Ma Bossi già avverte Berlusconi di Marco Conti, Il Messaggero 12.7.2009 ROMA (12 luglio) - Il giretto mattutino ai negozietti intorno palazzo Grazioli che ”vendono” Roma ai turisti prima di partire in direzione Arcore, è stato ieri il segnale che Silvio Berlusconi è rientrato dal G8 dell’Aquila con il morale alle stelle. Era infatti un po’ che il presidente del Consiglio mancava di intrattenersi e di svagarsi con ciondoli e braccialetti che «regalo alle scolaresche che vengono a farmi visita». E’ infatti da quando sono scoppiate le polemiche sui noti fatti che hanno riguardato la vita privata del premier, che a palazzo Grazioli le visite si sono diradate. E così pure gli acquisti. Rinfrancato e soddisfatto per come i media nazionali e internazionali hanno trattato il summit di Coppito, Berlusconi ieri mattina ha evitato di aggiungere parole e, seguendo i consigli dei suoi più stretti collaboratori, continua a vestire i panni da statista che ieri gli ha riconosciuto persino il Financial Times. E’ in agenda la visita alla figlia Barbara che ieri è andata a Lugano per dare alla luce un nuovo nipotino del Cavaliere. Così come la possibilità di fare nella giornata di oggi un salto nella villa sarda dalla quale il Cavaliere fatica a star lontano. A Roma farà rientro solo martedì, ma la settimana che si apre, impone a tutto il governo una ripresa di iniziativa visto che le Camere sono ”scariche” di lavoro, molti ministri sono sul piede di guerra e gli alleati premono. A spingere di più sull’acceleratore è la Lega. Ieri sera Bossi era tutto contento perchè «lunedì viene inaugurata a Milano la cittadella del cinema dove faremo i nostri film sulla nostra storia, mentre prima si facevano a Roma per insultarci». E domani sera il Senatur potrebbe tornare ad Arcore qualora non ritenesse ben definito l’accordo spuntato lunedì scorso durante la cena di palazzo Grazioli. Il Carroccio ha fretta e pretende da Berlusconi un calendario di lavoro prima della pausa estiva. Al primo punto dell’interesse del Carroccio i decreti attuativi del federalismo fiscale, senza i quali la riforma approvata di recente resterebbe appesa. Bossi è nervoso e lo ha fatto intendere una settimana fa recandosi con l’intero stato maggiore del Carroccio a palazzo Grazioli, e l’altra sera, quando ha spiegato durante un comizio a Cremona che «i nostri futuri obiettivi sono la scuola e la magistratura padana». Come spesso accade Bossi invia messaggi cifrati ai suoi alleati. Con quest’ultima sortita il Senatur minaccia di mettersi di traverso non solo sulla riforma dei licei presentata dalla Gelmini, ma anche sulla riforma della giustizia di Alfano che, secondo i ben informati, potrebbe contenere norme processuali in grado di depotenziare il processo Mills e tutelare comunque il Cavaliere anche in caso di bocciatura ad ottobre da parte della Consulta del ”lodo Alfano”. Il fatto che Bossi dica di «credere poco alla storia delle donne» perché Berlusconi «è un po’ vecchietto, sebbene la chimica al giorno d’oggi aiuti», ha anch’esso il sapore di un avvertimento. Al quale il premier è però pronto a rispondere riunendo in settimana i capigruppo con all’ordine del giorno la composizione delle due bicameraline che dovranno stendere i ”costi standard” che prepareranno i decreti attuativi, aprendo quindi forse un contenzioso con il nascente ”partito del Sud”. E’ presto per poter dire se il successo del G8 consiglierà al premier di abbandonare il sentiero di guerra e lo spingerà verso quel dialogo costruttivo con l’opposizione che Lega, alleati e consiglieri sparsi, consigliano. |