La Gelmini contro le proteste dei presidi: di Reginaldo Palermo La Tecnica della Scuola, 28.5.2009 “Chi non sa dirigere una scuola cambi mestiere. I presidi devono collaborare invece di fare politica”. Sono le parole del ministro Mariastella Gelmini a seguito di una lettera denuncia scritta dai presidi del Lazio aderenti all’Asal. Poi precisa: I presidi che fanno politica sono solo una minoranza”. Di contro l'opposizione e i sindacati: “Ministro, chi deve cambiare mestiere è lei!”. “Scuole costrette ad elemosinare persino la carta igienica e le fotocopie. Alunni che restano senza docente per un gran numero di ore. Aule chiuse perché inagibili e progressivo aumento del rischio incidenti”. E’ questa la fotografia della scuola pubblica scattata da centinaia di dirigenti scolastici del Lazio ed inviata il 15 maggio ai genitori degli alunni delle loro scuole attraverso una lettera denuncia. I dirigenti, facenti capo all'Associazione Scuole Autonome del Lazio (Asal), spiegano che in queste condizioni è diventato impossibile “garantire il diritto allo studio e, nello stesso tempo, il contenimento della spesa”. Il Ministro dell’istruzione ha subito ribattuto sottolineando con molta chiarezza che “ad un dirigente scolastico è richiesto di dirigere una scuola e per questo debba assumersi oneri e onori. E’ ora di finirla – ha spiegato il titolare del Miur – con l’abitudine di fare politica e di scaricare sul Ministero tutte le responsabilità”. Opposizione e sindacati molto duri nei confronti della Gelmini. “Se qualcuno deve cambiare mestiere – hanno detto -, quella è lei”. La Flc-Cgil si fa sentire e sottolinea che “il ministro Gelmini torna ad attaccare i dirigenti scolastici perché rei di denunciare lo stato di abbandono in cui vengono lasciate le scuole, soprattutto sul piano finanziario e delle risorse”. “Per la prima volta nella storia della Repubblica – continua la Flc-Cgil - le scuole hanno dovuto fare i bilanci senza fondi per l'ordinario funzionamento; sono costrette a inviare visite fiscali anche quando non servono e poi le devono pagare coi propri bilanci; vengono tagliate le risorse per i recuperi dei debiti scolastici; le istituzioni avanzano dal Miur più di 1 miliardo di euro per supplenze conferite e pagate con fondi diversi da quelli specificamente dedicati. Per non parlare del depauperamento di personale che la sua "riforma" sta provocando nel sistema scolastico”. E i dirigenti non staranno zitti, annunciano, “faremo sentire la nostra voce!”. A questo punto il ministro Gelmini ha precisato, attraverso un comunicato stampa, che “I dirigenti che fanno politica sono una minoranza ben organizzata”. “La mia denuncia di ieri – recita il comunicato - non era certamente riferita a tutti i presidi ma a una piccola parte, circa 60 su oltre 900 in tutto il Lazio, fortemente legata alla Cgil che usa la scuola per fare politica. Ci sono purtroppo difficoltà economiche in molte realtà scolastiche ma tutti insieme dobbiamo collaborare per risolverle. Chi ha un ruolo nelle istituzioni scolastiche decida: o si candida e fa politica o svolge attività d’insegnamento”. |