarsi indietro.Decidono loro se aderire o no ( ‘mi hanno tanto pregato….ma cosa avete da protestare, per decidere di aderire alle olimpiadi di matematica non avete mica avuto bisogno di ricorrere all’approvazione del collegio…’)  I sindacati confermano che l’adesione è facoltativa, tanto più che esistono perplessità sulla significatività delle prove riservate a un piccolo campione per classe quarta e quinta. La cosa risulta macchinosa, e diverse scuole optano per non sottoporre le classi quarte e quinte alle prove, in attesa di chiarimenti.
Obiezione. - L’altra volta (con la Moratti, n.d.r.) non andava bene perché un’indagine su tutto l’universo non è scientifica,  le ricerche in docimologia si fanno su un campione. Adesso che si procede a campionatura non va bene lo stesso? Ma allora ditelo….!!!

Continuo a pensare che lo stravolgimento delle procedure di valutazione sia il vero perno della ‘riforma’: mentre il maestro unico è stato respinto (salvo riproporlo sottobanco tagliando gli organici), le 24 ore le ha scelte un’esigua minoranza, questo aspetto, combinato con la riduzione drastica delle compresenze, ha sortito i suoi effetti deleteri da subito.
E c’è ancora chi pensa che sia indifferente mettere un voto o un giudizio?