Quanto ci costerà l'illusione di Vincenzo Pascuzzi, Pavone Risorse 1.7.2009 Cerco di replicare alla nota (volutamente provocatoria e tendenziosa?) del Gruppo di Firenze di oggi 1° luglio 2009, dal titolo “QUANTO CI COSTA PROMUOVERE CHI NON LO MERITA?”. Prima di tutto, mi sembra che non ci sia nessuno che voglia promuovere chi non lo merita (anche se ci sono promozioni non meritate). L’autore o gli autori della nota dovrebbero specificare a chi si riferiscono. La questione è se maggiori bocciature indichino il ritorno del merito e del rigore. Io, e non sono il solo, dico di no. Ma veniamo al contenuto della nota fiorentina. Non c’è dubbio che il governo ha impostato, affrontato, risolto (?) o avviato a soluzione – secondo lui – i problemi della scuola essenzialmente in termini economici e finanziari puntando decisamente a una drastica riduzione dei costi, ad ogni costo (scusate il bisticcio), a prescindere dalle conseguenze, dai risultati e limitatamente al settore istruzione statale. Ha chiamato questa sua azione “riforma” ed ha obbligato Gelmini a propagandarla come tale e a dire che era buona. La poverina ha finito per crederci veramente pure lei! Con questa premessa il “boom degli asini: costerà 500 milioni in più” è sicuramente una testimonianza concreta del fallimento (almeno parziale) del “rigore finanziario”. Abbiamo cioè una scuola peggiore che forse costa economicamente come, o quasi, quella cattiva che c’era già. E abbiamo fatto tutto questo “casino” per averla! Bel risultato! Per bilanciare questo aspetto, indubbiamente negativo, la nota in questione cerca di forzare uno sguardo al passato, ai “decenni di lassismo” chiedendo “quanto sono costati al paese”, ecc. Questo sguardo retroattivo non ha – a mio giudizio – nessuna utilità pratica, è un espediente puramente polemico o dialettico. Comunque nel passato recente abbiamo avuto come ministro Letizia Moratti che pure avrà qualche responsabilità almeno omissiva. Indubbiamente siamo in presenza di un problema grave, vasto, complesso, annoso e di una falsa soluzione che, appunto, soluzione non è. Non serve guardare indietro quando la situazione era già grave o in incubazione. Ammesso che le cose stiano esattamente così, dov’era e cosa faceva allora chi parla oggi? E’ utile, conviene credere a una pseudo-soluzione? E cosa invece bisogna fare per trovare una soluzione reale? Ma torniamo alla situazione attuale. E’ sorprendente che un ministro faccia gli “exit-poll” sulle bocciature! Poi, queste sarebbero aumentare dell’1,6% a giugno ma non sappiamo nulla di cosa accadrà a fine agosto con le verifiche sui “debiti”. Mi sembra questa percentuale sia scarsamente significativa e addirittura recuperabile entro agosto. Quindi potremmo star discutendo sul nulla. Le cause dell’aumento? Del tutto opinabile, soggettivo, magari opportunistico che sia tornato il merito e sia tornato il rigore. E’ vero che ci sono stati roboanti proclami ministeriali in tal senso ma hanno avuto scarsa concretezza e perciò scarso seguito e adempimento da parte delle scuole e dei docenti. E’ certo che le scuole hanno avuto finanziamenti tardivi e insufficienti per i corsi di recupero (l’unica, anche se debole, terapia di qualche efficacia). I corsi sono stati brevi (4-10 ore in tutto) effettuati nel 2° quadrimestre (marzo-aprile) poco prima della fine dell’a.s. A settembre-ottobre 2008 le scuole non hanno potuto attivare né recuperi, né sostegno, né sportelli ma hanno dovuto credere al menzognero diktat dell’O.M. 92/2007: tutti i debiti recuperati entro il 31 agosto. Sappiamo bene che, in realtà, da 500 mila a un milione di debiti sono stati obbligatoriamente condonati. La conclusione più ovvia, lineare, logica è che l’aumento delle bocciature (se confermato ad agosto) è indice sicuro del peggioramento qualitativo dell’istruzione e della scuola. Della nota fiorentina condivido il fatto che cerca di porre in capo a noi, al paese, alla nazione la valutazione relativa ai costi o delle bocciature o delle promozioni non meritate. Cioè di non limitare il bilancio a quello ministeriale o governativo. Allora, i circa 500 milioni in più sono quelli a carico del Miur relativamente all’incremento previsto dei bocciati. Il costo, sempre a carico Miur, di tutti i bocciati è stimato intorno ai 3 milioni di euro. Mentre il costo di tutti i bocciati a carico del paese, della nazione l’ho calcolato intorno agli 8 miliardi. Ovviamente sono valutazioni con un margine di incertezza. Comunque forse conveniva investire, ad esempio in corsi di recupero, invece di tagliare. Se il Gruppo di Firenze è in grado di quantificare il costo annuale delle promozioni non meritate potremmo forse confrontare le due situazioni. Sto parlando seriamente e prescindendo dalla possibilità effettiva di aumentare la percentuale della bocciature: al superiore, due anni fa, erano al 14%, l’anno scorso sono arrivate al 16%, forse quest’anno arriveranno al 17-18%. Sono percentuali patologiche che testimoniano il fallimento, altro che rigore e merito! |