Il caso
«Da Vinci» La dirigente regionale
Circolare anti clandestini, Documento ritirato. I Cobas: esposto in procura di Martino Galliolo da Il Corriere del Veneto, 22.5.2009 PADOVA Esposto in procura contro la circolare anticlandestini della scuola professionale «Leonardo Da Vinci» di Padova, ma la preside ha revocato il provvedimento. Scatta l’azione legale dei Cobas scuola e dell’associazione Razzismo Stop dopo che la dirigente scolastica del «Da Vinci», Anna Bottaro, ha raggiunto con una comunicazione nelle classi tutti gli studenti stranieri extracomunitari di quinta superiore, invitandoli a presentare entro il giorno seguente il permesso di soggiorno. La circolare ha scosso il mondo della scuola e già ieri la preside Bottaro, ha fatto dietrofront, ritirando il provvedimento. «La preside ha commesso un errore spiega Carmela Palumbo, dirigente scolastica del Veneto e ha già revocato la circolare. E’ stata presa in contropiede, sviata da un commissario d’esame del ministero del Lavoro che le aveva richiesto i permessi di soggiorno, portandole questa 'novità' normativa. La preside dopo aver diffuso la circolare, ha fatto lei stessa dei controlli e ha scoperto che non era previsto richiedere il permesso di soggiorno per obbligo di legge, in quanto vigente la Bossi Fini». «Datemi i permessi» La circolare numero 200 è stata diffusa in tutte le classi quinte del «Da Vinci», c’erano scritti i nom di otto studenti stranieri che sono stati letti in classe ad alta voce. La stessa circolare è stata ditribuita ai docenti (numero 282). Come se gli studenti citati fossero dei «fuorilegge». Petra (nome di fantasia) ha 18 anni, viene dall’Albania, è una di quelle che ha dovuto consegnare il permesso di soggiorno per l’esame: «Ho portato il passaporto il giorno seguente, come richiesto, ma non è servito. Sono dovuta tornare a casa per fotocopiare il permesso di soggiorno. Ce l’ho a tempo indeterminato e hanno fatto numerosi controlli per capire perché». Azione legale «Siamo di fronte alla deriva dei diritti a scuola spiega Giuseppe Zambon, portavoce dei Cobas e per questo agiremo con un esposto alla procura. E’ stata un’azione solitaria della preside che non è prevista da nessuna normativa». Dal sindacato e dell’associazione Razzismo Stop, puntano il dito su quella che potrebbe leggersi come un’azione da «preside spia». «La legislazione in vigore prevede all’art. 45 del testo Unico, che i minori stranieri presenti sul territorio nazionale abbiano diritto all’istruzione indipendentemente dalla regolarità della loro posizione afferma Nicola Grigion, dell’associazione Razzismo Stop . Quello che è accaduto è una forma di razzismo strisciante, ci costituiremo parte civile». E la rete degli studenti oggi sarà davanti ai cancelli del «Da Vinci» per un sit in di protesta, mentre domani ci sarà una manifestazione a Padova di Razzismo Stop. Commissione stranieri Il «Da Vinci» è una scuola frequentata da circa 150 studenti stranieri, ed è stata formata anche un’apposita «commissione» che si occupa dell’integrazione. La preside si difende riguardo alla circolare: «La comunicazione per ottenere copia del permesso di soggiorno spiega Anna Bottaro è stata formulata sulla richiesta della commissione regionale per l’esame di terza area». Gli esami di terza area sono dei preesami delle materie professionali, che si sostengono prima della maturità negli istituti superiori come il «Da Vinci». Gli studenti Fuori dai cancelli ieri c’erano loro, gli studenti di corsi per il sociale, aziendale e sanitario del Da Vinci. Cosa ne pensate della circolare? «Che bulla la preside! Magari erano clandestini», dice Giulia, che frequenta la quarta. Le si accoda la compagna Alessandra: «Di qui devono uscire e dimostrare di avere un permesso di soggiorno, prima lo fanno e meglio è...». Anche se è non è previsto dalla legge? «Sì, con tutto quello che si sente in giro», tagliano corto le due ragazzine. «Ma cosa si è inventata la preside? E’ un’indecenza», sbotta Silvia di quinta, che ha sentito leggere i nomi dei compagni stranieri. Angela, che frequenta il quarto anno, ha doppia nazionalità, metà marocchina e metà italiana, prima non trovava le parole ma poi è come un fiume: «Questo è razzismo! Mia mamma ha lottato quando è arrivata qui dal Marocco per avere il permesso di soggiorno e farmi studiare racconta. Adesso non ci possono togliere anche il diritto allo studio». |