L'effetto Fioroni sull'esame di maturità

da Tuttoscuola, 13 luglio 2009

Il 2008-2009, in fatto di valutazione individuale degli alunni, passerà alla storia della scuola come l'anno della riforma Gelmini che ha ridisegnato completamente il sistema: ritorno in grande stile del voto in decimi, peso decisivo del voto di comportamento per l'ammissione, modifica della valutazione dell'esame di licenza.

L'unico settore nel quale il ministro Gelmini non ha (ancora) messo mano in termini di valutazione è l'esame di Stato.

A parte la fase di ammissione in cui ha pesato il voto di condotta, tutto l'esame si è svolto all'insegna delle riforme dei suoi predecessori, Fioroni in particolare.

La struttura dell'impianto valutativo è quello del ministro Berlinguer, gli assestamenti ulteriori sono del ministro Fioroni.

Proprio di quest'ultimo, oltre al nuovo criterio dell'ammissione all'esame con la media del sei, è anche la modifica, applicata per la prima volta, del maggior credito da far valere all'esame (25 punti contro i 20 previsti fino all'anno scorso) e del conseguente minor punteggio nel colloquio finale (30 anziché 35 punti). Un meccanismo che il ministro Gelmini non ha voluto cambiare.

Ne ha sofferto quel bonus fino a 5 punti che la Commissione può assegnare discrezionalmente, quale punteggio integrativo, ai candidati che si presentino, come avveniva anche prima, con un credito di almeno 15 punti (più facile da ottenere visto il potenziamento complessivo del punteggio) e conseguano almeno 70 punti tra scritti e orale (più difficile da ottenere visto l'abbassamento del voto del colloquio).

Dai primi dati che emergono sul territorio, sembra che, a causa del nuovo meccanismo, vi siano meno punteggi massimi di 100 su 100.

Se, quindi, i timori della vigilia per le difficoltà di accedere al bonus saranno confermati, sarà forse necessario che per l'anno prossimo il ministro Gelmini riveda il meccanismo.