A Trento non entra in classe il voto in decimi

da Tuttoscuola, 18 maggio 2009

Mentre il Miur è in attesa di definire le norme regolamentari sulla valutazione per questa chiusura d'anno scolastico, Trento va per la sua strada, adottando regole e criteri diversi in materia di voti, sulla base dell'autonomia riconosciuta a quella provincia.

Il primo strappo rispetto alla normativa nazionale riguarda il voto di condotta che, secondo il nuovo regolamento trentino non influisce sulla valutazione degli apprendimenti, non condiziona l'ammissione alla classe successiva o agli esami e non influisce sul credito scolastico.

Un'altra scelta di forte rottura rispetto al quadro nazionale riguarda la valutazione degli alunni del primo ciclo (scuola primaria e scuola secondaria di I grado) per i quali non viene accolto il ritorno ai voti numerici. Gli esiti degli apprendimenti continuano ad essere espressi nella forma di un giudizio globale e, per ogni disciplina, nella forma dei precedenti giudizi sintetici di ottimo, distinto, buono, sufficiente, non sufficiente.

Nella scuola secondaria di primo grado l'ammissione alla classe successiva o all'esame di Stato, a differenza di quanto prevede la legge nazionale n. 169/2008, non avviene a seguito di sufficienza conseguita in ciascuna disciplina di studio, bensì, come avveniva in precedenza, a seguito di una valutazione complessivamente positiva da parte del consiglio di classe.

Analogamente, per l'ammissione all'esame di Stato nella secondaria superiore il regolamento trentino prevede che, anziché la media del sei oppure la sufficienza in ogni disciplina di studio, valga una valutazione dello studente complessivamente positiva da parte del consiglio di classe.

La provincia di Trento aveva già operato un altro strappo a proposito del recupero delle carenze formative degli studenti delle superiori, preferendo corsi intensivi di recupero durante l'anno scolastico senza "esami di riparazione" a settembre.