SCUOLA

Di Menna (Uil):
Favorevoli a carriera prof in ddl Aprea

Per premiare soprattutto lavoro in aula. Ma servono più risorse

  ApCOM, 18.5.2009

Prima ed importante apertura da parte di una rappresentanza sindacale firmataria del contratto, la Uil Scuola, al modello di premi e differenziazioni delle carriere per i docenti inclusa nel ddl Aprea in discussione alla Commissione Cultura della Camera. "Noi siamo a favore - ha dichiarato oggi Massimo Di Menna, segretario Uil Scuola, al quotidiano sussidiario.net - siamo d'accordo sul fatto che occorra introdurre nell'attività degli insegnanti delle opportunità di carriera e di riconoscimento dell'impegno professionale. Non è accettabile che nell'ambito del lavoro pubblico gli insegnanti siano gli unici a non avere questa opportunità". La presa di posizione del sindacato confederale sembra voler accogliere le lamentale di tutti quegli insegnanti che da tempo chiedono la possibilità di svolgere altre attività, oltre la docenza tradizionale, sempre all'interno del comparto scuola: " è paradossale - sostiene Di Menna - che chi insegna, se vuole avere un'aspirazione di carriera, debba tendere a fare un lavoro diverso, cioè quello di dirigente. Invece le scuole sono ricche di tanti insegnanti che danno l'anima dal punto di vista professionale, e che con il loro lavoro e con il loro impegno garantiscono una scuola di qualità ". Secondo il leader della Uil Scuola ciò sino ad oggi non è stato possibile non tanto per una scelta strategica, ma solo per mancanza di un'adeguata copertura finanziaria: "carriera - sottolinea Di Menna - significa anche differenziare le retribuzioni, e per fare questo ci vogliono le risorse. Se si pensa si farlo utilizzando gli attuali aumenti contrattuali, che sono limitati sostanzialmente al meccanismo della copertura dell'inflazione, la cosa non sarebbe accettabile. Quindi ci vogliono risorse nuove per coprire questa opportunità". Il segretario del comparto scolastico si trova anche d'accordo con il governo nella scelta di destinare al merito una parte dei soldi risparmiati dai tagli: " le risorse vengono dai risparmi dati dalla razionalizzazione, il 30% dei quali deve essere destinato alla valorizzazione professionale. Il governo - chide il sindacalista - deve quantificare questi risparmi, e inserirli nel nuovo modello contrattuale da approvare per il mese di dicembre, e poi valido per il prossimo triennio. Per Di Menna mancherebbe poi anche "l'istituzione di una valutazione del sistema scolastico, trasparente ed efficace". Un sistema valutativo che dovrebbe poggiare principalmente su due nuovi criteri: "per prima cosa - spiega - va valorizzato e riconosciuto il lavoro specifico degli insegnanti, cioè quello che essi fanno in classe con i ragazzi. Paradossalmente oggi per guadagnare di più si fanno progetti e progettini nelle scuole, si scrivono carte (che nessuno legge), mentre gli insegnanti che sono direttamente impegnati in classe in attività di personalizzazione non hanno opportunità di riconoscimento". "Il secondo elemento - continua il segretario - è il tempo: nella scuola dell'autonomia bisogna fare progettazione e ricerca, e quindi c'è bisogno anche di poter riconoscere il lavoro e il tempo che si dedica alla scuola". A Di Menna non dispiace, infine, nemmeno l'idea della tripartizione della carriera docente prevista sempre dal ddl Aprea: " Credo che possa essere una cosa da approfondire; di certo non è negativa. Quello che sosteniamo è però il fatto che la valorizzazione professionale, per poterla realizzare, va riportata alla materia contrattuale. Deve quindi essere stralciata dal disegno di legge e inserita nel nuovo decreto, il decreto Brunetta appena passato in Cdm: lì dovrebbero essere assunti i principi, e nel contratto realizzati. I tempi del disegno di legge parlamentare sono tempi più lunghi; inoltre, è un tema che riguarda la contrattazione e non può essere deciso unilateralmente dal datore di lavoro".