Il presidente della Camera scrive al ministro
dell'Interno
Sicurezza, Fini contro Maroni "Lo studio è un diritto anche per i figli dei clandestini" la Repubblica 4.5.2009 ROMA - Nuova polemica sul ddl sicurezza. Dopo le ronde e i centri per i clandestini, adesso tocca alla scuola. Per il presidente della Camera Gianfranco Fini sarebbe "negativa" l"eventualità" che nel disegno di legge all'esame dell'Aula di Montecitorio rimanga la norma che consentirebbe di negare l'iscrizione alle scuole dell'obbligo dei minori stranieri privi di permesso di soggiorno. In una lettera al ministro dell'Interno Roberto Maroni, Fini Fini osserva che dalla norma, ribattezzata dall'opposizione come sui 'presidi-spia', sorgerebbero "problemi di costituzionalità". L'articolo in questione è quello che introduce il concetto secondo il quale lo straniero, per avere diritto a qualsiasi tipo di prestazione pubblica, compresa l'iscrizione a scuola, dovrà presentare il permesso di soggiorno. In caso contrario, scatta l'obbligo di denuncia perchè la clandestinità, con questo ddl, diventa reato. E, secondo il codice penale vigente, se non si denuncia un reato lo si commette a propria volta. "Ti faccio presente - scrive Fini a Maroni - che la disposizione, se da un lato consente agli stranieri, anche se privi del permesso di soggiorno, di accedere alle prestazioni sanitarie pone a questi ultimi dei limiti in ordine all"accesso a pubblici servizì, anche nel caso in cui i medesimi servizi rivestano carattere essenziale. La disposizione, infatti, subordinando la fruizione di pubblici servizi alla presentazione di 'documenti inerenti al soggiorno' presso gli uffici della nostra amministrazione , impedisce che di questi servizi possano godere gli stranieri privi dei predetti documenti". Da questo sorge un problema di compatibilità con altre norme. "Un solo esempio delle conseguenze - spiega Fini - che ne deriverebbero: ai minori stranieri verrebbe negata l'iscrizione alla scuola dell'obbligo ed il conseguente diritto all'istruzione che è attualmente tutelato, indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani". Ed è a questo punto che Fini esprime la sua contrarietà, unita ai problemi di costituzionalità: "In Europa non c'è alcuna normativa che discrimina l'esercizio del diritto allo studio da parte dei minori stranieri". "Si tratta di una norma che va ad infierire sui bambini. E' per questo che Italia dei Valori ne ha chiesto l'abrogazione.Ci fa piacere che ci sia ancora nella maggioranza chi, come Fini, riesce ad aprire gli occhi su quanto di sbagliato e anticostituzionale e' stato concepito e messo nero su bianco dalla sua stessa coalizione" commenta Antonio Borghesi, vice capogruppo Idv alla Camera. |