Per Toscana e Piemonte,
sentenza della Corte ''di grande rilievo''

da Tuttoscuola, 3 luglio 2009

Tra i commenti alla sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l'illegittimità di due disposizioni contenute nell'articolo 64 della legge 133/2008 per violazione delle competenze regionali in materia, assumono rilievo quelli di due delle Regioni che aveva fatto ricorso contro la norma: Piemonte e Toscana.

Per il presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, "si tratta di una sentenza di grande rilievo", perché "viene confermato in modo netto che il dimensionamento scolastico è una competenza delle Regioni. Non a caso il Piemonte, insieme ad altre sette regioni, aveva presentato ricorso proprio contro le parti del decreto che considerava lesive della programmazione dell'offerta formativa".

La Bresso ha detto che "viene sancita una chiara divisione dei ruoli: lo stato può dettare i principi generali, ma il dimensionamento è di competenza regionale. Il che apre la strada a molti aspetti. In primis, il nostro ruolo decisionale per le scuole di montagna sotto un certo numero di allievi". Per quanto riguarda l'accorpamento, ha poi spiegato il presidente della Regione Piemonte, "fatti salvi i criteri generali, ci sarà la possibilità di ragionare tenendo in debito conto le diverse situazioni su un territorio così complesso. Esistono casi che giustificano un plesso scolastico con 900 allievi, in altri contesti il numero può scendere a 400 e andrà bene lo stesso".

Per quello che riguarda la Toscana, l'assessore regionale all'istruzione Gianfranco Simoncini ha spiegato che "la sentenza della Corte costituzionale sulla scuola dà ragione alla battaglia della Toscana che, per prima, aveva deciso lo scorso ottobre di fare ricorso contro provvedimenti del Governo giudicati lesivi delle competenze sull'organizzazione della rete scolastica affidate alle Regioni''.

Per Simoncini, "grazie a questa sentenza si evita il rischio, paventato anche dalla Toscana, di ridurre le Regioni a mere esecutrici di decisioni prese a livello nazionale. Si tratta poi di un importante risultato politico contro una impostazione che vede nella scuola solo un costo da tagliare e non una leva per lo sviluppo, un bene da preservare e sul quale investire".

L'assessore ha rivendicato la posizione della regione "da sempre in controtendenza con questa impostazione": "E' per questo - ha quindi concluso - che abbiamo visto nella difesa di questa competenza, ignorata sistematicamente dal ministro Gelmini, la migliore garanzia contro un inaccettabile impoverimento dell'offerta formativa e della rete scolastica e una limitazione, nei fatti, del diritto allo studio dei cittadini toscani".