L'analisi Ocse e il "cambiamento"
della scuola italiana

Biagio Pelligra, Il Messaggero 26.7.2009

Le valutazioni dell’OCSE relegano il sistema scolastico italiano tra i peggiori al mondo, su i 57 paesi analizzati l’Italia è notoriamente tra gli ultimi! Gli studenti italiani si esprimono male, hanno grosse difficoltà con la matematica e le discipline scientifiche. Volendo sintetizzare, i quindicenni (fascia di età analizzata) non riescono ad applicare alla vita reale i concetti appresi a scuola. Per dirla “all’OCSE”, difettano nelle capacità di “problem solving”.

In effetti, la scuola italiana sta cambiando. L’anno scolastico 2010/2011 vedrà il battesimo dei nuovi regolamenti delle superiori!

Per capire la direzione del cambiamento, ecco cosa varierà per le discipline scientifiche che per loro natura (attività di laboratorio, metodo scientifico, ecc..) meglio si adattano allo sviluppo delle capacità di “problem solving”:

1.  nei bienni iniziali le discipline scientifiche subiranno un taglio orario mediamente pari al 50%, la chimica, ad esempio, nell’istituto economico passerà da 4 ore settimanali a 2 ore settimanali! (cosa aggiungere sulle attività di laboratorio).

2. negli Istituti tecnici e professionali (triennio finale) le discipline scientifiche e tecnologiche d’indirizzo subiranno una diminuzione nelle ore d’insegnamento del 20% (che si ripercuoterà anche sulle attività di laboratorio).

3. alcune discipline scientifiche e tecnologiche saranno assegnate solamente a docenti diplomati, gli “ITP” e non a laureati!

4. Nei licei si creerà un’unica disciplina scientifica “calderone” denominata “scienze integrate” in cui lo stesso docente laureato in scienze (generalmente scienze biologiche) si troverà a insegnare: chimica, biologia, astronomia e scienze della terra (sarebbe normale, forse, assegnare ogni disciplina a laureati specializzati nella stessa.

Anche le università testimoniano quanto emerge dai dati OCSE. Per gli studenti in ingresso nei vari atenei sono sempre più necessari i così detti corsi di livello zero per matematica, chimica, fisica.

A questi pressanti appelli la scuola italiana risponde con meno ore di insegnamento per le scienze, la quasi totale eliminazione delle attività laboratoriali e insegnanti generalisti con preparazione talvolta sommaria (eccezion fatta per la disciplina nella quale sono laureati).

E’ da chiedersi allora se veramente i nuovi regolamenti seguono le indicazioni OCSE. Sarebbe, forse, necessaria una più strategica valutazione della situazione? Potremo mai cominciare ad affrontare il dibattito sulla scuola (settore strategico per gli altri paesi sviluppati) in maniera seria?
 


Prof. Biagio Pelligra