Scuola, strani conti

Pasquale Almirante, La Sicilia 21.6.2009

C'è qualcosa che non torna nel comunicato della ministra Gelmini intorno ai risultati delle indagini Talis (Teaching And Learning International Survey) 2008, sull'insegnamento e l'apprendimento, promosso dall'Ocse. Infatti secondo il Quaderno bianco sulla scuola pubblicato nel 2007, il rapporto insegnanti per 100 alunni era di 9,1 rispetto a una media europea di 7,5 e non quindi, come è stato sostenuto, di 9,6 rispetto a 6,5 dell'Ue, per cui quel 50% di docenti in più rispetto agli altri paesi è spropositato. Non si è inoltre detto che nel conteggio Talis sono inclusi gli insegnanti di sostegno che nel resto d'Europa sono (la Francia ne ha 280.000) a carico di altri ministeri, e così pure gli insegnanti di religione che hanno riferimenti diversi. Enfatizzare la sproporzione vuol dire solo giustificare il taglio, ope legis, di oltre 140 mila tra docenti e Ata, mentre nessuno ha precisato che i prof. italiani sono i peggio pagati e che la percentuale di Pil investita per l'istruzione è fra le più basse del continente. Ma anche sulla scarsa funzionalità dell'ambiente di lavoro si dovrebbe riflettere se è vero, come ogni giorno denunciano i presidi, che alle scuole non arrivano soldi e che manca perfino la carta igienica, mentre il livello più basso del cosiddetto rigore nei confronti degli studenti asini e bulli fu raggiunto durante la gestione della Moratti, quando anche in presenza di debiti scolastici si veniva ammessi agli esami di stato e la commissione coincideva col consiglio di classe. Certo manca ancora un sistema di valutazione dei docenti, ma se si prescinde dal tentativo fatto da Berlinguer (il famigerato concorsone) nessun ha tentato esperimenti seri per gratificare i professori in vista d'un possibile miglioramento della qualità dell'istruzione. E non torna soprattutto il panegirico gelminiano per l'aumento delle bocciature in tutti gli ordini di scuola: si è chiesta la ministra che sarà di tutti questi ragazzi respinti, spesso provenienti da ambienti degradati? Al proposito ricordiamo che a Lisbona, negli anni novanta dello scorso secolo, si stabilì di portare il tasso di abbandono e dispersione intorno al 12% entro il 2012. A soli tre anni da quell'appuntamento in Italia siamo a circa il 20% e visti i numeri con certe prospettive di crescita, insieme alla disoccupazione e al precariato della scuola.