Nel decreto Tremonti approvato un emendamento ad hoc
che spunta le armi dei giudici

Il governo mette in salvo la riforma

Sanati i ritardi degli atti propedeutici e attuativi

 ItaliaOggi 28.7.2009

Salvi tutti gli atti propedeutici e successivi della riforma della scuola. È stato approvato alla camera, e nei prossimi giorni sarà licenziato anche dal senato, un emendamento al decreto legge 78/09, la manovra Tremonti, che sana le presunte irregolarità del Piano programmatico e dei regolamenti attuativi della legge 133/2008. Alcune delle quali sono state impugnate e sono pendenti davanti al giudice. Ma a questo punto, quando sarà approvato definitivamente il provvedimento, ogni irregolarità sarà sanata e a settembre la nuova scuola targata Gelmini decollerà senza colpi di scena. «L'articolo 64, comma 3, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133», recita il testo in questione, «si interpreta nel senso che il Piano programmatico si intende perfezionato con l'acquisizione dei pareri previsti dalla medesima disposizione e all'eventuale recepimento dei relativi contenuti si provvede con i regolamenti attuativi dello stesso. Il termine di cui all'articolo 64, comma 4, del medesimo decreto-legge n. 112 del 2008 si intende comunque rispettato con l'approvazione preliminare da parte del Consiglio dei ministri degli schemi di regolamenti di cui al medesimo articolo».

Il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, avrebbe dovuto d'intesa con il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, predisporre il Piano programmatico, che definisce la tempistica e la ripartizione dei 130 mila tagli nella scuola in tre anni, dopo aver sentito la conferenza unificata e acquisito i pareri delle competenti commissioni parlamentari. E solo successivamente si sarebbe passati ad adottare i regolamenti attuativi del piano stesso. Il piano programmatico è stato predisposto nel mese di settembre e ha iniziato il suo percorso per i pareri. Ma è sempre rimasto in forma di bozza, senza mai essere definitivamente adottato, con le eventuali integrazioni richieste dagli organi consultivi, e nel frattempo però sono stati approvati i vari regolamenti attuativi. Tanto che il Tar Lazio, davanti a cui è stata impugnata la circolare n. 38 del 2 aprile 2009 che trasmette le nuove piante organiche recettive dei tagli, nell'ordinanza rileva che «manca il Piano programmatico di interventi, allo stato ancora al livello di bozza di decreto interministeriale previsto dall'art. 64, comma 3 della menzionata legge n. 133 del 2008». Sulla vicenda il Tar si sarebbe dovuto esprimere poi nel merito. Ma ora, attraverso l'emendamento interpretativo del governo, si precisa che a perfezionare il piano bastava l'acquisizione dei pareri e che a recepire le eventuali modifiche bastavano i successi regolamenti.

Insomma, va ben così come è andata. E non ci sarà più nulla da rivendicare per intaccare l'impalcatura della riforma. Niente di fatto, invece, neppure in sede di maxiemendamento governativo, per il progetto dei contratti di disponibilità che la Gelmini avrebbe voluto, d'intesa con il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, introdurre da settembre a garanzia dei docenti precari che, causa i tagli agli organici, perderanno i contratti di supplenza. Ma in questo caso ha pesato in modo decisivo la contrarietà di Tremonti.