Sentenza n. 200/2009.
I sì e i no della Consulta

da Tuttoscuola, 6 luglio 2009

La Gelmini soddisfatta, l'opposizione soddisfatta, i sindacati soddisfatti. Ma hanno vinto tutti come succede alle elezioni politiche?

Il fatto che a ricorrere fossero solamente regioni (nove in partenza, qualcuna di meno alla fine) fa capire che il loro obiettivo era quello di vedere riconosciuto dalla Corte costituzionale una competenza alla pari (legislazione concorrente) con lo Stato che con l'art. 64 si era attribuito un ruolo esclusivo nel dimensionamento delle istituzioni scolastiche.

E la consulta ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di due lettere del comma 4 dell'art. 64 definizione di criteri, tempi e modalità per la determinazione e l'articolazione dell'azione di ridimensionamento della rete scolastica prevedendo, ... (f-bis) e nel caso di chiusura o accorpamento degli istituti scolastici aventi sede nei piccoli comuni, lo Stato, le regioni e gli enti locali possono prevedere specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti (f-ter).

A decidere questa materia, anche se condivisa, non può essere soltanto lo Stato con una sua legge.

Ma cinque regioni avevano osato qualcosa di più: far dichiarare alla Consulta anche l'illegittimità dell'intero comma 4 dell'art. 64 che comprende tutti i contenuti della manovra riformatrice.

La Consulta ha detto no ai ricorsi, riconoscendo tutte quelle disposizioni come norme generali rientranti nella competenza esclusiva dello Stato.

Se avesse detto sì, vi sarebbe stato l'azzeramento completo della riforma Gelmini. Si comprende quindi come il ministro si sia dichiarato soddisfatto della sentenza.