La Gelmini e i presidi: di Dedalus, ScuolaOggi 29.5.2009 Il ministro Gelmini ha attaccato frontalmente i presidi del Lazio che hanno denunciato in una lettera inviata a tutti i genitori la pesante situazione finanziaria in cui versano le scuole. “Chi non sa dirigere cambi mestiere” avrebbe detto il ministro. Questo atteggiamento dimostra innanzi tutto due cose. La prima. Il ministro sembra ignorare del tutto che la situazione denunciata dai dirigenti scolastici è davvero reale, corrisponde al vero. Se i dirigenti scolastici si sono decisi, dopo innumerevoli segnalazioni all’Amministrazione (Uffici scolastici regionali e Miur) a prendere un’iniziativa del genere, un’iniziativa pubblica, è perché le scuole sono davvero (finanziariamente) in ginocchio e viene compromesso il funzionamento ordinario del servizio. Non ci sono soldi per le supplenze, per le spese di funzionamento, per i corsi di recupero, per le visite fiscali obbligatorie, ecc. La situazione è davvero drammatica e questo spiega il grido di dolore dei dirigenti scolastici. Non si tratta di un’azione “politica”, come pensa il ministro. Vorremmo segnalare alla Gelmini, a questo proposito, che i dirigenti scolastici si mobilitarono anche quando al governo c’era il centrosinistra (come non ricordare l’iniziativa di protesta sulla questione dei fondi per le supplenze in occasione di una Conferenza di servizio a Milano, presenti il ministro Fioroni e il direttore generale Barbieri?). Si tratta, semmai, di un’iniziativa tesa a proporre con forza all’attenzione di tutti, a cominciare da chi ha responsabilità di governo, la gravità dei problemi che la scuola pubblica sta attraversando, proprio in difesa del pubblico servizio e a tutela dei diritto all’istruzione dei cittadini. Per questo ci sembra incredibile la scarsa sensibilità del ministro nei confronti dei dirigenti scolastici-funzionari pubblici. La seconda. Quel che ci stupisce di più è però l’ignoranza del ministro Gelmini. Il ministro infatti ignora (o finge di non sapere) che i dirigenti scolastici del Lazio sono intervenuti non in quanto appartenenti a questa o quella sigla sindacale o di associazione professionale. Non come “categoria” (o a difesa degli interessi della categoria). Ma come rappresentanti dell’Associazione delle scuole autonome, cheè ben altra cosa. Le Associazioni delle scuole autonome, diffuse e presenti in diverse regioni, rappresentano direttamente gli istituti scolastici. L’adesione all’associazione è regolarmente deliberata dai Consigli di istituto. Questi organismi sono dunque la massima rappresentanza dell’autonomia scolastica (i dirigenti in questo caso hanno solo un ruolo di rappresentanza istituzionale, ma l’associazione riguarda direttamente le scuole, i genitori ed il personale scolastico nel suo insieme). Ed è sacrosanto dunque che l’associazione si rivolga direttamente ai cittadini, alla comunità scolastica di cui è interlocutore e insieme rappresentante. La Gelmini, dimostrando ancora una volta la sua estraneità al mondo della scuola e la sua incompetenza, ignora questo piccolo particolare. Ed è di estrema importanza che le associazioni svolgano questo ruolo, di informazione e comunicazione (nella massima correttezza e trasparenza) di quanto avviene nella scuola pubblica e di quali sono i problemi esistenti. Altro che dirigenti scolastici che fanno politica! |