Cara Gelmini la scuola non è regionale Umberto Veronesi, La Stampa 29.7.2009 L’ipotesi di legare il reclutamento dei docenti alla provenienza regionale - di cui ha parlato il ministro Gelmini nell’intervista alla Stampa - può apparire come un atto discriminatorio nei confronti del Meridione e rischia di impoverire culturalmente la nostra scuola. Io sono un meridionalista convinto e credo che le menti del Sud Italia siano un punto di forza del nostro Paese. Non posso evitare di ricordare che il Meridione ci ha donato Pirandello, Verga, Tomasi di Lampedusa, Benedetto Croce. E ha prodotto gioielli di pensiero meno noti come il carteggio fra Giustino Fortunato e Salvemini. E se guardiamo al presente e alle sue forme espressive più recenti, come il cinema, scopriamo che i migliori registi emergenti sono meridionali: Tornatore, Garrone, Crialese, Sorrentino. Le radici della cultura italiana e la sua evoluzione, non possono prescindere dalle terre del Sud. Non accettare nelle scuole del Nord insegnanti di origine meridionale significa porsi in contraddizione con la realtà storica. E soprattutto con quella del futuro. Significa far fare all’Italia un passo indietro, non avanti. Non discuto il fatto che il legame con il territorio sia un elemento importante nella formazione culturale, ma diventa più produttivo se confrontato e integrato con altre culture. Il resto del mondo, in particolare gli Stati Uniti, ci dimostra che ciò che conta oggi nel processo formativo dei giovani è la cross-fertilization, quello scambio fra mentalità e culture diverse che rende appunto più fertili le menti. Questo è provato nella scienza, ma è vero anche in tutti gli altri settori di innovazione. Gli Stati Uniti hanno saputo fare della loro multietnicità (il crogiuolo delle razze o melting pot) il loro punto di forza innovativo, che li ha resi il Paese con il maggior numero di Premi Nobel scientifici negli ultimi anni. Come può il nostro Paese pensare di muoversi nella direzione opposta per rinchiudersi culturalmente addirittura nel regionalismo? L’Italia è una nazione multietnica per ragioni storiche. Siamo figli delle culture del Mediterraneo, del Medio Oriente e poi dei popoli del Nord. L’estro e la genialità che ci hanno contraddistinto nel tempo vengono anche da questo miscuglio di etnie e delle loro culture. Tanto più striderebbe in Italia una scuola improntata al regionalismo. I nostri giovani, con le loro idee e i loro ideali, sono la vera ricchezza del nostro Paese. La scuola è il luogo ideale per coltivarli. Non lasciamo cadere il dibattito su tutto ciò che può renderla migliore o peggiore. |