La mozione razzista (?) bipartisan Federico Niccoli, da ScuolaOggi 23.7.2009 Ha destato molto scandalo la mozione approvata con voto largamente bipartisan (pdl-pd) dal Consiglio Provinciale di Vicenza. Si chiede, in sintesi, che venga posto un severo stop alla nomina di presidi (purtroppo molti ignorano che i presidi non esistono più : oggi si tratta di dirigenti scolastici) provenienti dall’Italia Meridionale.
Reazioni indignate, accuse di razzismo e quant’altro. Ho letto che
il vecchio amico , dirigente scolastico dell’Istituto Agnesi di
Milano, siculo doc, ha raccontato la sua storia personale a
Repubblica, esprimendo sdegno e riprovazione. Ma le questioni sono più complesse. Siamo oggi , e a giusta ragione, tutti più sensibili ai risorgenti rigurgiti di razzismo, fascismo, rondismo, discriminazioni sessuali e a tutto l’armamentario ideologico di una destra che non ha eguali in Europa.
Non abbiamo la stessa attenzione mirata ai fenomeni di illegalità
dilagante (ad opera non solo della destra) in molte regioni del Sud
nel momento in cui verificano, salvo ad accorgerci a distanza di
anni della strage di democrazia e legalità consumata. Come tutti
sappiamo, persino il tesseramento al Partito Democratico in Lazio,
Campania ed altre regioni del Sud sembra farci assomigliare ad una
delle tante repubbliche delle banane. I concorsi a “preside” si svolgevano a livello nazionale. Tutti gli aspiranti svolgevano le prove scritte e orali a Roma e, al termine della procedura, si formava un’unica graduatoria dei vincitori e degli idonei, che venivano inizialmente e successivamente destinati alle sedi vacanti nel territorio nazionale. In quel caso, i posti venivano coperti senza problemi da settentrionali-meridionali in base al punteggio assegnato nell’unica graduatoria e non si sono mai verificati problemi di sorta. In epoca recente è stato introdotto il criterio della regionalizzazione – col trucco- dei concorsi. In particolare per il concorso a dirigente scolastico ogni regione bandiva un concorso per un certo numero di posti, aumentabile solo fino al 10% degli idonei.
Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia, Toscana,… si sono attenuti al
criterio stabilito dalla legge. Al sud, invece, il 10% è divenuto
una mera ipotesi di lavoro, una variabile indipendente benedetta da
alcuni TAR delle rispettive regioni. E così al Nord le graduatorie
si sono esaurite immediatamente, mentre al Sud gli idonei
proliferano e coprono tutti i posti vacanti (per pensionamento,
dimissioni, …) dell’intera Repubblica. Molti amministratori (è il caso di Vicenza) protestano contro uno stato di cose che di fatto esclude bravissimi insegnanti dalla possibilità di accedere alla dirigenza (sol perché nelle regioni del Nord si è rispettata la legge e le direttive ministeriali) per far posto ad insegnanti provenienti dal Sud e pronti a rientrarvi appena possibile, creando caroselli perversi. |