Ecatombe docenti e ATA

Pasquale Almirante, La Sicilia 26.7.2009

Se ritardo ci sarà dell'apertura dell'anno scolastico non sarà per la temuta pandemia (su cui decide solo il ministro della Salute), ma per le dure proteste annunciate dal coordinamento nazionale dei precari che a metà luglio si è ufficialmente costituito. Loro infatti non ci stanno coi tagli delle cattedre e soprattutto con l'esiguo numero delle assunzioni che invece sarebbero dovute raddoppiare attingendo dalle graduatorie a esaurimento in relazione al punteggio.

Una scelta importante, quella della Gae, per sistemare col tempo gli oltre 150 mila docenti con incarico a tempo determinato, riservando loro il 50% di posti disponibili e il resto a concorsi. Anche l'on Valentina Aprea (presidente della commissione cultura) in campagna elettorale aveva assunto l'impegno di esaurirla, proprio durante un confronto con Fioroni che l'aveva implementata per eliminare definitivamente il problema. Invece le assunzioni saranno solo di 20 mila docenti, a fronte di oltre 35 mila pensionamenti, e a cui si contrappongono però 40 mila tagli d'organico previsti dalla finanziaria dell'anno scorso, all'interno della quale si inserisce pure il taglio degli stanziamenti alla scuola. Una ecatombe che alla Sicilia costerà 5 mila docenti e 1600 Ata, tanto da spingere l'assessore regionale, Lino Leanza, a chiedere interventi alla Gelmini per non penalizzare ulteriormente i già bassissimi livelli di occupazione dell'isola. Richiesta ammirevole ma che si sarebbe dovuta fare molto prima, quando la finanziaria fu approvata con la fiducia e che la protesta di oggi rende meno forte perché i tagli investono anche altre regioni, altrettanto in crisi occupazionale e altrettante falcidiate, e poi perché non si sa dove si possono prelevare i fondi necessari per garantire i docenti e gli Ata siciliani, sia per quanto riguarda le casse ministeriali e sia quelle regionali. Forse col federalismo scolastico si potrebbe appianare la questione, benché già le sue avvisaglie siano poco lusinghiere, visto che a Vicenza il consiglio provinciale alla quasi unanimità (un solo contrario) ha votato di chiedere alla ministra di non nominare dirigenti scolastici da altre regioni, temendo in particolare che dal sud (dove i concorsi sia a preside e sia a procuratore legale sono meno selettivi e le graduatorie troppo colme) possa partire una robusta sciamatura.