Se le famiglie spendono da TuttoscuolaNews N. 404, 27 luglio 2009 Trento non primeggia soltanto nella qualità della sua università, secondo la graduatoria dei migliori atenei italiani, ma è anche la provincia dove mediamente le famiglie spendono di più per l’istruzione (tasse scolastiche, cancelleria e libri di testo), secondo le ultime rilevazioni dell'Istat. Rispetto alla media nazionale di una spesa media pari all’1% del totale spese delle famiglie, Trento consuma il 2,1% per istruzione per una spesa complessiva mensile di 2.600 euro mensili, seguita da Molise, Basilicata e Calabria (1,8%) dove però in valori assoluti la spesa complessiva nel 2008 è stata pari rispettivamente a 1.979, 1.912 e 1.899 euro mensili. La Val d’Aosta, in valori assoluti e percentuali, è la provincia dove le famiglie hanno speso meno per l’istruzione nel 2008: 0,7%, pari a 17,5 euro mensili. La spesa per l’istruzione della famiglia italiana tra il 2006 e il 2008 è leggermente diminuita. Infatti su una spesa media mensile complessiva di 2.485 euro, la famiglia media italiana, spendendo per l’istruzione soltanto l’1%, è risultata in calo rispetto al 2006 dello 0,1% (stabile rispetto al 2007). Nel 2006 mediamente la famiglia italiana ha speso 27 euro mensili per l’istruzione, mentre nel 2007 ha speso “solo” 25 euro, la stessa spesa confermata anche nel 2008. C'è da dire che tra i beni di consumo l'istruzione occupa, nella media nazionale, il penultimo posto per spese mensili delle famiglie, seguita soltanto dalle spese per consumo di tabacchi. Tabacchi? Esattamente. E addirittura in alcune regioni le famiglie spendono per la scuola meno che per il fumo: sono, in ordine di maggior consumo per tabacchi rispetto all'istruzione, la Campania, la Sicilia, l'Abruzzo, la Sardegna e il Lazio. Mentre in Toscana, Piemonte e Val d’Aosta si spende in tabacchi quanto in istruzione. Un dato simbolico. Forse non vuol dire nulla, forse vuol dire qualcosa, certamente aiuta a riflettere. In questi giorni nei quali si parla tanto di divario tra nord e sud (e così poco di puntare sull’istruzione per colmarlo), chissà che questo dato non spieghi qualcosa. Forse qualche pacchetto di sigarette in meno e qualche ripetizione o qualche corso di conversione in più aiuterebbe le famiglie meridionali, ma anche di altre regioni, ad accrescere le proprie opportunità. |