Israel risponde a Tiriticco

Giorgio Israel, da ScuolaOggi 22.7.2009

Maurizio Tiriticco che mi si dice abbia avuto un ruolo come ispettore in ambito scolastico ha polemizzato su Il Messaggero.it con il mio articolo dal titolo "Il vizio di mettere da parte il buon senso" pubblicato su Il Messaggero del 18 luglio. Non entro nel merito delle sue critiche ("La scuola come uno sport") che sono totalmente fuori bersaglio poiché io non sono ovviamente - come egli invece tenta di dipingermi - un fautore di una scuola intesa come «arengo in cui si impara fin da piccoli a fregare i più deboli». Anche un cultore di quelle attività motorie, sportive e olimpioni he cui accennavo nel mio articolo non potrebbe che sentirsi offeso dal sentirle considerare come un arengo del genere. Oltretutto Tiriticco non ha compreso che l'inizio del mio articolo era una parodia poiché la decisione del Comitato Olimpico contro cui io polemizzerei (?!) non esiste... Volevo mostrare con un'invenzione fantasiosa la violenza al buon senso che si fa quando si parla di scuola e il signor Tiriticco ha creduto che io polemizzassi con questa fantasia...

Ma quel che mi preme sottolineare è il modo con cui Tiriticco prosegue:

«... che cosa ne faremmo dei peggiori? Questo interrogativo il didatta pedagogo se lo pone, anche perché è un “animale” politico e sa che una società non è giusta e non è democratica se incentiva i “migliori” a danno dei “peggiori”! Qualcuno nel secolo scorso pensò bene che milioni di peggiori dovessero finire nelle camere a gas per permettere ai migliori di godere appieno del loro privilegiato status razziale! Dopo quella terribile esperienza altri invece, nell’immediato dopoguerra, ebbero il coraggio di sognare una Società aperta ed inclusiva, che si assumesse il carico di educare tutti e a tutto campo, e ciò sulla scorta di impegni politici forti, sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e dalla nostra stessa Carta costituzionale, ambedue del 1948».

Qualsiasi persona ragionevole non può che trovare vergognoso tirar fuori in questo contesto le camere a gas. Sarebbe fuori luogo e non meno vergognoso rappresentare come un nazista anche un fautore dell'"arengo" più competitivo, figuriamoci in questo caso. Inoltre questo abuso strumentale del tema dello sterminio degli ebrei appartiene a una prassi di infimo livello ormai nota e deprecata dalle persone perbene.

Quando poi si usa un'argomentazione del genere nei confronti di una persona dal cognome "Israel", ovvero di una persona che ha avuto buona parte della famiglia sterminata nelle camere a gas, si superano i confini della decenza (e inoltre si entra nel terreno della diffamazione). È il classico tema dei "perseguitati" che sono divenuti "persecutori": "Israel" che diventa un ideologo nazista ed è fuori dai principi dei Diritti dell'uomo e persino della Carta Costituzionale. Qualsiasi persona in buona fede sa benissimo con quali parole si usa definire un comportamento del genere.

Si potrebbe anche notare che, attribuendo al ministro la colpa di dare ascolto a un nazistoide (come si fa nella lettera) si superano anche nei confronti del ministro i limiti della critica legittima.

Se nel passato la scuola ha goduto del contributo di persone di questa levatura non c'è davvero da stupirsi che sia ridotta in questo stato.


Giorgio Israel