Cobas e Cesp: no ai test Invalsi per la primaria

da Tuttoscuola, 25 maggio 2009

Il sindacato Cobas e il Cesp (Centro Studi per la Scuola Pubblica) criticano pesantemente alcune delle domande e dei test che secondo le loro informazioni starebbero per essere proposti agli alunni di quinta elementare delle scuole che accetteranno di partecipare alla nuova tornata di prove oggettive predisposte dall'Invalsi, in programma tra il 26 e il 28 maggio.

Tra le domande ce ne sarebbero alcune che riguardano la vita e l'ambiente familiare dell'alunno (numero dei bagni e delle automobili, disponibilità di una stanza per studiare, di un computer, perfino di un impianto antifurto), mentre alcuni dei test sarebbero fuorvianti: si cita l'esempio del test di lettura in seconda, che privilegerebbe la velocità di lettura sulla comprensione del testo. Così "Il bambino si emoziona e si angoscia, 'fa la gara' invece di impegnarsi con tranquillità per portare a termine il suo compito'', obietta il Cesp.

Crirticato anche il fatto che gli alunni possano chiedore di uscire dall'aula ''solo in situazioni di emergenza (ad esempio nel caso si sentano male)''. E se scappa la pipi? ''In seconda - dicono al Cesp - può capitare che i bambini si siano dimenticati di andare in bagno prima della prova e siano talmente emozionati da 'farsela sotto'''.

Che fare? Il suggerimento dei Cobas e del Cesp è semplice: ''non partecipare allo svolgimento dei test (che non sono obbligatori) dal momento che la classe li fa solo se l'insegnante accetta e se il collegio dei docenti l'ha deliberato".

C'era da aspettarsi che anche in Italia, come è accaduto frequentemente anche all'estero, nascessero resistenze ai test e alle domande sull'ambiente familiare, presumibilmente predisposte dall'Invalsi con l'obiettivo di stabilire una serie di correlazioni con il livello e gli stili di apprendimento. Ma l'appello a "non fare", pur in presenza di aspetti criticabili nelle prove Invalsi, ci sembra davvero poco costruttivo.