Pensionamenti delle insegnanti in Europa.
Tendenza all'equiparazione

da Tuttoscuola, 17 luglio 2009

Uno studio pubblicato da Eurydice fornisce un quadro complessivo della situazione pensionabile degli insegnanti in Europa.

Nella maggior parte dei Paesi europei, i criteri che stabiliscono l'età pensionabile sono gli stessi per uomini e donne. Tuttavia, esistono differenze a Malta e in diversi paesi del centro e dell'est europeo. Mentre, in molti di questi casi, le donne sono sicure di andare in pensione prima degli uomini, la tendenza è di diminuire tale differenze. Le riforme in via di approvazione nella Rep. Ceca, in Lettonia, Slovenia e Slovacchia puntano, infatti, a diminuirle o ad eliminarle del tutto.

Teoricamente, in tutti i Paesi europei esiste un limite di età oltre il quale un insegnante non può rimanere in servizio, tranne in casi particolari. Il limite di età è in generale di 65 anni, ma è 60 in Francia e Polonia (solo per le donne), 64 in Liechtenstein e 67 in Norvegia. L'età pensionabile è la stessa per qualsiasi ordine di scuola.

In Bulgaria, Rep. Ceca, Lettonia, Lituania, Slovenia e Slovacchia, l'età pensionabile corrisponde all'età minima in cui un insegnante può cessare il lavoro e assicurarsi una pensione.

Tale età è inferiore ai 65 anni. Le riforme in corso di approvazione la stabiliscono tra i 60 e i 65 anni secondo le nazioni.

In oltre la metà dei Paesi europei, gli insegnanti possono andare in pensione prima dell'età ufficiale di riferimento. In generale, l'età minima per andare in pensione è di 60 anni e si accompagna alla piena corresponsione economica solo quando si raggiungono gli anni corrispondenti a quelli di servizio richiesti.

Tuttavia, tale numero varia ampiamente da un Paese all'altro: 15 anni sono richiesti in Liechtenstein, 25 in Turchia e 40 in Belgio, Austria e Irlanda.

In Finlandia (in riferimento a docenti assunti dopo il 1993) raggiungere l'età ufficialmente stabilita è il solo criterio per ottenere la pensione ed è impossibile farlo prima.