LA RIVOLUZIONE «DECOROSA» DI UNA PRESIDE

Alle medie in uniforme

La scelta di una scuola di Pordenone divide ragazzi e genitori

Elisabetta Pagani, La Stampa 4.7.2009

Da settembre, per quasi 500 alunni di Pordenone la sveglia suonerà più tardi. Un regalo di 15-30 minuti da spendere in sogni. E il merito è della preside di una scuola media. Che, con una proposta approvata all’unanimità dal Consiglio d’istituto, ha cancellato in un colpo ansie e divertimenti mattutini dei suoi studenti. Niente più indecisioni davanti all’armadio aperto, fra top e camicette sciancrate. E addio prove allo specchio, con decine di capi ammassati sul letto.

Agli alunni della scuola statale secondaria di primo grado «Centro Storico», dal 14 settembre basterà aprire un cassetto e infilarsi l’unica maglietta disponibile, una girocollo blu con un elegante stemmino. Già, perché con l’anno scolastico 2009-2010 nella media più centrale di Pordenone si cambia registro: tutti in divisa. O meglio, mezza divisa. Una maglietta quando la stagione lo consente, un bel felpone con l’irrigidirsi del clima. «Volevo rafforzare l’identità della scuola - spiega la dirigente, Teresa Tassan Viol -. E donare un po’ d’ordine ed eleganza ai miei alunni». Modello e fattura sono ancora allo studio. Il colore no, quello è già sicuro. «Punterei sul classico - ragiona la preside - un bel blu». E in alto a destra «il logo della scuola, una margherita, o lo stemma del Comune di Pordenone».

La professoressa Tassan Viol sognava questa rivoluzione da quando, l’anno scorso, da maestra elementare è stata «promossa» dirigente dell’istituto. Una passione, quella per la divisa, condivisa anche dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che l’estate scorsa lanciò la proposta del ritorno all’uniforme. «Mi piacerebbe introdurre la divisa nelle scuole sul modello di alcune nazioni europee - aveva infatti annunciato il ministro -. Vestirsi nello stesso modo, magari con lo stemma dell’istituto sulla giacca, suscita un senso di appartenenza e aiuterebbe tante famiglie in difficoltà a causa della corsa alle griffe». La proposta, poi decaduta, faceva parte della cosiddetta rivoluzione Gelmini, che prevedeva anche il ritorno del 7 in condotta e degli esami di riparazione.

Allora la proposta suscitò un polverone, fra gli applausi dei nostalgici e le smorfie dei libertari. Lo stesso succede oggi a Pordenone, e sul web piovono commenti di genitori che ringraziano («Evviva, basta marche, più uguaglianza») o che storcono il naso («Lasciateli liberi di scegliere»). Ma la preside va avanti, forte del favore della «maggioranza dei genitori». «Cominceremo da una tuta uguale per tutti per l’educazione motoria - spiega - poi passeremo a maglietta e felpa per le altre lezioni». Il via libera all’uniforme è arrivato appena due giorni fa, quando gli studenti, che per pra hanno accolto la novità con una risata, erano già tutti in vacanza. La scuola ha contattato varie ditte per i preventivi e a settembre le famiglie pagheranno la divisa.

«Fra i 450 studenti della scuola - spiega la preside - circa il 30% è di origine straniera ed è già abituato alla divisa. Penso sia educativo: allontana i ragazzi dall’ossessione dell’apparire, garantisce il decoro, eliminando pance nude e mutande in vista, e serve a non escludere il diverso (anche se jeans e scarpe saranno lasciate alla fantasia, e al portafoglio, di ognuno, ndr.)». La rivoluzione blu, però, potrebbe essere solo il primo passo. «Il mio sogno - confida la preside - è lo stile inglese, giacca, cravatta e gonnellina a pieghe».